Connect with us

Report Concerti

Yann Tiersen al Flowers Festival per il tour Europeo 2022: Un viaggio etereo e onirico

Published

on

Yann Tiersen, compositore bretone, è molto spesso associato alla produzione di colonne sonore, tra cui sicuramente la più famosa e popolare, è quella del film “Il favoloso mondo di Amélie” del 2001. 

Ecco la performance di ieri non ha avuto nulla a che vedere con il concerto del 2019, sempre al Flowers, in cui Tiersen ha interpretato molti dei suoi brani più celebri tratti dalle colonne sonore.

Ieri sera la meravigliosa location del Parco della Certosa di Collegno che ospita il Festival si è trasformata ancora una volta: dal rock di Manuel Agnelli e Bengala Fire, al rap di Willie Peyote e Caparezza dei giorni scorsi, sembrava di essere stati catapultati in un viaggio surreale con un’atmosfera di suoni ed effetti visualper una performance di grande pathos.

Tiersen ci ha accompagnato in un viaggio con suoni, rumori ed effetti visivi tridimensionali proiettati su due schermi, uno dietro il compositore e l’altro davanti, fronte pubblico,  che hanno letteralmente rapito e catturato l’attenzione degli spettatori.

I suoni del mare, che ci cullavano, la musica elettronica che a tratti ci martellava, le sonorità minimali che invece ci tranquillizzavano e ci facevano rilassare, la voce di Quinquis (Emilie Tiersen, che ha anche aperto lo show prima del marito) che cantava sia in dialetto bretone sia in francese, il tutto ben si sposava nell’insieme della performance, come un viaggio onirico in cui chiudere gli occhi e lasciarsi andare.

Le diverse anime  musicali espresse durante il particolarissimo spettacolo, erano ben rappresentate dalle differenti reazioni del pubblico: chi avvolto dai suoni ambient e psichedelici si è seduto o disteso sul prato dell’arena a goderne; chi invece trascinato dai ritmi più intensi ed elettronici si è lanciato in danze scatenate. Qualcuno è stato anche deluso, poiché si aspettava di ascoltare il valzerino di Amelié  Poulain come nei precedenti concerti, ma è certamente rimasto colpito dalla capacità di cambiamento di Tiersen, per la sua ecletticità, tutt’altro che banale trasformismo commerciale.

Dalle prime note, fino alla fine del concerto ci si è trovati immersi in un turbinio di sintetizzatori, sequencer, computer che emettevano suoni artificiali intrecciati con i suoni della natura, che hanno reso quest’esperienza davvero particolare, quasi l’essere parte di un fluido primitivo che scorreva nel quale ogni elementoera perfettamente amalgamato dall’arte di un sapiente alchimista e ciò mi ha ricordato i primi lavori di Jean Michel Jarre e le sonorità  dei Tangerine Dream. In una traccia più elettronica delle altre  si è potuto anche cogliere un accenno di “Das Model” dei Kraftwerk, forse un omaggio di Yann alla band tedesca.

DISCHI

Tag