Interviste
Daniele Barsanti e Zingari, perchè cosa vivi a fare senza amici pazzi?

Daniele Barsanti, musicista e cantautore toscano scoperto da Saturnino su SoundCloud, è uscito venerdì 2 luglio con l’album Zingari, disco che deve il nome ad altri eroi del granducato: quegli Amici Miei e le loro Zingarate che Mario Monicelli ci ha raccontato in più di un film. Le Zingarate, la malinconia e la Versilia, ma anche la musica e la capacità di rimbalzare dopo aver battuto una musata nel muro sono i pilastri su cui si regge Daniele Barsanti, cantautore fatto di parole e di tante immagini, con una dote rara per farti vedere davvero quello di cui sta parlando. Zingari comprende Le Commesse, brano con cui è stato notato da Tommaso Paradiso, e il singolo Il lato B, oltre a otto pezzi inediti, per un totale di 10 canzoni.
Prima cosa: finalmente mi arriva un artista che pubblica un album invece che il ventisettesimo singolo di fila. So che pubblicare singoli è praticamente necessario, ma pare che buttare fuori un disco intero non vada quasi più di moda. Quindi, a parte ringraziarti a profusione per la botta di vita: come mai succede questa cosa, secondo te?
Ciao Valentina, intanto sono io che ringrazio te per quest’intervista e per avere trovato il tempo di ascoltare ancora un disco intero. Secondo me il problema è proprio questo, il tempo, sia nel senso della durata tecnica di un brano che nel ricordo delle persone, che è sempre meno. Io penso che un disco debba portarti in tutto il mondo dell’artista, in tutti i suoi sapori, dentro il suo paio di occhiali, nel suo spazio e nel suo tempo.
Leggendo quello che si trova su di te, in rete, pare che tu sia “stato notato” da un sacco di artisti (Saturnino, Tommaso Paradiso, Francesco Gabbani). Come credi sia successo, cosa ha fatto scattare la molla che ha portato le persone a dire “oh, questo ci capisce parecchio”?
Come si dice “picchia e mena”, prima o poi succede qualcosa, Saturnino è quello che ha fatto scattare tutto, avevo circa 22 anni e un provino registrato malissimo su SoundCloud del brano “Lucia”. Glielo mandai, chissà perché quel pezzo gli fece scattare qualcosa, decise di pubblicarlo, gli devo molto. Francesco è ormai un fratello, ci siamo conosciuti nel 2015, io ero in un momento abbastanza down, lui faceva solo l’autore per la sua casa discografica. Avevo appena perso il mio contratto con la Universal e il mio produttore del tempo aveva deciso di smettere…imbuto cosmico, buco nero. Francesco mi ha accolto in casa e mi ridato tanta energia credendo in me. Andavo da lui, si parlava tanto, si suonava, si ascoltavano provini e si scriveva. É un fratello ed il primo che vedo e ascolta le mie cose nuove. Con Tommaso è stato veramente assurdo. Mi ha scritto su Instagram facendomi i complimenti, mi sembrava una follia. La figata che è in quel momento la canzone non girava più tantissimo in radio, era uscita a luglio. Dopo ci siamo scambiati i numeri e ci siamo iniziati a sentire. Gli ho fatto ascoltare anche “Fuori dai Locali” e mi ha iniziato a mandare audio dove era gasatissimo e un video dove mi diceva “prova ad alzare sta nota, cosi diventa una bomba”. Insomma, la vita è proprio beffarda, ti prende per il culo come vuole, c’è solo da cavalcare l’onda e stargli dietro.
Zingari prende il nome dalle “zingarate” di Amici Miei, se non mi sbaglio. Ora, visto che siamo toscani tutti e due e che se dici “zingarate” mi viene in mente le meglio cose: ci racconti la tua “zingarata” preferita, quella cosa che hai combinato e che se ci pensi ridi ancora? (magari legale eh, che non si sa mai!)
Legale…eh ah si! Più o meno legale, diciamo. Una notte, di ritorno da una serata di quelle un po’ così, un po’ “brillanti” diciamo, mentre siamo lì che facciamo colazione, io trovo in macchina un nastro di quelli che si usano nei cantieri per chiudere una strada. Guardo i miei zingari e chiedo “che si fa?”. Erano già partiti! Nastro da palo a palo, fazzoletto alla bocca, che urlavamo a tutti “Strada chiusa, fuga di gas, strada chiusa!”. Solo che nel frattempo uno di loro aveva chiuso la strada anche di dietro, quindi siamo fuggiti con una coda di ragazzetti mezzi ubriachi di ritorno come zombie da una serata che stavano li inchiodati davanti in fila senza sapere cosa fare, a motore spento ovviamente. Ti giuro, se ci ripenso muoio dal ridere. Visto da qui può sembrare una cosa stupida, ma in quel contesto era la cosa più stupidamente bella del mondo.
La Versilia. La Versilia è questo mito toscano intramontabile che immagino sia un po’ come Rimini per chi vive in Emilia Romagna. Ormai abbiamo deciso che è bellissima anche se in realtà magari non è vero, o qualcosa del genere. Magari perché ci abbiamo passato le vacanze da piccoli e sembra tutto più bello? Visto che tu ne hai scritto, cosa significa per te questa “saudade” inguaribile?
Ad aver deciso che è bella sono stati il mito, il cinema, forse i Vanzina, e hanno ragione, è la bellezza, solo che poi, come tutte le cose, ha anche il suo dark side. Io ci sono nato e tutt’ora ci vivo e mi rendo conto che se non scappi ogni tanto, ti rincoglionisce. É un po’ la California italiana, ci si sta troppo bene e inizi automaticamente a pensare che quello sia il livello di normalità, anche se non è cosi.
Poi la stagione estiva ha anche sempre un effetto di nostalgia. Sono 3 mesi in cui succede di tutto, specialmente da bambini o da ragazzetti, è proprio un tempo fermo, un’altra vita. Chi non l’ha vissuta, non potrà mai capire.
Domanda tecnica: ora che finalmente i concerti sono di nuovo fattibili, hai già progetti per portare in giro la tua musica live?
Purtroppo si naviga ancora tantissimo a vista, anche troppo. Se devo essere sincero, alcune cose sono riprese quasi nella normalità, mentre nello spettacolo c’è una latenza importante e un controllo a mio parere esagerato. Diciamo che spero che questo sia l’ultimo anno in cui dobbiamo ragionare ancora in questa ottica.
Tracklist
1. Le luccioline;
2. Fuori dai locali;
3. La radio fa godere;
4. Le commesse;
5. Bla Bla Bla;
6. Il lato B;
7. Le quattro;
8. Zingari;
9. Lei;
10. Drammatico;
11. Lucky Starr.
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