A poco più di un anno di distanza dal suo esordio come cantautore, Massimiliano Cremona esce dagli studi di registrazione con “L’inverno è passato”, seguito del primo ottimo lavoro. Dieci brani molto intensi, come sempre molto personali ed introspettivi, musicati nel migliore dei modi e prodotti con un’attenzione ed una cura per i particolari a dir poco perfetta.
Il disco ci sorprende quasi subito, con alcuni pezzi meno canonici e per certi versi più rock e sperimentali rispetto ai brani dell’esordio. “La spiegazione” è probabilmente il pezzo meno cantautorale dell’intero lotto e che più rappresenta questo aspetto del disco, con un ritmo incalzante, metriche quadrate e precise, e il banjo di Alberto Fabbris che dà un’ulteriore nota allegra alla struttura del brano.
“L’inverno è passato”, dedicata all’amica e maestra Sissi, è un altro brano un po’ fuori dagli schemi, che parte su note lente e malinconiche per poi sfociare in un finale elettrico, con un cantato intenso e quasi rock; una canzone che fa vibrare le corde più profonde dell’animo dell’ascoltatore e trasmette delle emozioni molto forti.
“Disincanto” è invece un pezzo che l’autore stesso definisce come “un incontro fra Battisti e i Jethro Tull” e credo non ci sia bisogno di aggiungere altro; un brano dalle sfumature progressive, con parti di flauto tendenti al rock e una metrica che ricorda molto quelle utilizzate da Lucio Battisti. Uno strano mix sulla carta, ma l’alchimia è quella giusta e il risultato è davvero ottimo.
Il resto del disco viaggia su binari più prettamente vicini al cantautorato canonico, chitarre acustiche, ritmiche molto più moderate, inserti di flauto o di armonica molto puliti ed avvolgenti.
Non mancano tuttavia spunti interessanti a livello compositivo, né trovate intriganti e originali escogitate in fase di produzione e mixaggio. Gli arrangiamenti dei singoli brani sono ottimamente realizzati, il disco è stato prodotto in maniera a dir poco eccellente e curato alla perfezione sotto ogni aspetto; il tutto rende l’ascolto un’esperienza estremamente piacevole: ogni strumento è al suo posto, la voce è sempre in primo piano, i cori sono perfetti, e qua e la è un piacere scoprire inserti particolari, scelti di volta in volta con attenzione e senso critico.
“L’inverno è passato” segna un ritorno in grande stile per il cantautore lacustre, che ancora una volta dimostra di saper trasformare in musica sogni, pensieri ed emozioni, con grande maestria e sensibilità.