Ma Jeunesse – La Possibilité d’une Ile – L’amoureuse – Tu es ma Came – Salut Marin – Ta Tienne – Péché D’envie – You Belong to Me – Le Temps Perdu – Déranger les Pierres – Je Suis Une Enfant – L’antilope – Notre Grand Amour est mort – Il Vecchio e il Bambino
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La biografia di Carla Bruni ha qualcosa di inquietante per come fa sembrare facile riuscire in qualsiasi cosa: essere una top-model, una cantante apprezzata da pubblico e critica, la moglie del presidente di Francia. Così, sempre con quell’espressione eterea e distaccata di una che non ci sta neanche mettendo tutto l’impegno.
In ogni caso dopo l’ottimo disco d’esordio e il noioso seguito, dopo un matrimonio leggermente mediatico e con una vita pubblica (e non solo) raccontata praticamente in tempo reale, tra un incontro con il Dalai Lama e una cena di stato con la regina Elisabetta, la Nostra trova anche il tempo di sfornare il terzo disco, e di farlo pure bene – così, come se non fosse successo niente.
Non che ci sia niente di nuovo, sempre la stessa voce sottile che sembra non farcela, sempre lo stesso pop francese deliziosamente lezioso, ma il tutto questa volta funziona. Forse non proprio benissimo come nel primo disco, ma indubbiamente le canzoni si fanno ascoltare molto volentieri, ben scritte e ben arrangiate, sempre appese a un filo sottile, sempre melodiche e suadenti. Riesce anche a parlare di droga in maniera molto esplicita, e anche questo fa un certo effetto dato il suo ruolo istituzionale. Alla fine, dopo dodici pezzi in francese inframezzati da una splendida “You belong to me” di Bob Dylan, Carla ci riprova con l’italiano con “Il Vecchio e il Bambino”, che però risulta piuttosto stucchevole e mette a nudo tutti i limiti della sua voce sottile. Questo comunque poco toglie alla buona qualità media del disco, un bel pop raffinato che si ascolta sempre con piacere.
Samuele Rudelli