Trivium – Silence in the Snow

Strumentalmente i Trivium spaccano tutto. Sono senza molte discussioni tra i top assoluti del metalcore che, dall’anno di grazia 2005, si è evoluto per sopravvivere (e giustificare la propria presenza) nell’affollato panorama della musica pesante di massa. Chi ha beccato le scelte giuste al momento giusto (leggere Avenged Sevenfold) ha fatto di recente l’headliner al Download. Chi le ha sbagliate ha rischiato di scomparire (Bullet For My Valentine). I Trivium invece hanno sempre puntato su uno stile abbastanza riconoscibile, modulando a seconda dei dischi il cantato piuttosto che la complessità delle composizioni.

Nel 2015, dieci anni dopo “Ascendancy”, i Nostri rinnegano il growl puntando su un cantato pulito e classicissimo, influenzato dall’heavy classico, privilegiando la facilità di ascolto, grazie anche a una produzione leccatissima (che per assurdo lascia indietro le chitarre nel mixing) firmata Baskette.

Il risultato spiazza tanto quanto spiazzò “The Crusade” nel 2006. La differenza sostanziale però è che all’epoca i Trivium sembravano davvero pronti a conquistare ogni angolo del pianeta (tour di supporto a Metallica e Maiden, mica una roba da poco). Tuttavia la cosa che è sempre mancata agli ottimi musicisti di Orlando sono i pezzi. Quei singoli pazzeschi che convincono tutto il mondo. E anche a questo giro di mega hit non ce ne sono. Purtroppo. Qualche ritornello ficcante sì, brani che spingono con belle linee melodiche pure. Ma manca lo show stealer, quel singolo perfetto dall’inizio alla fine, quella cosa che era “Pull Harder on the Strings of Your Martyr” e che è stata (benché pacchiana e fuori tempo massimo) “In Waves”.

Qui potremmo puntare su “The Ghost That’s Haunting You” e “Until the World Goes Cold”, ma prima dobbiamo sentire Heafy reggere dal vivo su canzoni del genere. Intendiamoci, il nuovo Trivium non è affatto brutto, ma lancia la band in un territorio dove la concorrenza è troppa e molto ben posizionata per temerli. La scelta comunque rimane coraggiosa e da premiare, evitando di indossare i soliti paraocchi. Anche perché i Trivium sono ancora capaci di spaccare di brutto pur cantando in clean (“The Thing That’s Killing Me” e “Breathe in the Flames”).

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