Animal Collective – Painting With

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Gli Animal Collective sfornano la loro decima fatica e per la prima volta decidono di scrivere e incidere interamente i brani in uno studio, piuttosto che lavorare nei ritagli di tempo libero nel corso di un tour.
Il risultato è “Painting With”, una tavolozza su cui gli A.C. hanno gettato un’intera scatola di colori lasciando che la tela li assorbisse, generando macchie e strati di suoni che possono disorientare al primo ascolto.
Anche questo è un disco psichedelico e sperimentale come i precedenti, solo che ha sonorità più pop che rimandano quasi ad atmosfere chill-out sporcate da un delirio disorientante: una sorta di gioco malizioso al farsi riconoscere per stile e nascondersi contemporaneamente dietro ad un genere assorbito ma non proprio.

Inevitabilmente ci sono momenti – voluti – in cui il disco frena, ma per la maggior parte è costituito da brani immediati, costruiti su una miriade di stili coesi e amalgamati che a volte danno anche un senso di nausea acustica.
Si può essere impressionati o stravolti dal risultato raggiunto, e fin dall’inizio è difficile ascoltare canzoni come “FloriDada” senza immaginare i suoi autori seduti nella sala d’incisione, i dinosauri sulle pareti di fianco al poster dei Beach Boys, con il controller di un Nintendo o un Mega Drive d’annata in mano, a sfidarsi al classico titolone ammazzacrediti.
Gli Animal Collective sono in forma e hanno creato un caleidoscopio psicotico di canzoni, affermando apertamente: “Vogliamo avere il nostro sound, e ci rendiamo conto che è per alcune persone e non per altre“.
Ecco, speriamo solo che pur di trovare nuovi fan non finiscano col perderne troppi di quelli vecchi.

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