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Non lasciatevi ingannare dai caratteri in cirillico che trovate nel monicker e nei brani, dal concept sovietico o dal cantato in russo, i KYPCK sono un progetto tutto finlandese, che vede all’opera l’ex Sentenced Sami Lopakka, coadiuvato da una band agguerrita e di alto livello, impegnato nella prima prova sulla lunga distanza, Cherno.
Appare ovvio a un primo sguardo che i nostri non ci canteranno di prati in fiore e storielle di amori strappalacrime, bensì tradurranno in musica la desolazione del lato più opprimente e oscuro dell’impero Sovietico, di terre inospitali e di tragiche vicende… In una parola: doom. Tutto questo grazie alla chitarra di Lopakka, vera protagonista del disco, splendidamente in bilico tra riffoni solenni e squadrati ma altresì malinconici e strazianti, in grado di cucire molto bene i vari frangenti dell’album, rendendo l’ascolto sempre piacevole e stimolante, senza per altro ricorrere a particolari colpi a effetto.
Infatti i KYPCK (tradotto Kursk, città teatro del più grande conflitto corazzato della storia, che diede il nome al sommergibile nucleare affondato nel 2000) non inventano nulla, ma hanno il grande merito di compiere il lavoro preposto come meglio non si era ascoltato ultimamente, facendo proprie le varie influenze base per il genere, dagli immancabili riff sabbathiani, ai maestri più “recenti”, e scrivendo soprattutto canzoni estremamente competitive. Da segnalare inoltre l’ottima prova del singer Erkki Seppänen, da lodare a priori solo per la conoscenza e pronuncia del russo, dal timbro molto espressivo sia in clean sia nelle parti più ruvide, che suggella un lavoro senza sbavature. In più di una occasione, ad esempio Predatel, Stalingrad e Demon, non si fa alcuna fatica a lasciarsi trasportare da litanie da pelle d’oca, venate leggermente di gothic, col risultato di sentirsi catapultati in luoghi ameni come Murmansk, base navale del circolo polare artico e città fra le più inospitali della terra, dipinta per l’occasione nella giornata di Natale (Rozhdestvo V Murmanske trad. Christmas in Murmansk)… sai che allegria!
A parte gli scherzi, Cherno si posizione tra le primissime uscite doom del 2008, e non solo, facendo contenti tutti gli appassionati. Un disco da tenere in grande considerazione, per una band che sicuramente farà parlare ancora di sé in futuro.
Stefano Risso