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Cimini, non ci sono scuse: Pubblicità è un album tutto da cantare

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La prima volta che abbiamo sentito parlare di Cimini era un profilo Instagram senza volto: stava per uscire La legge di Murphy e da qualche settimana sui profili social di alcuni artisti giravano foto di cartelli con la scritta: La legge di Murphy è più forte di me. Abbiamo aspettato curiose di scoprire qualcosa di più di questo artista: la canzone è uscita nel novembre del 2017, ma nel video ufficiale di Cimini nemmeno l’ombra. È stato in occasione dell’uscita di Sabato sera che Federico ha deciso di “metterci la faccia”, con un videoclip incentrato su di lui e un pianoforte, girato in un bar di Bologna.

In questi giorni, in occasione dell’uscita del suo secondo album, abbiamo deciso di scriverne una recensione a 4 mani, perché Cimini per noi è molto di più di un semplice cantautore calabrese con sede a Bologna. Abbiamo seguito la sua crescita musicale dagli esordi con passione e coinvolgimento. Già dopo un primo ascolto, possiamo dire che Pubblicità si presenta come una diretta evoluzione del suo primo album: dentro vi abbiamo trovato la stessa attenzione verso il mondo del cinema, il citazionismo postmoderno, l’occhio verso la tradizione musicale italiana; ma anche un atteggiamento più maturo, e un’identità artistica più consapevole. Oggi nella sua musica, Cimini, oltre a metterci la faccia, ha deciso di prendere una posizione politica definita ed esplicita. E lo fa presentando al suo pubblico 8 canzoni intelligenti, impegnate, ma anche divertenti e malinconiche, con quella vena artistica che abbiamo imparato a conoscere già con Ancora meglio. Ascoltando questo disco pensiamo che oltre ad essere un grande paroliere dei giorni nostri, Cimini sia un ottimo ascoltatore di musica del bel paese. Citando Battiato, Rino Gaetano, Loretta Goggi, Lucio Dalla, Battisti ha innescato curiosità nel suo pubblico, lasciando cogliere sfumature di altre canzoni, e la voglia di ricerca nella storia della musica italiana. Nell’album pianoforte, chitarre e violini rendono l’atmosfera sempre calda, come quando guardi un film sotto le coperte; ma trovano posto anche tratti pop ed elettronici, che ci fanno muovere a tempo la testa come ad un bel concerto vissuto sotto palco.

Cimini apre Pubblicità adattando al 2021 il film The Truman Show. In Hey Truman descrive una società che ci rende tutti attori e protagonisti di un reality show, che in questo brano diventa una serie TV, sotto l’occhio del grande fratello che ci osserva, lo stesso occhio di Orwell in 1984. Andiamo al supermercato, che anche di domenica non chiude mai, al centro sociale, ma è stato sgomberato, e allora il posto più vicino diventa la Snai. Hey Truman è una critica sociale su come sia tutto impostato e uguale, ma è anche un brano che si chiude con ottimismo, proponendo l’amore come unica via d’uscita: “amore vieni di qua, non è ancora finita”.

Nel brano successivo a parlare è il Cimini Innamorato che abbiamo conosciuto già in Ancora meglio. È dolce e amara la sensazione che lascia questa canzone: una dichiarazione d’amore a cuore aperto, un sogno di momenti vissuti fatto ad occhi aperti, ma che si conclude con un finale tremendamente nostalgico: “te ne sei andata senza salutare”. Il brano gioca con la citazione diretta del film Call me by your name, identificando, così, l’amore descritto in questi versi con quello passionale, ma dal finale triste, della storia diretta da Luca Guadagnino. Lo stesso amore malinconico e devastante è cantato anche in Notte cingomma, una ballad in cui protagonista è la notte, che tende a farci risucchiare dai pensieri più profondi di noi stessi, e ci ingoia insieme alla tristezza “Non nasconderti che tanto ci vediamo domani / Sempre se rimani / Come faccio a restare da solo / Senza un limite / Quando la notte ci ingoia“.

Lasciando da parte la tristezza, in Karaoke Cimini compie un vero e proprio omaggio alla musica italiana, in un mix di citazioni memorabili pescate dalle canzoni più storiche, quelle che piace cantare a tutti. Da Cuccurucucù Paloma di Battiato a Maledetta Primavera della Goggi: Karaoke fa venire nostalgia di concerti, di musica dal vivo, in cui il canto è libero e sfrenato.

Proseguendo con l’ascolto arriviamo a Tirreno, una delle canzoni più intime e sincere dell’album: un brano sul quale, secondo noi, ci sarebbe da scrivere un articolo intero. Chi ha messo tutto in una valigia e se ne è andato da casa ad appena vent’anni sa cosa si prova a stare  davanti a una città così grande, che ti abbraccia e ti lascia da solo davanti a una finestra. Sa cosa vuol dire sentirsi inadeguato in provincia, bramando la metropoli, desiderando di andarsene. E poi? E poi una volta trasferiti non stare bene ancora, e sentire che un pezzo lo si è lasciato dove si è cresciuti, in quei posti così stretti e fermi nel tempo. Se sai di cosa stiamo parlando, sai anche che capita, allora, di chiederti se sarai destinato a sentirti così in ogni luogo: sei una di quelle persone che non si sentirà a casa da nessuna parte? Cimini riesce, in questo brano, a descrivere la vita di ognuno di noi, parlando apertamente della sua, rendendo Tirreno una piccola isola di conforto, dove rifugiarci ogni volta in cui ci chiederemo se ne è valsa la pena. A noi è capitato tante volte di sentirci in questo modo, e forse aspettavamo da tempo una canzone che ci descrivesse e parlasse di noi, facendoci capire che non siamo soli a farci queste domande: semplicemente succede così, quando ti senti fuori luogo in ogni posto: “Riesco sempre ad aprire le porte, dalla parte sbagliata / Mentre fuori è tutto scorrevole / Come sui viali / Che circondano casa / Sono partito 10 anni fa / Perché la provincia di giorno mi stressa / È la vita che passa, l’età / Mentre cerco la felicità / La provincia mi stava stretta”.

Abbandoniamo la nostalgia di Tirreno, per parlare di Scuse, un brano che abbiamo letto come la prosecuzione diretta di La legge di Murphy. In questa canzone, la sensazione di essere circondati da persone tutte migliori di noi passa dalla rassegnazione del primo album, ad una nuova presa di coscienza, più sfrontata e meno passiva. Federico mostra, così, la crescita attraversata negli ultimi tre anni: è il brano più ritmato, ma allo stesso tempo critico e riflessivo. In modo incalzante giudica se stesso e la società, toccando temi come l’immigrazione, l’ambiente, l’omofobia. Rispetto a La legge di Murphy ci troviamo di fronte ad un artista che apertamente prende posizione, in modo più diretto e sfrontato rispetto ad Ancora meglio, forse perché meno preoccupato del giudizio altrui. Così come in Barconi, in cui tocca temi che purtroppo, ancora oggi, siamo costretti a trattare, provando a combattere contro il pregiudizio degli altri (Ma non siamo soli, “siamo arrivati con i barconi, pieni di cuori“).

Pubblicità si chiude con Domenica Mattina, un brano che si porta dietro una grandissima tradizione musicale, italiana e non. È il giorno più cantato dai musicisti, il giorno più descritto da poeti e scrittori. Nel brano di Cimini ad essere cantata è la domenica mattina, descritta come momento riservato al “recupero-post sbornia” del sabato sera, festoso, caotico e pieno di baci che rompono il cuore.

Cimini ci piace perché è diretto, romantico e sfrontato. Lo sentiamo vicino a noi, e per questo in grado di raccontare le nostre gioie e tristezze, le ingiustizie e lo sconforto. Pensiamo che le sue canzoni abbiano in comune con le pubblicità la capacità di convincerti e restarti in testa, già solo al primo ascolto. Pubblicità ci ha sicuramente convinto, e non vediamo l’ora di poterlo cantare dal vivo!

di Giada Consiglio e Chiara Grauso

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