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X FACTOR 2020, si spengono i riflettori sull’edizione migliore del programma, se non fosse per l’addio a Cattelan

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Si spengono i riflettori nell’arena di X Factor 2020, un’edizione particolare, diversa ma ricchissima di musica, che ha reso possibile, in un momento così drammatico per lo spettacolo, esibirsi e cantare dal vivo a tanti artisti ed aspiranti tali.

Si spengono i riflettori anche sulla conduzione di Alessandro Cattelan, nota dolente di questa  finale. E adesso? Non so se riuscirò a farmene una ragione. Come sarà la prossima edizione senza la sua verve e i suoi guizzi, la sua intelligenza ed ironia? Non trovo risposta, per ora.

X Factor 2020 è stato uno show degno di questo nome che ha mantenuto le promesse fatte dai giudici durante la presentazione del programma: i talenti e la loro musica al centro di tutto. E a parte qualche scaramuccia, a volte necessaria, posso dire che i concorrenti hanno avuto molto spazio per farsi conoscere ed apprezzare.

Come molti, anch’io stavo per abbandonare la visione quando sono usciti i Melancholia, continuo a non comprendere come si sia potuto commettere un errore così grossolano. Popolo di X Factor ma come ti è saltato in mente? Non voglio soffermarmi sull’eterno dubbio del Roccuzzo si o Roccuzzo no, e del percorso che avrebbe potuto fare all’interno del programma, ma se la motivazione della sua esclusione era stata che non avrebbe potuto reggere il tritacarne mediatico di questo programma, credo che anche il povero Santi sia stato pesantemente massacrato ad ogni puntata e, forse e dico forse, non era poi così pronto nemmeno lui. Uscita forse troppo presto Eda Marì che, sempre secondo la mia opinione, avrebbe avuto qualcosa da dire e avrebbe sicuramente potuto riservare molte sorprese, ai posteri l’ardua sentenza. Giovane non è sinonimo di acerbo visto che una giovanissima (17 anni) Casadilego ha vinto meritatamente; una voce davvero speciale la sua, una ragazza intelligente e umile che ha conquistato il pubblico e i giudici all’unanimità. Evento epocale avere una band come i Little Pieces Of Marmelade in finale; che qualcosa di nuovo si stia davvero muovendo? Visto mai che piano, piano si inizi a scoprire che si può fare musica suonando e che il rock non è morto? Parliamoci chiaro, il rock non morirà mai, può prendersi una pausa, nascondersi ma non datelo mai per spacciato. A riportarci con i piedi ai giorni d’oggi c’è Blind, figlio dei generi più in voga dell’ultimo decennio, rap, trap e derivati, fenomeno musicale che tira tantissimo, nonostante non sia un fuoriclasse, ha portato un brano che è già disco d’oro prima ancora di uscire dal programma, cosa mai successa in nessuna edizione di X Factor. Solo sante parole per N.A.I.P  e per chi lo ha portato fino alla finale, non sarebbe stata la stessa senza di lui. Di difficile comprensione, ma per semplice gusto personale, rimangono cmqmartina e Vergo, entrambi già al lavoro su progetti personali supportati da ottimi staff, ma che forse hanno pagato il pegno di essere inseriti in una edizione dove i generi pop non hanno avuto la meglio. E infine vedo e auguro un futuro immenso per la bravissima Mydrama che, insieme ai già citati Melancholia, rientra nelle cose più belle mai viste ad un talent. Fanalino di coda di questa mia personalissima e velocissima revisione di questa edizione del programma, Blue Phelix, colpevole forse di aver giocato la carta dell’altera e, a volte, un po’ antipatica raffinatezza alla Lana Del Rey in un’edizione caratterizzata da personaggi dalla spiccata empatia emotiva, e i Manitoba, scelti forse un po’ troppo frettolosamente al posto di band di gran lunga artisticamente più forti come i Wime o gli Yellow Monday (Manuel ma che avevi in mente quando gli hai esclusi?).

Tornando a parlare della puntata conclusiva è stata sicuramente una delle finali più belle di tutte le edizioni del programma. I duetti con i giudici sono stati una scelta molto azzeccata: i LPOM con Agnelli a torso nudo li ho votati dieci volte e avrei fatto il giro di tutte le case per farli votare da tutto il vicinato. Bravi Emma e Blind che nel duetto con il suo giudice mi ha piacevolmente impressionato. N.A.I.P. e Mika sono stati talmente glamour che sembrava di essere a Las Vegas, mi hanno divertito moltissimo. Una bravissima Casadilego in coppia con Hell Raton, visibilmente emozionato, hanno creato davvero una bella atmosfera.
I giudici durante tutte le puntate hanno portato loro stessi dietro quel tavolone, ben distanziati ma non abbastanza per le frecciatine che si sono tirati. Manuel Agnelli a casa mia è chiamato La Storia, quindi sono di parte e posso solo aggiungere: grazie di esistere. Emma Marrone è stata un giudice morbido, poco tattico ma decisamente molto umano. Hell Raton: esperto nella discografia e meno con le parole, ma io l’ho comunque molto apprezzato. Sarà che amo talmente tanto Salmo che non posso non ricordarmi dell’amicizia che li lega. Mika è Mika e non credo di poter dire nulla che non sia stato già detto mille volte. Sagage, furbo, intelligente e dannatamente intrigante.

In attesa di Xfactor 2021 propongo una petizione per far ritornare Cattelan.

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