Interviste
Sara Loreni si prende il suo posto con “Cavalco La Tigre”
Forse ve la ricordate: Sara Loreni è quella musicista che, a X-Factor, decise di andarsene perché quello non era il suo posto, non era il suo palco, anche se con la sua loop station aveva mandato in visibilio più di un giudice. Adesso è tornata con “Cavalco la tigre”, il suo album uscito venerdì 4 marzo anticipato dal singolo omonimo a fine febbraio, e sembra che il suo posto l’abbia trovato. E che se lo tenga stretto.
“Cavalco la tigre”. Per una come me, cresciuta con Sandokan, è una roba da eroi. Sa di conquista, e di prendere i tuoi demoni per la collottola e usarli come bicicletta. Un mezzo di trasporto potente e incontrollabile che devi saper usare, insomma. Da dove viene questo titolo?
Ho sentito per la prima volta questa espressione nella bassa reggiana durante una discussione e ne sono rimasta molto colpita, soprattutto perché nella bassa reggiana di tigri non se ne sono mai viste. A parte quelle di Ligabue. Sapeva di gesto sconsiderato, ma anche profondamente coraggioso, di qualcosa di esotico, ma anche di profondamente onirico. Poi ho approfondito, ho scoperto che c’è anche una divinità Indù, la durga, che cavalca una tigre.
Ci hanno sempre dipinto, noi donne, come il sesso debole. Quelle che sono irrazionali. Quelle che devono essere aiutate, sorrette, che non reggerebbero mai a un impulso energetico come quello di “Cavalco la tigre”. Eppure sono le cantautrici donne che scrivono queste cose. Domanda: sono davvero riusciti a convincerci che siamo deboli, o devono ancora provarci per secoli prima che ci cadiamo?
Hai utilizzato un verbo (“reggerebbero”) che si ricollega alla zona di cui ho parlato prima, in Emilia la signora della casa si chiama Rezdôra , ossia quella che regge e che dirige. Chi ci ha dipinto così, probabilmente, lo ha fatto per timore della nostra forza gentile.
Come mai hai scelto di rendere omaggio proprio a Mogol e Battisti? Era un pezzo che si legava bene al disco o li hai proprio scelti, loro fra tanti?
È un pezzo che amo molto, da sempre, perché lavora a più livelli. Ha un incastro ritmico e un giro di basso che sono molto avvolgenti, è un pezzo molto moderno perché sembra proprio nascere da un beat. Anche il testo, apparentemente semplice e immediato, offre prospettive di più ampio respiro.
“Himalaya” parla dell’amore verso un’altra persona. L’ “Himalaya” è una montagna leggendaria, una degli 8000, una vetta che è irraggiungibile, raggiunta e agognata. Quindi KA-BOOM! Hai racchiuso l’essenza dell’amore in una canzone sola, i miei complimenti!
Grazie mille, sono felice di questa tua lettura.
Giuro che mi ricordo di te, a X-Factor. E di quando hai detto che te ne andavi perché non era il tuo posto, non era giusto per te. Madonna quanto ti ho adorato. Non è nemmeno una domanda, è una dichiarazione proprio!
Vuoi farmi scendere la lacrimuccia? (ride)
Domanda: hai un tour in arrivo? Ti vedremo suonare live?
Sicuramente suonerò il 12 aprile a Cesena, al tour ci stiamo lavorando e ogni energia positiva è ben accetta! Sulle pagine Instagram e Facebook pubblicherò gli aggiornamenti.
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