Dalle nordiche lande permeate dalla grigia e fredda bruma sono riemersi i guerrieri celti, con le loro pitture di guerra e i loro strumenti. Sempre capitanati dalla potente voce di Pagan, i Furor Gallico hanno dato luce a questo nuovo “Songs from the Earth” a cinque anni dal loro omonimo esordio discografico.
Come nel disco precedente, anche su questo nuovo lavoro trovano posto, quasi in egual misura, brani in lingua italiana ed inglese. Le danze di aprono con la potente title-track e anche nei brani successivi troviamo tutti gli ingredienti che avevano reso grandioso l’esordio della band.
Ma è quando si arriva alla quinta traccia che i Furor Gallico spiazzano gli ascoltatori e piazzano la bomba : “Diluvio” è un brano lento, cadenzato, il cantato interamente pulito esalta uteriormente l’ottima prestazione di Pagan, le distorsioni degli strumenti sono ai minimi storici e si amalgamano alla perfezione per enfatizzare ulteriormente l’aspetto vocale della traccia. Insomma, una nuova sfaccettatura fra le già molteplici della band, che non mancherà di far discutere i fans del combo.
E le sorprese non finiscono qui, perché dopo il “Diluvio” arriva il folletto “Squass” a portare ulteriore scompiglio; l’intro di basso ha di nuovo linee inedite per la band, così come l’intermezzo. Insomma, il folletto non fa dispetti solo agli ubriachi nei boschi, ma si intrufola fra le note dei brani sorprendendo e, probabilmente, osservando la reazione di chi ascolta, nascosto da qualche parte a sghignazzare.
Dopo il passaggio del folletto c’è spazio ancora per qualche variazione inedita in “Steam over the mountain”, per poi tornare alle sonorità più canoniche con l’assalto sonoro di “To The End” (eseguita in passato dal vivo col titolo “God Technology”) e la conclusiva “Eremita” che presenta in chiusura una piccola divagazione elettroncia (forse sempre opera del caro Squass?).
“Songs from the Earth” è dunque un lavoro all’altezza del nome che i Furor Gallico si sono fatti su e giù per innumerevoli palchi in questi ultimi anni, e, oltre a riconfermarli come una grandissima metal band italiana, mette in luce la maturità artistica che i ragazzi stanno raggiungendo lavorando sodo fra palchi e sale prove. Avanti così guerrieri, e che gli spiriti della terra camminino sempre al vostro fianco.
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