L’attesa per “The Beginning of Times” era tanta, sia perché gli Amorphis sono tra i gruppi più importanti della scena prog death metal ma, soprattutto, per verificare se dopo la conclusione della trilogia dedicata al Kalevala (poema finnico risalente a metà Ottocento) il gruppo avrebbe avuto ancora qualcosa da dire. E la risposta è palesemente affermativa.
L’ultimo lavoro in studio di Tomi Joutsen e compagni si presenta come un disco dall’indubbia versatilità ma senza risultare discontinuo con il precedente. Al contrario ha tutto l’aspetto di essere un anello di congiunzione (ben riuscito) tra il discorso della trilogia appena concluso e uno ancora da iniziare. La prima traccia dell’album è “Battle For Light”, che si apre con un’intro di pianoforte per poi fare spazio ad un’atmosfera folkeggiante molto convincente. “Song of the Sage” invece è un pezzo molto prog e per niente death, dalla composizione strumentale articolata ma sempre coerente. “My Enemy” ed il primo singolo estratto “You I need” hanno come comune denominatore il fatto di essere due brani accattivanti, orecchiabili ed essenziali. Ma la vera chicca di “The Beginning of Times” è senza dubbio “Mermaid”, una canzone folk molto elegante e raffinata, con una bellissima voce femminile che purtroppo fa capolino solo ogni tanto.
Il risultato globale è un disco ineccepibile dal punto di vista tecnico, talmente perfetto che talvolta l’immediatezza viene meno. Un esempio lampante di quanto detto è la complessità della già citata “Song Of The Sage”.
Però ciò che conta è la qualità e la formazione finlandese dimostra di averne da vendere. E anche se dopo un primo ascolto non sarà facile individuare subito il pezzo che si preferisce, i fan del gruppo potranno essere contenti dopo l’ascolto di questo cd. Perché nonostante gli Amorphis siano in continua evoluzione, riescono nell’intento di non tradire se stessi.
Claudia Falzone