Duran Duran agli IDays: un tuffo controllato nel futuro attraverso il passato

All’Ippodromo SNAI di San Siro sono tornati i Duran Duran. Non come celebrazione nostalgica fine a sé stessa, ma come tappa coerente del loro lungo percorso che, iniziato nei primi anni Ottanta, continua a cercare un equilibrio tra radici e mutazione.

Sul palco, Simon Le Bon e compagni non cercano forzatamente la forma giovanile, ma propongono un’idea di longevità musicale che non rinuncia alla cura visiva, ai giochi di luce, agli inserti video, ma soprattutto a un suono calibrato, ben controllato, adatto a una platea variegata per età e aspettative.

La setlist tocca i brani simbolo, da “Hungry Like the Wolf” a “Ordinary World”, da “The Reflex” a “A View to a Kill” , ma è attraversata da interventi più recenti che si integrano senza fratture: la band lavora sul suono con attenzione, mantenendo una linea coerente che tiene insieme funk, elettronica e pop.

Non c’è eccesso nella performance, che mostra una band cosciente del proprio peso e capace di gestire la narrazione di sé.

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Foto di Mairo Cinquetti