Novelists – Noir

Il warning sul nuovo disco dei Novelists era già bello alto dal momento dell’annuncio della release date. Il debutto di un paio d’anni fa non era passato inosservato da chi seguiva la scena prog-core.

Per quanto sia sempre difficile catalogare i periodi in cui si trova il “trend” della musica pesante moderna, è abbastanza ovvio che oggigiorno, per la maggiore, si punti a diventare il più atmosferici e melodici possibili, contando su una tecnica esecutiva elevatissima che però si piega al servizio dell’immediatezza (sacrificando quasi sempre approcci growl e di impatto frontale).

In “Noir” i francesi affinano ancora maggiormente questo modus operandi, rimanendo tuttavia saldamente nella comfort zone che i Contortionist e i Northlane di qualche anno fa hanno sapientemente definito. Come nel precedente platter, le prime due tracce settano il tono, che viene lentamente appesantito dalle composizioni successive, toccando picchi di pesantezza nel trio “Les Nuits Noires”, “Grey Souls” e “A Bitter End”. La parabola inizia lentamente a scendere con la ottima “Stranger Self” (con tanto di inserti hip hop nelle linee vocali) e la successiva The Light The Fire.

Come ogni parabola tuttavia, questa può anche essere ribaltata e vista al contrario, ovvero la discesa dell’aggressività corrisponde alla salita delle melodie e, obiettivamente, della creatività unita alla personalità. E’ infatti nei quattro pezzi conclusivi che i Novelists mettono in mostra a chi ha avuto la pazienza di ascoltare la loro musica, il proprio stile distintivo. “Joie De Vivre”, “Lead The Light”, “A Travers Le Miroir” (occhio che questa è un autentico capolavoro prog-core contemporaneo) ed “Heal The Wound” sono un microcosmo esageratamente caleidoscopico e coinvolgente. La perfetta sublimazione della loro proposta e del loro DNA, inclusi momenti aggressivi e di sicuro impatto fusi alla perfezione con tutti gli altri elementi che i Nostri hanno mostrato nelle otto tracce precedenti.

Un’emissione che richiede tempo ma che darà enormi soddisfazioni a chi è alla ricerca di una profondità maggiore dall’oramai stantio metalcore annacquato da velleità radiofoniche o, di contro, dal prog-core eccessivamente devoto all’atmosfera. Date assolutamente una possibilità ai transalpini, sapranno sicuramente ricompensarvi.