Connect with us

Report

The Pineapple Thief: il report del live all’Auditorium di Roma

Published

on

The Pinneapple Thief - Foto Free Creative Commons tratta da: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:The_Pineapple_Thief_in_Mexico_City_(2019).jpg

Quella di venerdì 28 all’Auditorium della Musica di Roma è stata una serata indimenticabile per i fan del prog dal tratto unico come quello dei The Pineapple Thief. Inscenando un live mozzafiato di due ore e mezza in uno dei teatri più prestigiosi della capitale, non si sono risparmiati nulla: una scaletta contenente dai brani più famosi e recenti alle vecchie perle dei primi anni, una performance ricca di stile, jam, assoli, giochi di luce e atmosfere da brividi coronate dall’esperienza sonora fantastica che regala il teatro dell’Auditorium.

La formazione classica della band, con Bruce Soord alla voce, affiancato da Berren Matthews alla chitarra, Jon Sykes al basso, Steve Kitch tastierista e l‘ex membro dei Porcupine Tree, Gavin Harrison alla batteria, si è distinta fin dagli inizi per la loro musica introspettiva e carica di energia. Le loro lente e morbide atmosfere che si trasformano in un’esplosione di rock pieno di colori, costruito sui giochi ritmici di un batterista formidabile, ed una sintonia tra cinque talenti indiscutibili che fece della profondità emotiva il loro marchio di fabbrica, ha lasciato un’impronta nel prog-rock contemporaneo che tutt’ora continua a riempire palazzetti e teatri.

Clicca qui per vedere il video di “The Frost” dal nuovo album “It Leads To This”

E proprio ieri, dopo tre anni che non venivano a trovarci, hanno riempito l’Auditorium di Roma di fan e appassionati. Con apertura delle porte alle 20:30, dopo un quarto d’ora si presentano sul palco, partendo subito in quinta con i loro grandi successi, portando poi pezzi dei nuovi e dei vecchi album, esibendosi tra mille ritmi, chitarre soft e chitarre distorte, synth caldi e tastiere compatte, voci sensibili e voci aggressive, creando l’atmosfera del loro mondo che seguirà per tutto il live. La scaletta di questo primo inizio parte con The Frost (brano d’apertura), la hit In Exile, poi Demons, Version of the Truth ed il suo assolo fantastico, White Mist e Now it’s Yours… un inizio coi fiocchi.

Circa un’ora dopo, Bruce Soord al microfono prepara l’inaspettato: vediamo i membri della band cambiare postazione e sedersi uno fianco all’altro con un singolo strumento, Bruce ha un’acustica, Harrison un tamburo tribale. Da qui parte una sezione del live con una forte componente acustica e minimale, dall’aria nostalgica e dalla magia incredibile, seguendo appunto una scaletta contenente Threatening War, Barely Breathing, Snowdrops, e l’emozionante It Leads to This..

Dopo quattro brani, ritornano alla postazione originale e il concerto si sviluppa in una calma apparente alternata a una potenza di suoni che corollano la loro discografia, suonano Rubicon, Our Mire, Every Trace of Us; Bruce scende dal palco con la chitarra e suona girando tra le poltrone, Matthews sprigiona energia pura dal corpo, dopo ogni brano ci sono almeno 2 minuti di applausi, e in 2/3 pezzi si va al ritmo di Harrison con le mani.. E dopo un sospiro e la botta di pathos di queste due ore e mezza, il viaggio sembra concludersi con Give It Back, con Soord che canta “…And I will give it back to you…” mentre indica gli spalti.. abbiamo inteso che ritornerete per regalarci un altro live indimenticabile.. Ma non siamo ancora sazi, dopo esser usciti dal palco e spente le luci, tornano carichi a mille per regalarci il vero finale, suonano Fend for Yourself, Alone at Sea, e chiudono in bellezza con The Final Thing on My Mind, brano dall’emozione tangibile, che lascerà senza dubbio indelebile il ricordo di quest’esperienza a tutti quanti.

https://www.pineapplethief.com/tour/