Sopravvivere ai Ramones


Poche settimane fa ho assistito ad uno degli svariati concerti di Marky Ramone in terra italica, a Piacenza per la precisione, in una location davvero suggestiva, sulle rive del Po’.
L’amore dei Ramones per l’Italia non viene certo scoperto dal sottoscritto, ma è sottolineato dalle svariate visite del gruppo al nostro paese a partire dalla fine dei ’70. Il fatto che ad accompagnare Marky fossero in questo caso i Queers ha reso il tutto molto divertente e ci ha fatto passare una serata a cantare grandi pezzi insieme ad un batterista entrato di diritto nella storia della musica. All’inizio tutto bene, si passava da “Blitzkrieg Bop” a “Teenage Lobotomy”, “Cretin Hop” o “Commando”. Poi piano paino una sorta di tristezza ha iniziato ad impossessarsi di me.

A un certo punto mi sono messo a pensare a quanto deve essere comunque triste suonare tutte le sere pezzi che hai suonato per trent’anni, ma senza nessuno dei musicisti con cui hai composto questa musica. So bene che le morti illustri del rock sono centinaia, ma credo anche che il caso dei Ramones sia unico: se non consideriamo C.J, bassista degli ultimi album, chi non ha suonato la batteria nel gruppo è passato purtroppo a miglior vita.
Tommy, batterista dei primi mitici tre album ha appena formato un nuovo gruppo che debutterà a breve. Di Richie non si sa più nulla. Marky gira senza sosta in ogni paesino della terra. Si tratta forse dell’unico caso in cui i progetti di reunion, che tanto funzionano in questo momento, non sono nemmeno pensabili.
Inoltre i Ramones, quando erano in attività, non hanno mai avuto grande fortuna a livello di vendite, figurarsi l’appeal di un semplice batterista, seppur di culto.

Qualche anno fa Dee Dee, dopo aver lasciato da anni il gruppo e poco prima di morire di metadone, scrisse una biografia che ottenne successo negli States (e creò non poche polemiche) intitolata “Blitzkrieg Bop – Sopravvivere ai Ramones”. Paradossalmente, l’unico modo per sopravvivere ai Ramones era quello di sedersi dietro alle pelli…

L.G.

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