Editoriali

Damiano David: dai Måneskin alla carriera solista, storia di un leader predestinato.

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Il 16 maggio uscirà il suo primo album solista “Funny Little Fears”, ma, nel mentre, Damiano David, che quest’estate sarà live nei principali festival mondiali, dal Lollapalooza, al Bonnaroo, sta già facendo segnare numeri da record con le date del World Tour 2025, prodotto e distribuito da Vivo Concerti. Oltre 30 date, quasi tutte sold out, tra Europa, Australia, Asia, Nord e Sud America, con cui toccherà anche l’Italia: il 7 ottobre all’Unipol Forum di Milano (sold out) e, poi, al Palazzo dello Sport di Roma, l’11 ottobre (sold out) e il 12 ottobre. I biglietti sono disponibili in prevendita sul sito ufficiale dell’artista.

Presentato in anteprima dal vivo con uno showcase all’iconico El Rey Theatre di Los Angeles, “Funny Little Fears”, album attesissimo da tutti i fan di Damiano e dei Måneskin, uscirà via Sony/Epic Records e segna il primo frutto maturo di quella che, dopo l’incredibile exploit planetario della band romana, è apparsa come un’inevitabile pausa. Un necessario momento di decompressione e ricalcolo, dopo anni di incessanti tournée mondiali, giunto, ragionevolmente, anche a contenere i rischi legati all’uscita di un terzo album targato Måneskin, dopo gli strepitosi risultati di “Teatro d’ira – Vol. I” (2021) e “Rush!” (2023).

Un assaggio del nuovo corso della carriera di Damiano (già arrivata nei numeri a qualcosa come 200 milioni di streams complessivi) il pubblico italiano lo ha avuto, a febbraio, con l’esibizione a Sanremo, dove, da ospite internazionale, ha presentato il singolo “Born With A Broken Heart”, performance dalle atmosfere raffinate, sull’onda di un orecchiabilissimo suono alt rock dal sapore internazionale, vicino ai The Killers di Brandon Flowers e ai più recenti Kings of Leon. Farà parte di una tracklist di 14 tracce, comprendente anche gli altri singoli di lancio del progetto: “Silverlines” (prodotto da Labrinth) e l’ultimo “Next Summer”, con cui si è esibito in un’emozionante versione live al “Jimmy Kimmel Live!”.

«Ho sempre avuto paura dell’altezza, che da un momento all’altro la terra si rompesse sotto i miei piedi e tutto sparisse in un secondo», ha dichiarato Damiano. «Ho avuto paura dell’oscurità, un’immensità che non riesco a vedere o a capire, che potrebbe catturarmi se non faccio attenzione a dove metto i piedi. Ho avuto paura di me stesso, di chiedere troppo, di rincorrere qualcosa che non sapevo neppure di volere veramente. E sinceramente a volte ho ancora paura, ma mi sono scritto un manuale. Spero che anche voi lo troviate utile. L’ho chiamato “Funny Little Fears”».

A soli 26 anni Damiano David, che oggi vive negli States ed è felicemente fidanzato con l’attrice e cantante americana Dove Cameron, è seduto sulla cima del mondo, un’altezza di cui non stupisce abbia paura, ma come ci è arrivato? Dai primi passi mossi suonando in strada con i suoi compagni di merende Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio, i Måneskin, alle esibizioni da headliner al Coachella, Damiano David è stato leader appassionato di un esercito rock, un manipolo di sognatori dapprima, divenuto nel tempo un’armata invincibile (o quasi). E pensare che all’inizio Vic e Thomas lo avevano scartato dalla band: «Troppo pop».

Lo ricordiamo a “X Factor”, nel 2017, fratellone maggiore di un gruppo altrimenti di tutti minorenni, di cui, a malapena diciottenne, si assumerà la tutela legale. Se non è un leader questo? «Follow me, follow me! You are listening to “Chosen”», queste le sue prime parole all’audizione. Poche settimane dopo incendierà il palco, facendo la pole dance in un succinto paio di pantaloncini di pelle e stivalazzo taccato, sulle note della cover di “Kiss This” dei The Struts. Se non è un predestinato questo? Quell’edizione la vincerà Lorenzo Licitra, i Måneskin arriveranno secondi, ma non si può fermare ciò che è sulla sua strada.

Dopo l’ep “Chosen”, Damiano e soci pubblicheranno il loro album d’esordio, “Il ballo della vita”, contenente il singolo “Torna a casa”: un punto di svolta e l’inizio di un’inarrestabile ascesa, che David ha deciso di portare per sempre con sé, letteralmente tatuato sul petto. Il botto quello vero, però, arriverà nel 2021, quando ancora poco conosciuti dal pubblico generalista i Måneskin porteranno sul palco del 71° Festival di Sanremo “Zitti e Buoni”, un’esplosione di rock incendiario, che dall’Ariston li proietterà direttamente sulla scena internazionale. Fuori di testa, sì, ma diversi da loro. È il grido di una generazione di “alieni”, la rivendicazione urlata di un’unicità irrinunciabile, che per Damiano e soci, pionieri nel rilanciare nel mainstream italiano un suono rock da tempo sopito, è dna e marchio di fabbrica.

La vittoria, lo stesso anno, all’Eurovision Song Contest di Rotterdam segnerà la definitiva consacrazione del successo mondiale della band. Il resto è storia, una storia, di cui ci piace ricordare qualche piccola tappa indelebile, tipo l’apertura per i Rolling Stones a Las Vegas, nel novembre del 2021, qualche mese dopo aver realizzato con Iggy Pop una versione del loro brano “I Wanna Be Your Slave” e aver raggiunto la vetta della classifica mondiale di Spotify con la loro versione di “Beggin’” dei Four Seasons. E ancora, live live live, anche al Rock Am Ring e al Madison Square Garden di New York, a suggello di collaborazioni come quella con Tom Morello nel loro brano “Gossip” o nella cover di “If I Can dream” di Elvis per il biopic diretto da Baz Luhrmann.

Il palmares? Un American Music Award, un Billboard Music Award, tre MTV Europe Music Award, due MTV Video Music Award e una candidatura ai Grammy Award, circa 40 milioni di copie vendute tra album e singoli e più di 8 miliardi di stream totali su Spotify. Un successo travolgente, quello dei Måneskin, dove non stupisce affatto che, a tratti, Damiano si sia sentito perso. Sono rock, non sono rock? Mentre i ragazzi macinavano numeri e chilometri alla conquista del mondo, in molti si perdevano nella polemica. È quello che è, signori, ma è. Un successo grandioso, che ha portato ad un altro livello una band italiana, benché nata con una vocazione internazionale. È la dimostrazione concreta che si può.

Ora è tempo di una nuova sfida, leader di se stesso, con la sua forza, l’eleganza da dandy, una voce gloriosa e una vulnerabilità di cui non ha mai fatto mistero, Damiano David è pronto a raccontare parti di sé, che non abbiamo mai conosciuto e giocarsi il suo personalissimo all in. Una nuova storia tutta da scrivere, per provare a dimostrare che si può, che i sogni, anche quelli più selvaggi, vanno rincorsi e tracciare, ancora una volta, una via da seguire.

Foto di Valentina Ceccatelli

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