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Interviste

Death SS, con Ten vanno all’inferno (e diventano anche un fumetto)

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Il mio primo incontro con i Death SS (no, SS non ha niente di politico, sono le iniziali di Steve Sylvester) è avvenuto più di 20 anni fa: un mio amico (David, si chiama) mi fece una cassetta. Era ancora il tempo in cui, se un’amicizia era importante, ci scambiavamo le cassette. Così, fra la cover di No time to cry dei Sister of Mercy ad opera dei Cradle of Filth e un pezzo dei Beholder, sentii partire un riff di chitarra potenzialmente assassino seguito da una voce che, in quando ad affilatura, se la giocava bene con Roky Erickson quando canta Two headed dog. Let the Sabbath begin e i Death SS, band italiana fra i pilastri del metal nostrano (e non solo), fra l’altro molto amati dai Ghost, mi si sono infilati nelle orecchie e non se ne sono più andati e ora, a distanza di 21 anni da quel mio momento di epifania totale, escono con Ten, il loro nuovo album.

In uscita per Lucifer Rising Records, Ten è accompagnato dal video di Zora, dedicato alla vampira dei fumetti e quindi video fumettoso (Satana fa una cosa bellissima, ma non spoileriamo niente) e, visto che siamo in tema, da un vero e proprio fumetto di 24 pagine, in bianco e nero, scritto da Luca “Laca” Montagliani (Zagor, Vintagerotika, Suspiria, Il Male, Pasol) e disegnato da Alex Horley (DC comics, Marvel, Wizard, Dark Horse) che vede i nostri scendere all’inferno. E anche qui non dico altro, vi toccherà leggerlo (e sarà una cosa molto piacevole, quindi niente lamentele).
Steve Sylvester, voce, vampiro e anima della band fin dall’inizio, è parte del mondo del fumetto italiano: insieme a Montagliani, infatti, collabora alla stesura dei soggetti per Vintagerotika, ed è collezionista e conoscitore del fumetto pop erotico italiano dei tempi d’oro. Ci siamo fatti raccontare da lui qualcosa sul disco, sul fumetto e su cosa fa davvero paura vedere su uno schermo.

Ci tenevo a dire che più che piacere è un onore, perché ascolto i Death SS da praticamente vent’anni. Dovevo dirlo dopo, sennò non sembro professionale.

(ride).

Avete fatto il fumetto, insieme al disco, e io, da appassionata di fumetti, ho trovato tutto meraviglioso. Il fumetto è disegnato in modo incredibile da Alex Horley.
Si, è un bravissimo disegnatore, veramente un grande.

Come l’avete scelto, come avete deciso che era lui che doveva disegnare i Death SS che vanno all’inferno?
Conosco Alex da molti anni, e aveva disegnato anche per il nostro disco precedente: Rock n’roll Armageddon. L’ho conosciuto con una collaborazione con la casa editrice Annexia, che lavora con i fumetti erotici dagli anni ‘70. Sono collezionista del settore e amante del genere e, collaborando con Annexia, sono venuto a conoscenza anche di molti dei disegnatori. Sono molti disegnatori giovani, che hanno preso l’eredita di quelli che disegnavano negli anni ‘70, visto che pochi purtroppo sono i sopravvissuti di quell’epoca. Fra questi disegnatori c’è Alex Horley, conosciuto anche per aver disegnato sia per Marvel e DC Comics e anche perché, giovane e metallaro, ha disegnato anche la cover per Gene Simmons dei Kiss. Me lo sono fatto presentare ed è nata un’amicizia, anche perché abbiamo scoperto di avere molte cose in comune: la passione per la musica rock, per i film horror, per i fumetti. E’ un’anima complemetare. Da li prima ha disegnato l’artwork di Rock n’roll Armageddon e, visto che ci siamo trovati così bene, anche la copertina per il nuovo disco, Ten, cui abbiamo deciso per la prima volta un fumetto.

So che all’estero, a parte i Kiss che lo fanno da una vita, molte altre band lo stanno facendo. In Italia, per quanto riguarda rock e metal, siete i primi a fare un fumetto credo.
Si, siamo anche quelli che hanno più le caratteristiche per farlo, con un look particolare e la nostra passione per i fumetti fin dall’inizio. I Death SS sono una derivazione delle mie passioni per il cinema horror e per il fumetto, soprattutto. E’ stata una normale evoluzione quindi. In realtà ci pensavo già da tempo, però sai, le cose vanno colte quando è il momento giusto e ora si sono uniti tutti i tasselli ed è il momento giusto per uscire col fumetto.

Restando sempre su questo discorso, voi avete suonato al Lucca Comics qualche anno fa.
Si, l’ultima edizione prima del Covid.


Fra l’altro proprio il 31 ottobre, per Halloween.

Si, purtroppo era una serata in cui ha piovuto a dirotto, ma questo nonc i ha fermato ed è stato un bello spettacolo.


Pensate di tornarci come autori di un fumetto ora?

No, per ora non ci abbiamo pensato, sono cose che vengono un po’ da sé. L’altra volta abbiamo dato seguito a una richiesta precisa da parte degli organizzatori, e ne ho approfittato per fare delle conferenze con Luca “Laca” Montagliani con cui ho lavorato un po’ come collaboratore per le sexy vampire, e con altri disegnatori come Manuele Taglietti, che è uno degli autori di tutti questi fumetti e ha disegnato la copertina di Resurrection. E’ autore di fumetti come Zora, Sukia, Cimiteria, ed è stato un grande onore per me collaborare anche con lui.

Il video di Zora, per quel poco che si può vedere dal video del fumetto, è la trasposizione del fumetto in video.

(ride) Si, più o meno. Prende ispirazione dal clima di quel fumetto perché abbiamo voluto fare un video molto ironico con uno stile molto retrò. Ipoteticamente abbiamo fatto un viaggio all’inferno accompagnati da Zora la vampira con questo climax un po’ sexy, erotico e scolacciato tipico dei sexy fumetti degli anni ‘70.

Quindi ti sei messo da solo nel girone degli eretici con una bella tomba aperta che prende fuoco.
Si, una bella tomba aperta che prende spunto dal cerchio degli eretici di Dante.

E Satana che chiede l’autografo?
(ride) Quella è stata un po’ un’idea che è venuta parlando col regista (Andrea Falaschi, che recita anche nella parte di Satana), perché era stata fatta una fanzine che era stata abbastanza popolare fra i fan, molti anni fa, dove c’era Satana, sempre a fumetti, che ascoltava vari dischi e gli piaceva molto In death of Steve Sylvester. Allora abbiamo pensato che Satana aveva questo disco, che gli era piaciuto tanto, e una volta che ci ha visto all’inferno ha chiesto l’autografo. Una goliardata che abbiamo voluto fare.

Mi sembra giusto, ha colto l’occasione.

Si, ed è stato molto divertente.

Dunque: ho letto anche l’introduzione del disco che hai fatto, e scrivi che il dieci, Ten, è il numero che simboleggia un po’ il compimento delle cose. Non vuol mica dire che è l’ultimo disco, vero?
Non si sa, non pianifico mai le cose. Di sicuro mi sono accorto che la somma dei primi quattro numeri fa dieci, e anche questo disco è la somma dei nostri primi quattro dischi, a livello musicale e come ispirazione, quindi è un cerchio che si chiude. La somma dei primi quattro dischi con qualcosa di più moderno, trasportato al periodo attuale con quelli che sono oggi i Death SS. Risente molto anche di un clima molto dark che si è creato nel mondo negli ultimi due anni, con la pandemia e tutto quello che ne è conseguito, che ha contribuito a creare questo mood un po’ pessimistico e oscuro.

Lo presentate il 23 ottobre al Legend di Milano.
Si, c’è un anteprima con alcune persone e i giornalisti.

Ho visto che c’è la ristampa di “Il negromante del rock” e “La storia dei Death SS” in un’edizione meravigliosa.
Si, fatta da Tsunami editore.


E anche li finiamo in mezzo ai fumetti perché in “La storia dei Death SS” c’è Tiziano Sclavi.

Si, il fumetto è sempre parte del nostro background culturale e immaginifico, io stesso ho disegnato dei fumetti che ho messo in calce all’epoca nel primo libro, “Il negromante del rock”. Tiziano Sclavi ha fatto questa prefazione molto interessante che mi ha fatto molto piacere, perché anche lui conosceva i Death SS e li ascoltava, e li ha considerati un’ispirazione anche di Dylan Dog. E’ stata una cosa molto bella.

Ultima cosa: fare concerti, ora, è complicato. Voi avete già qualcosa in programma o vedrete un po’ come si evolve la situazione?

Allora, i Death SS già da molto tempo hanno optato per fare solo poche date particolari e importanti. Parteciperemo a date come Wacken del 2022, o una presentazione ufficiale al Rock the Castle di Verona. Però chiaramente è anche importante il fatto che queste date debbano essere fatte in totale libertà: senza le persone che devono stare per forza sedute, distanziate o mascherate perché si perderebbe il contatto e l’energia con il pubblico, che sono cose necessarie per un concerto rock. Per quello sono stato molto perentorio, ho fatto anche un paio di concerti ultimamente come ospite dei miei amici Deathless Legacy e purtroppo hanno dovuto fare concerti davanti a poche persone sedute, distanziate, che non possono nemmeno alzarsi. Ed è una cosa che a me proprio non piace, si perde lo spirito del rock. Ci deve essere uno scambio energetico fra l’artista sul palco e il pubblico, e se viene a mancare perché il pubblico deve stare seduto e buono non è fattibile, secondo me.

Anche perché vedere un concerto rock a sedere è una sofferenza.

(ride) Esatto, assolutamente.

Ultima cosa per curiosità mia, personale: anche io sono appassionata di film horror ma non riesco a trovare più horror che fanno davvero paura.

Si, ormai è stato fatto tutto e il contrario di tutto, quindi più o meno si stanno ripetendo e riciclando le stesse sceneggiature con gli effetti speciali più tecnologici. Il sentimento della paura lo danno più i fatti di cronaca che l’horror: l’horror tradizionale, quello con i mostri e i vampiri, del gotico, ha personaggi che ormai sono più rassicuranti che terrorizzanti. Fanno più paura l’ignoranza e i fatti di cronaca veri che un lupo mannaro.

Infatti ti volevo chiedere che cos’è che serve davvero per fare paura, visto che avete comunque costruito l’immagine della band sui personaggi dell’horror.

I personaggi dell’horror sono diventati ormai un po’ come supereroi, come degli eretici, perché sono quelli che si ribellano a una concezione prestabilita, anche estetica e di comportamento, di vita. Quelli che fanno paura sono persone che magari hanno un aspetto normale ma detengono il potere e cercano di servirsene. La paura è dovuta a cosa più realistiche rispetto ai personaggi gotici. La vera paura ce l’hai guardando il telegiornale, non un film dell’orrore.

Ricordiamo tracklist e artwork, curato ancora una volta da Alex Horley:
Album Cover “TEN”
1. The Black Plague
2. Zora
3. Under Satan’s Sun
4. Rebel God
5. Temple Of The Rain
6. Ride The Dragon
7. Suspiria
8. Heretics
9. The World Is Doomed
10. Lucifer

“Ten” sarà pubblicato nei formati CD ed LP, disponibile qui il preorder: https://bfan.link/Ten
Contiene in omaggio un fumetto inedito di 24 pagine, disegnato da Alex Horley.



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