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Interviste

Charlie Cunningham presenta “Frame”, il suo disco più vario fino a questo momento

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Charlie Cunningham presenta “Frame”, il suo nuovo album di inediti, preceduto dal singolo “So it seems”. In uscita il 31 marzo, il disco del cantautore britannico è più vario e sfaccettato dei precedenti, ed apre le porte al tour da headliner che lo porter in giro per l’Europa (no, l’Italia non è contemplata purtroppo, ma Charlie spera di poter venire presto dalle nostre parti): “Frame” unisce il cantautorato del suo autore al jazz e al rock, ed è il degno passo successive di un cammino che ha visto Charlie Cunningham partire dagli ascolti sul web in continua crescita fino ad arrivare ad esibirsi alla Queen Elizabeth Hall di Londra. 

Hai detto che siamo la somma di tutti gli aspetti della nostra personalità in lotta, e che le tue canzoni sono le conversazioni frag li aspetti della tua personalità. Litigano mai? E che succeed, musicalmente, quando succeede? 
Certo che litigano, credo che tutti noi abbiamo continui pensieri ed emozioni conflittuali, credo sia ciò che significa essere umani. Il lavoro che dobbiamo fare è quello di trovare la pace in quell conflitto, essere comprensivi e gentili con tutti questi nostril diversi aspetti. Non sono sicuro come questi si manifestino da un punto di vista musicale, forse questo disco è quanto di più vicino possa arrivare a una risposta. 

Questo album è più vario degli altri: si potrebbe dire che forse hai subito più influenze del solito, ma onestamente penso che tu abbia semplicemente permesso alla tua testa di andare dove voleva. Com’è andata in realtà?
Direi che sia una combinazione fra le due cose: ascolto sempre un sacco di musica diversa, e immagino si manifesti nella mia, di musica. Però si, c’è un elemento sorpresa nel processo creativo che dev’essere più che accettato. È un processo di scoperta continua, almeno per me.  

Sentiti libero di non rispondere se la domanda non ti piace! Ti sei laureato in musica anche se sei dislessico, e la dislessia ti impediva di leggere la musica. Per come la vedo io significa che la musica era ciò a cui eri destinato: se è così, non ti ferma niente. Come hai superato il problema e, come dislessico, come lavori con la musica da un punto di vista pratico?
Non riesco davvero a leggere la musica, sfortunatamente il mio cervello non funziona così. Sono davvero invidioso di chi può sedersi davanti a uno spartito e suonarlo senza problem, dev’essere bellissimo. Per quanto mi riguarda, sapevo di avere un’abilità naturale nel sentire la musica ed esprimermi tramite essa. 

Il tuo tour è in arrivo e non c’è traccia dell’Italia. Verrai da noi in future?
Si! Non vedo l’ora di suonare un po’ dale vostre parti. Ho girato per l’Italia per qualche settimana una volta finite il disco, e mi è piaciuta così tanto. Spero davvero di poter venire presto, incrociamo le dita!

Per curiosità: hai venduto la tua Telecaster per poterti permettere di trasferirti a Siviglia, e poi…ne hai ricomprata un’altra? Quali sono state le mosse successive?
Si, è successo circa 13 anni fa: poi ho comprato una chitarra da Flamenco da Antonio Benal a Siviglia, e ci ho registrato tutte le canzoni e suonato in tutti i live che ho fatto. Ho anche preso una steel string Martin acustic qualche anno fa. È sempre bello avere un nuovo strumento, senti una specie di piacevole obbligo nell’usarlo al meglio possibile. Anche se devo starci attento perchè la cosa potrebbe diventare dispendiosa!

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