Estate alle spalle, autunno già oltre le porte e palinsesto ricchissimo di nuovi singoli da tenere d’occhio. Stavolta i protagonisti – non tutti – non sono più ragazzini. Provano a prendere tutto il fiato necessario a urlare a gran voce il proprio talento, e noi ne abbiamo selezionati alcuni che non passeranno inosservati. Qualcuno ha già delle esperienze alle spalle, altri cercano una nuova luce dopo i bagliori datati: andiamo a scoprire i brani più interessanti del mese appena passato.
Il primo in lista è Willie Peyote, nome d’arte di Guglielmo Bruno. Arriva da Torino, è un classe ’85 e proviene dal mondo rap. Non verdissimo, già oltre i trent’anni, ma con molte storie da raccontare. Ha il cinismo e l’originalità tra le sue caratteristiche migliori, e per notarlo basta leggere i titoli dei suoi primi dischi da solista. Ora arriva con “Metti che domani”: meno barre e più melodia, ma gli argomenti sono i suoi preferiti. Nuove guerre, proteste, populismo e solito sguardo all’Italia di oggi, rivisto dagli occhi di Willie Peyote. Singolo in rotazione e nuovo album, “Sindrome di Toret”, uscito lo scorso 6 ottobre.
Da uno sconosciuto interessante all’esplosione di Coez: arriva il singolo “La musica non c’è”. Il rapper nato a Nocera è al suo quarto album pubblicato: l’ultimo risale allo scorso 5 maggio.
Il “casino” di Coez ha del romanticismo velato, mai troppo esplicito e con le tastiere a scandirne il sound. Il testo è notevole, in linea con i suoi lavori precedenti: un ulteriore gradino alla scalata dell’artista campano che ha la strada già illuminata.
La luce appunto, quella che i riflettori hanno puntato sui Finley, tra i gruppi più interessanti di un decennio fa. Ancora giovanissimi, hanno costruito il loro successo sul rock ed il pop punk, abbracciando i ventenni e la fascia d’età più giovane. Ora ritornano con l’album “Armstrong” e noi li inseriamo in playlist grazie a “7 miliardi”. Serve una nuova scossa a Pedro e compagni, uno slancio che faccia assaporare l’aria già inalata in passato e che ora sembra nascosta in soffitta, con la radio come strumento più importante per il contatto con il pubblico. Meno energici ma con gli occhi puntati alla realtà, con una bella storia d’amore sullo sfondo: questo è il ritorno dei Finley.
Chi invece vuole continuare a giocarsi tutte le carte a disposizione ed è in una posizione perfetta sulla sua rampa di lancio è Riki. Il giovanissimo cantante, dopo il successo di Amici ritorna con “Se parlassero di noi”. Brano più intimo che smonta l’attrazione per i tormentoni come “Polaroid” e che lo rende vulnerabile alle emozioni più vere. Un antipasto di quello che sarà “Mania”, il suo secondo lavoro discografico. Generazioni a confronto, ma ancora tanta qualità in attesa di gustarci i dischi per intero. Occhio ai grandi ritorni: per loro c’è ancora spazio.