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I LEAP uniscono nel potere della musica

La musica ha il potere di aggregare e abbattere le barriere e nonostante la serata del 20 maggio fosse molto piovosa ed infrasettimanale, Santeria è stata presa quasi d’assalto per l’unica data italiana degli inglesi LEAP, supportati dai viennesi Glazed Curtains.
Prima ancora di iniziare la narrazione di quella che è stata una serata gioiosa, ben suonata e molto coinvolgente, mi prendo questo spazio di parlare in prima persona del clima pre-live che ha visto entrambe le band stare, senza troppi fronzoli, in mezzo al pubblico, a disposizione per fotografie e chiacchiere, senza quella spocchia che sempre più spesso sembra essere parte integrante di un sistema artistico, talvolta senza neanche ben troppi meriti.
Ho visto moltissimi concerti nella mia vita e non è scontato vedere una band stare sottopalco a supportare il performer di turno e scambiarsi successivamente il ruolo. Tutto questo, per quanto mi riguarda, unisce e crea una sintonia tra pubblico e musicisti ormai sempre più rara.
Fatta questa doverosa premessa che forse sancisce la mia età, si sono quasi fatte le venti e trenta quando le luci si abbassano e sul palco entrano in scena i Glazed Curtains, quartetto austriaco ancora poco conosciuto, che con il loro tiro particolarmente catchy, un mood rilassato e allo stesso tempo coinvolgente, ha saputo catturare un pubblico via via più fitto e attento.
I suoni perfetti e la coesione sopra e sotto palco, hanno fatto sì che la mezz’ora abbondante di performance volasse, finendo forse troppo in fretta. I brani proposti hanno omaggiato prevalentemente “Claustrophobia”, album uscito in autunno e che merita di essere consumato, con anche una incursione dei Pixies con la cover di “Where Is My Mind?” e altri vecchi successi. Il sound proposto è molto interessante e spazia da un indie rock estremamente pulito e classico, che strizza l’occhio ad un concept molto personale, e mi auguro non si perda mai questa loro sfumatura caratteristica.
Sono circa le ventuno e trenta quando fanno il loro ingresso i LEAP, che per la successiva ora e mezza faranno saltare, ballare – con aggiunta di un mosh pit, che mai mi sarei aspettata su questo genere – grandi e piccoli, uniti dalla stessa passione per la musica. L’ho già detto in apertura, ma sono rimasta piacevolmente stupita e colpita dal pubblico variegato che ha visto sotto palco bambini, over 50, trentenni (eccomi!) senza però nulla togliere ad un pubblico molto molto giovane, che per età viene spesso incolpato di avere gusti musicali un po’ dubbi.

E’ stato bello trovarsi a fianco di Versailles (andate a vedere il video di “Goosebumps” alle audition di X-Factor 2021, edizione nel quale portò un intelligente mash up fra Travis
Scott ed Alice In Chains), il cantante dei Glazed Curtains e due compaňeros decisamente sbronzi, che a loro modo hanno performato sulla maggior parte della scaletta con qualche “lieve”, ma buffa, stonatura. I suoni, anche in questo caso, sono stati perfettamente calibrati, senza alcuna increspatura, e permettendo di poter ascoltare ciascun componente di cui va spezzata una enorme lancia a favore di Declan “BullsEye” Brown, bassista, la cui linea strumentale è stara una protagonista fondamentale dell’intera performance.
Jack Balfour Scott, frontman, si è letteralmente mangiato il palco, senza mancare neanche mezza nota, sprizzando energia e sudore da tutti i pori. E se sul palco non c’è abbastanza spazio, cosa si fa? Semplice, si salta giù e si va a cantare in mezzo al pubblico!

La scaletta è stata quasi un best of della band, che tra vecchie e nuove uscite porta avanti una sorta di rock/pop/indie estremamente gradevole, talvolta con una bella strizzata di occhio al mondo radiofonico, che però nel complesso non cede a chissà quali compromessi.
Il mood è stato quello di una festa fra amici, che prevede divertimento, un bel cantare tutti insieme e la libertà di saltare e ballare con l’unico scopo di essere felici.
Avrei potuto fare la lista della spesa ed un lungo elenco di canzoni, ma ho scelto altro, perché le canzoni si possono scoprire ed ascoltare, ma l’atmosfera temporanea che si crea ad un concerto, beh quella è unica e non è destinata a ripetersi in egual modo nella data successiva.
Clicca qui per vedere le foto del concerto dei Leap a Milano, oppure sfoglia la gallery qui sotto:
Testo di Francesca Carbone
Foto di Mairo Cinquetti