Sarà l’età. Sarà il fatto che i pezzi di Jeff Waters hanno accompagnato diverse fasi della mia vita. Sarà che la session acustica di alcune canzoni degli Annihilator è una tanta roba. Attendevo Triple Threat specialmente per questa feature: dieci tracce suonate alla maniera dell’unplugged che tanto esaltava tutti negli anni novanta. E non sono proprio tutte tracce qualsiasi. Alcuni sono pezzi che chi è legato a una delle formazioni più incredibili della storia del thrash metal, non può che conoscere a memoria.
Su Sounds Good To Me è subito amarcord. Set The World On Fire (1993) fu per molti il canto del cigno di un gruppo stratosferico, capace di pubblicare due album impressionanti per tutta la scena techno-thrash di fine Ottanta/inizio Novanta e di girare il mondo insieme a Judas Priest e Pantera. Aaron Randall e la sua zeppolona furono motivo di discussione, non tanto le canzoni contenute sul platter. Questa era una tra le più ruffiane, che ancora ora è parecchio credibile.
Innocent Eyes muove le viscere di qualsiasi padre rockettaro che conosce l’ultima traccia del controverso Refresh The Demon (1996). Personalmente mi emoziono ogni dannata volta che la sento: The way you’ve changed my life, From the very first day you were born, You gave me the answer to what it’s all for – Wanna hold you so come in my arms, wanna feel you and keep you from harm. Che ci devo fare?
In The Blood è uno dei pezzi più sofferti di sempre per Waters. Su King Of The Kill si surfava agilmente tra canzoni veloci, riempitivi e questa fighissima ballad. La resa unplugged è molto buona, specialmente la parte dell’assolo. Fantastic Things era solo su Bag Of tricks, roba da collezionisti, ma esce benissimo in questa versione. Stonewall lascia un po’ perplessi, ma è funzionale a raggiungere un’altra gemmona di quelle vere: Crystal Ann, la sublime opener di Alice In Hell. Da Phoenix Rising, ovvero LA ballad degli Annihilator, mi aspettavo il Nirvana. Ma purtroppo viene proposta sfruttando una tonalità discutibile, ribassata rispetto all’originale (su cui Aaron Randall era stato eccellente). Strumentalmente l’esecuzione è ovviamente impeccabile. Ma il cantato lascia più di qualche perplessità.
Il cd live elettrico va bene per quando siete in auto e volete andar forte. Intendiamoci, dal vivo gli Annihilator sono ancora una clamorosa garanzia. Anche se Jeff, senza un cantante vero e proprio, deve arrangiarsi un po’ troppo su parti vocali spesso non adatte alle sue corde. In sostanza Triple Threat è un buon package e va molto bene per i vecchi come me, i giovani sono oramai troppo impegnati ad ascoltare prog-core (ogni tanto pure io intendiamoci) per perdersi dietro a uno dei migliori chitarristi thrash metal di sempre. Onore eterno.