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Interviste

Psiker, come sarebbe poter premere CTRL ALT CANC?

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Psiker è l’alter ego del milanese finance manager Massimo Curcio, on line con il brano e con il video di “CTRL ALT CANC” in collaborazione con il rapper VEGA. Nel videoclip viene rappresentato il dualismo tra Massimo Curcio e Psiker: da un lato c’è Massimo impiegato,vestito con abiti formali, irrigidito dal contesto tipico da ufficio, dall’altro c’è Psiker, che invece si esprime liberamente, balla e si diverte.
In “Ctrl Alt Canc” Psiker racconta del momento cui, guardandosi allo specchio, ci si ritrova a fare i conti con le scelte sbagliate e gli insuccessi e si decide di resettare tutto, come si fa sulla tastiera del computer, premendo i tasti Ctrl Alt Canc. 

Ctlr Alt Canc è il tuo ultimo brano, ma è anche un comando informatico per accedere a tutta una serie di funzioni. A quali tipi di sistemi vorresti avere accesso con la tua musica?

Mi piacerebbe senza dubbio fare in modo che le mie canzoni riuscissero ad arrivare ad un pubblico più vasto e mi piacerebbe che questo accadesse restando fedele alla mia passione per la musica, che mi porta ancora oggi a preferire il “concept” al “commerce”. Vorrei che fosse la mia musica a parlare di sè stessa e non io di lei.

Con il comando “Ctrl Alt Canc” si può anche resettare tutto. C’è qualcosa che vorresti davvero cancellare?

Senza cadere nella retorica, non c’è nulla che vorrei cancellare, perché ogni pezzo di vissuto credo vada rispettato sia per gli insegnamenti che porta con sè, sia per il semplice fatto di poterlo vivere. Ho scritto “Ctrl Alt Canc” immaginandomi quanto sarebbe stato utile poter fare un reset della vita che stavamo vivendo in quello specifico momento. Era appena iniziato il primo lockdown e leggevo tanta paura e incertezza negli occhi della gente, quindi un riavvio, proprio come quello che si può fare ad un computer impallato, non sarebbe stata una brutta soluzione. Oggi mi rendo conto che, a distanza di due anni, ci sarebbe ancora bisogno di un bel “Ctrl Alt Canc”.

Le sonorità di questo brano hanno radici nel mood degli anni 80/90. Senti che sia un periodo musicale che ti calza a pennello? 

Non riesco e non voglio allontanarmi dalle sonorità di quel periodo. Ogni volta che produco un mio brano, mi rendo conto di quanto la musica che ho ascoltato in piena adolescenza mi abbia formato musicalmente.

Se oggi ho deciso di collaborare con ragazzi che in media hanno la metà della mia età, è solo perché ritengo che stiamo finalmente vivendo un periodo di rinascita musicale, a differenza dei primi quindici anni del XXI secolo, periodo in cui, la sempre piè diffusa pirateria online, aveva messo in forte crisi il mercato discografico e, come un cane che si morde la coda, a pagarne le conseguenze è stata la qualità dei prodotto pubblicati. Credo che le produzioni musicali della scena urban e trap attuale, siano molto vicine alle sonorità che sono parte del mio background.

Come nasce la collaborazione con Vega e Whizy?

Ho scelto di collaborare con musicisti della scena urban e trap perché, reputo sia il territorio più ricco di musicisti di talento. Avevo un chiaro obbiettivo: scrivere pezzi con lo spirito di quando scrivevo a venti anni e, per farlo, avevo bisogno di ventenni. Il mix tra generazioni così diverse, mi ha permesso di dare alla canzone un sound più moderno e forse mi ha pure ringiovanito spiritualmente.

A parte queste ultime collaborazioni, ho letto che anche in passato hai avuto il piacere di collaborare con diversi artisti. È quindi un piacere reale quello di scoprire e unire diversi tipi di creatività per fonderli e produrre musica insieme? 

Assolutamente sì. Non ti dico che sia una cosa facile, perché collaborare significa anche tenere il ritmo delle persone di cui ti circondi. Lavorare con ragazzi di una generazione nuova rispetto alla mia aggiunge inoltre uno svantaggio comunicativo, perché talvolta sembra che ci si parli in una lingua completamente diversa. In passato ho fatto un lavoro opposto. Ho inciso un disco, intitolato “Maximo” (2016) con i musicisti che ascoltavo quando ero io teenager. Cosi sono riuscito ad avere con me Raffaella Destefano (Madreblu), Luca Urbani (Soerba), Odette di Maio (Soon) e Francesca Gastaldi (Yeroyen). Ho esaudito un sogno e, ad oggi, considero Maximo il mio miglior disco.

Al secolo Massimo Curcio in arte PSIKER, è difficile scegliere un nome d’arte che funzioni? 

È stato piuttosto facile 20 anni fa, quando l’ho inventato. È bastata una sera a casa di una mia grande amica e avere in chiaro una cosa: doveva essere composto da una sola parola, così come sono composti. 

Da una sola parola tutti i titoli degli album che ho pubblicato. In passato volevo cambiare e utilizzare il mio nome anagrafico, perché era la tendenza del momento. Oggi stiamo tornando ai nomi d’arte e quindi non lo cambio! Ti svelo pero una cosa: un cambiamento l’ho apportato. Nella copertina di “Ctrl Alt Canc”, per la prima volta in 20 anni, non ho usato il logo originale di PSIKER.

Nella vita sei, oltre che far parte del mondo della musica sei anche un Finance Manager, come concili questi due mondi?

Pur essendo molto diverse, le due attività sono una essenziale per l’altra. Senza la musica non riuscirei a fare il mio lavoro da Finance Manager con la giusta determinazione e, senza quest’ultimo, non potrei mantenere la passione per la mia musica dato che Massimo è il produttore esecutivo di Psiker. Insomma, vivo in pratica due vite, è impegnativo tanto quanto appagante e non potrei fare altrimenti.

C’è in cantiere un nuovo album?

C’è in cantiere di tutto. Ho deciso che quest’anno mi dedicherò alla mia passione per la musica con la stessa determinazione di quando avevo mosso i primi passi nel mercato discografico, nel lontano 2001. Ho scritto un numero di brani sufficienti per pubblicare un nuovo album e soprattutto vivo un momento di forte creatività. Speriamo di rendere un po’ di sana giustizia alle nuove canzoni che ho scritto!

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