Vanish – Familiar Faces
I Vanish sono una band nuova di zecca che ha da poco fatto il suo debutto nel roster della Hopeless Records con “Familiar Faces”. I ragazzi del New Jersey, senza riscrivere nessuna regola, danno però vita a una combinazione molto sfiziosa tra passato e contemporaneità, prendendo spunto rispettivamente da Sleeping With Sirens e Too Close To Touch, che si traduce in un lavoro post-hardcore dal retrogusto emo-screamo (prendete “Role Play” o “Under Water // On Fire” per farvi un’idea nel concreto).
Fallujah – Undying Light
I Fallujah sono tra i maestri assoluti del tech/progressive death metal contemporaneo e hanno tutte le carte in regola per provarcelo ancora una volta. I californiani, nel corso della loro carriera, hanno avuto un’evoluzione piuttosto interessante, culminata nel 2014 con “The Flesh Prevails”, un disco acclamato unanimemente da fan e critica. Ma se da un lato l’arrivo del nuovo e più versatile vocalist Antonio Palermo conferisce una marcia in più a “Undying Light”, dall’altra l’addio del chitarrista ritmico Brian James pesa in maniera considerevole sull’economia della band e del sound, che ci perde chiaramente in complessità e struttura.
Venom Prison – Samsara
“Animus”, il debut album dei Venom Prison, pubblicato nel 2016, aveva provocato sfaceli (in senso positivo) nella propria nicchia. Avrebbero benissimo potuto dormire sugli allori, ma i gallesi, capitanati dalla cattivissima Larissa Stupar, hanno deciso di fare un passo avanti rispetto al passato. E infatti, “Samsara” opta per un atteggiamento più freddo e calcolatore senza per questo perderci in ferocia (e brani come “Dukkha” sono lì a provarci l’efficacia di questo nuovo corso).
Any Given Day – Overpower
Tornano sul mercato gli Any Given Day, quintetto teutonico capitanato dall’enorme Dennis Diehl (di cui avevamo già parlato ormai quasi tre anni fa in occasione dell’uscita di “Everlasting”), con “Overpower”. La nuova fatica dei Nostri continua a seguire le orme dei Killswitch Engage, proponendo la solita ricetta base di ritornelli catchy, breakdown e riff ignoranti (che a volte ricordano anche i Five Finger Death Punch, come in “Fear”), il cui unico punto debole, sono i clean vocals del sopracitato Diehl. Metalcore onesto, seppur derivativo.
Our Last Night – Let Light Overcome
“Let Light Overcome”, il nuovo album dei fratelli Matt e Trevor Wentworth, più noti per la serie di cover Punk Goes Pop che per altri meriti, è un disco post-hardcore o piuttosto melodic metalcore molto standard, anzi, se vogliamo proprio dirla tutta, più melodic che metalcore (soprattutto in episodi smaccatamente pop come “Castle In the Sky” e “Bleed For You”). Al prossimo giro ci aspettiamo qualcosa di più (otto brani per un full-length di questo genere sono un po’ pochini) e soprattutto più personalità.