La creatura partorita dalla mente del celebre produttore Paul O’Neil e dal suo compagno d’avventure Jon Oliva, mente e voce storica dei Savatage, si avvicina quest’anno al giro di boa dei vent’anni ed esce con il suo sesto disco in studio dal titolo “Letters from the labyrinth”. Si tratta del primo disco in studio dal 2009 e, per la prima volta, non di una rock-opera ma di una più classica raccolta di brani.
Si passa da pezzi strumentali orchestrali, contenenti le abituali citazioni di celebri compositori di musica classica (Bach, Beethoven, Rimsky-Korsakov e altri), a pezzi più vicini allo stile dei vecchi Savatage, dove le sei corde di Al Pitrelli e Chris Caffery tessono trame sofisticate e solide, rese epiche da un saggio e capace uso di cori e pompose orchestrazioni.
Non mancano le ballatone, dove le voci femminili che collaborano con questo vasto ensemble non perdono occasione per mettere in mostra tutte le loro doti tecniche. Ospite d’eccezione per uno dei brani anche la bella Lzzy Hale degli Halestorm, che cavalca l’onda della popolarità della sua band per partecipare al progetto di O’Neil/Oliva.
Si, ma alla fine il disco com’è? Bello, se vi piacciono tutte queste cose piene di orchestre, cori, ballatone e rock americano. Meno bello se siete cresciuti con i Savatage e sono anni che aspettare che Jon e Chris tornino a girare stadi e palazzetti con la loro band; e invece non lo fanno, perchè il progetto Trans Siberian gli porta via tutto il tempo che hanno a disposizione, perchè negli Stati Uniti fanno il botto ogni volta che escono con qualcosa sotto questo moniker e i soldi veri alla fine li stanno facendo così. Insomma, se siete feticisti dei Savatage e adorate a prescindere qualsiasi cosa firmata da Oliva, o se siete fan sinceri e veri di questo genere di musica, il nuovo “Letters from the labyrinth” vi farà svalvolare di brutto: si tratta di un gran bel disco di rock sinfonico, con dei gran pezzi, composti egregiamente e suonati anche meglio, da gente che il mestiere lo sa fare più che bene.
Se siete come il sottoscritto lasciate perdere tutto, prendere una copia del vostro disco preferito dei Sava, mettetela nello stereo, alzate il volume a palla, e sognate.