Chris Cornell

Chris Cornell Arriverà in Italia tra pochi giorni (6 luglio Milano Alcatraz, 7 luglio Roma Teatro Romano Ostia Antica) con il tour di supporto a “Scream”; intervistare il singer che risponde ai nomi di Soundgarden e Audioslave, non è cosa da tutti i giorni, quindi è bene approfittarne. Il cambio di rotta musicale intrapreso dall’ugola al vetriolo degli anni ’90 e ’00 è uno di quelli che veramente importanti…è il caso di approfondire.

15 giugno 2009

Ciao Chris. Ho visto le tue recenti performance su youtube e mi sembra che la tua voce sia notevolmente migliorata rispetto agli ultimi anni. E’ così? Cosa pensi che serva ad un cantante per migliorare la sua voce?
Continuare a cantare. Ed essere sempre aperto ed interessato a nuove influenze e nuovi modi di lavorare.

Ti va di spiegarci cosa significa per te il tuo nuovo album, “Scream”? So che credi molto in questo lavoro…che aspettative hai?
Non ho alcuna aspettativa. Anzi, realizzare “Scream” significa proprio il volere fuggire dalle aspettative della gente ed uscire fuori dalla mia zona di sicurezza come musicista. Volevo fare qualcosa di nuovo, buttarmi in una situazione che non avevo mai sperimentato prima ed imparare differenti modi di produrre musica in uno studio. Ho pensato a Timbaland e l’ho contattato.

Puoi dirci il perché della collaborazione con Timbaland? Quali sono le principali differenze con tutto quello che hai realizzato prima di “Scream”?
Se esplori nuovi orizzonti musicali, aumenti la tua conoscenza come cantante e compositore. E’ una collaborazione creativa quella con Timbaland, come nella precedente domanda, è una cosa salutare dal punto di vista creativo.

Parliamo dei tuoi live shows. Per quale motivo hai deciso di cambiare gli arrangiamenti dal vivo? Tutte le canzoni che suoni da “Scream” sono eseguite con un “mood” prettamente rock.
Le canzoni avevano bisogno di essere adattate così che la mia band potesse suonarle sul palco. C’è sempre la necessità di re-immaginare una canzone quando la prepari per i live la prima volta, e anche successivamente. Così è stato anche per le canzoni di Scream, che erano state create in un differente ambiente sonoro. Ma alla fine una canzone è una canzone, non importa cosa usi per suonarla.

C’è una grande differenza nei testi rispetto ai tuoi precedenti lavori solisti, agli Audioslave ed ai Soundgarden. Eri solito avere un approccio criptico, ma su “Scream” i testi mostrano un altro lato del tuo processo compositivo. Trovi ancora ispirazione nella tua infanzia e nella tua vita?
Penso che la sola differenza sia che forse ho scritto più dal punto di vista di un protagonista che non sono io, o che è solo una parte di me. Alcune delle canzoni di Scream sono come mini storie, piuttosto che autobiografie. Ma ci sarà sempre qualcosa relativo ai miei sentimenti ed alla mia vita lì dentro. E’ inevitabile.

Parlami di “Two Drink Minimum”, è stata scritta con John Mayer?

No, non è stata scritta con John Mayer, non ho idea di come sia partito questo rumor… E’ solo una canzone basata su un vecchio uomo che si volta a guardare la sua vita e i rimpianti e i ricordi che conserva.

Abbiamo accennato alla tua vita. Prima di diventare un grande musicista, hai lavorato da un grossista di pesce e sei stato cuoco in un ristorante. Cosa ti ricordi? Come immagini la tua vita se la tua carriera musicale non avesse preso il volo? Hai altre passioni oltre alla musica?
Beh, lavoravo nei ristoranti per guadagnare i soldi necessari per sopravvivere. In questo modo non dovevo suonare dentro a quei ristoranti per soldi, ma lavorarci, potendo così mantenere il controllo della musica che facevo, prima di avere successo come musicista. Ora sono abbastanza fortunato ad avere la mia più grande passione come lavoro. Oltre alla musica però, mi dedico totalmente alla mia famiglia, mia moglie e i miei figli.

Quale è la tua canzone preferita del nuovo album e la tua preferita in generale? Inoltre so che hai scritto il primo singolo di David Cook (vincitore di American Idol, ndr) intitolato “Light On”. Cosa pensi del reality show American Idol (X-Factor in Italia)?
Non ho una canzone preferita, tutte mi dicono qualcosa. Non ho mai guardato con attenzione American Idol, ma sono stato felice del fatto che David Cook abbia avuto successo con il mio arrangiamento di “Billie Jean” e che sia stato poi capace di andare avanti ed avere una sua carriera.

Ultima domanda, cosa c’è nel futuro di Chris Cornell?
C’è un bel numero di cose che potrei fare. Dobbiamo solo aspettare e vedere…

Riccardo Canato
 

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