31 luglio 2008
Austriaci di passaporto, ma norvegesi d’adozione. Ecco le parole di Count Grimthorn, leader dei Vobiscum, band che non si discosta di un millimetro dalla grande tradizione del black metal norvegese, abbracciandone l’attitudine, non solo nei propri dischi, ma anche negli atteggiamenti e nelle dichiarazioni, sempre al limite tra il “solenne” e il buffo. Quello che più conta però è la musica, e da questo punto di vista, Berchfrit (il terzo album all’attivo), non lascia dubbi sulla bontà della formazione austriaca.
Vorrei farti i complimenti per il nuovo album Berchfrit. Potresti parlarci di come è stato realizzato?
Ti ringrazio per i complimenti. Berchfrit è stato scritto da Count Grimthorn e Morturom, invece i testi (eccetto Tursenstein) sono stati curati da Gra Inimicus. Con questo disco la lineup si è fortificata come mai prima d’ora, per creare la nostra miglior opera. Non ci siamo imposti alcuna restrizione durante la stesura dell’album, e abbiamo racchiuso in Berchfrit tutte le nostre idee su come deve essere il black metal. Inoltre i Vobiscum celebrano i primi dieci anni di vita con questo album.
Voi venite dall’Austria, ma la musica che suonate è ispirata senza dubbio al “True Norvegian Black Metal”. Devo dire che non è così facile trovare al giorno d’oggi un disco come il vostro, con lo spirito originario del genere, senza però ridursi a copiare fedelmente i maestri…
Questo è vero, si trova con difficoltà quel tipo di black metal, ma ci sono ancora diverse band che celebrano lo spirito originario di questa musica. L’underground non morirà mai, bisogna solo andarlo a cercare (ancora).
Come dicevo, l’ispirazione del TNBM è forte, ma si sente che ci avete lavorato sopra, senza scadere troppo nella sola celebrazione. Quanto è stato difficile?
Come ho già detto, non avevamo alcuna restrizione, ci siamo affidati unicamente ai nostri sentimenti più segreti. Quindi non posso dire quanto sia stato difficile, perché il tutto è semplicemente accaduto in modo naturale.
Da dove traete l’ispirazione per scrivere la vostra musica?
Molta dell’ispirazione è legata alla storia passata; il nostro credo spirituale e la nostra forte attitudine “anti-human” ci hanno guidato alla realizzazione di Berchfrit.
Puoi parlarci brevemente di cosa trattate nei testi?
Ecco una breve spiegazione delle canzoni:
Berchfrit: il manifesto della band, che urla la dissociazione da tutti quelli che ci circondano.
Tursenstein: riguarda vicende del passato, quando l’equilibrio spirituale non era stato ancora inquinato dalla superficialità del monoteismo. Quelli che vengono chiamati, “Miti Teutonici” sono ancora reali oggi.
Unterthurn: è un racconto sull’ ebraismo, sul cristianesimo e sull’islamismo, delle loro abitudini e della loro opera di conquista spirituale e territoriale perpetrata in Europa, che ha portato secoli guidati dall’ignoranza e dall’oppressione.
Nordland – Throne der Erde: un tributo alla forza e alla bellezza nord, il trono della terra!
Freydegg: la nascita di una visione oscura, un piano coraggioso per combattere il mondo della luce.
Wimberg: sono dietro i demoni e l’ombra, la morte e la notte. Porto dolore e disprazione su tutto il mio regno.
Ild – die Schlachtung: una descrizione di un rituale religioso.
Mordgang: in una notte fredda e piovosa, eravamo sul fronte di battaglia, fronteggiando il nemico, pensando intensamente ai tempi passati, quando le nostre orde devastavano terre e uccidevano senza pietà. Che possa quello spirito cadere sulla nostra gente, e in questa notte decideremo il nostro destino.
Che accoglienza ha avuto Berchfrit dagli ascoltatori e dai media?
Al momento non abbiamo avuto molti pareri, ma quelli pervenuti erano molto buoni! Siamo convinti che i fanatici del True Black Metal apprezzeranno il nostro lavoro.
È vero che avete registrato parte del disco tra delle rovine?
Vero! Abbiamo registrato il video e le parti vocali in mezzo alle rovine, durante l’inverno. È molto importante per noi creare musica estrema in modo autentico e realmente estremo.
Stefano Risso