[Prog Metal] Dream Theater – Systematic Chaos (2007)


In The Presence Of Enemies Pt.1 – Forsaken – Constant Motion – The Dark Eternal Night – Repentance – Prophets Of War – The Ministry Of Lost Souls – In The Presence Of Enemies Pt.2

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Dopo “Octavarium”, disco che aveva diviso i fans tra chi entusiasta esultava per le atmosfere prog (anche pop qua e là via…ndr) rock e per un ammorbidimento del sound, e chi storceva il naso di fronte a un album troppo differente dalle aspettative, arriva “Systematic Chaos”, che presumibilmente metterà tutti d’accordo. Recuperata in alcuni tratti la pesantezza ascoltata in “Train Of Thought”, miscelata sapientemente con le atmosfere suadenti e melanconiche del già citato successivo platter, unita alle classiche suite lunghissime dei nostri e alla ritrovata vena interpretativa di un James LaBrie espressivo come ai bei tempi, ecco che il nuovo Dream Theater è un ottimo condensato di quello che è la band oggi nel nuovo millennio, a più di vent’anni di distanza dalla propria nascita.

Non vogliamo dilungarci nell’analisi singola dei brani, ci limitiamo a dire che “Costant Motion” e “The Dark Eternal Night” sono veramente heavy ed epiche (la seconda ha anche una specie di breakdown nel finale!), “Repentance” prosegue il discorso iniziato tempo fa con “The Glass Prison” e proseguito nei dischi seguenti (i fans avranno già capito quali citazioni potranno aspettarsi in questo brano) in cui Portnoy prosegue nel racconto della sua difficile fuga dall’alcolismo, “The Ministry Of Lost Souls” è probabilmente il pezzo più evocativo del disco, mentre “Forsaken” la ballad ruffiana del lotto. Non molto ispirata invece “Prophets Of War” e gestita non al meglio la seconda parte di “In The Presence Of Enemies” dopo un’ottima prima piazzata come opening track.

Un lavoro complessivamente molto interessante, che non farà gridare al capolavoro immortale ma risulterà uno dei passaggi più importanti di questo 2007, essendo un prodotto solido e che raccoglierà consensi all’interno di una fascia di ascoltatori molto ampia.

 

 

Lo ammetto, con i Dream Theater avevo proprio perso ogni speranza, li avevo dati ormai per definitivamente persi e ormai dediti all’autoreferenzialismo più sfrenato. Octavarium per lo meno aveva dimostrato che i nostri potevano ancora essere in grado di scrivere canzoni a senso compiuto e non solo mettere in croce milioni di note e assoli.

Oggi arriva questo ‘Systematic Chaos’, un nuovo inizio dissero al tempo di cercare un nuovo contratto, in realtà non è così. Il disco è zeppo di tutti gli elementi che hanno caratterizzato le prove recenti del gruppo, con l’aggiunta di una ritrovata aggressività ma, c’è poco da fare, l’assenza di un tastierista dotato di carattere continua a pesare come un macigno. Già, non me ne vogliano i fan di Ruddess ma il punto debole del gruppo è lui, e lo è da un pezzo. Mancano aperture di tastiera degne di questo nome, manca una ricerca sui suoni, mancano delle partiture che abbiano senso e che non suonino come un copia in colla di frasi e note uscite fuori cazzeggiando.

Il disco scorre, comunque, ci sono anche di bei momenti, il problema dei Dream Theater è che da un po’ a questa parte sono più concentrati sul suonare che sullo scrivere canzoni.
In una classifica ideale, il disco è sicuramente al livello di ‘Octavarium’, decisamente sopra a ‘Six Degrees’ e ‘Train Of Thoughts’ ma anni luce sotto il resto della discografia dei nostri.

S.D.N.

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