In occasione dell’uscita di “Electric Jam”, primo cd ep di un progetto che proseguirà durante il corso del 2009, un gioviale Pino Daniele si è prestato con molta schiettezza e senza peli sulla lingua alle domande di un ristretto numero di giornalisti.
26 marzo 2009
Il buon Pino non ci ha fatto mancare niente, dalla sua rinomata simpatia alle polemiche su alcuni dei temi più dibattuti degli ultimi giorni.
Nel corso di una recente intervista ti sei schierato contro un certo tipo di proporre musica in televisione. Insomma, contro i reality musicali.
Il problema non sono i reality in sé e per sé, ma è la competizione che finisce per annullare tutto. Io odio la competizione e parlo anche per esperienza personale: la competizione annulla la creatività. Se mi mettessi a gareggiare con Al Di Meola o Pat Metheny uscirei a pezzi! Ognuno deve tirar fuori quello che ha, senza mettersi a confronto con nessuno. Solo così può venir fuori la propria sensibilità. E poi, diciamoci la verità, chi ha talento prima o poi si nota sia che lo dimostri in tv, sia se lo incontri per strada. Non finiamo per convincerci che solo chi va in televisione abbia talento, altrimenti è finita.
Ho sentito che recentemente sei rimasto impressionato da Annie Lennox…
Annie è un’artista incredibile che ormai gestisce la propria musica in modo autonomo cercando, allo stesso tempo, di portare in giro un messaggio dal valore elevatissimo. L’ammiro da sempre e vedere lo spirito con cui porta avanti i progetti extra musicali deve essere d’ispirazione.
Proprio la Lennox durante lo show case di questa settimana ha dichiarato che il Papa è un folle per le sue affermazioni anti profilattico. Perché tra gli artisti italiani non è avvenuta una cosa del genere?
Sai, si parla di argomenti che vengono strumentalizzati in brevissimo tempo e che sono sempre difficili da affrontare, soprattutto se si è da soli. Forse trent’anni fa la situazione generale era migliore da questo punto di vista ed era più facile prendere posizioni di questo tipo. Personalmente preferisco sempre parlare di musica per non essere frainteso.
Torniamo alla musica allora. In Sesso e Chitarra Elettrica ti sei divertito ad affrontare un tema caro al rock..
Devo dire che mi sono molto divertito nello scrivere il pezzo! Questo è stato: un gioco in cui ho voluto fare un po’ il verso al celebre “Sesso, Droga e Rock N Roll”.
Visto che eri a Milano sei andato a vedere Larry Carlton?
No, avrei voluto ma non sono riuscito. Se stasera mi fanno entrare voglio andarci assolutamente (ride).
In questo momento storico ci si lamenta del fatto che nella musica si dia spazio solo ai vecchi, ma poi in realtà non c’è nessuna intenzione di aiutare le nuove leve. Perché secondo te?
Be’ sai, sui vecchi si punta perché hanno fatto e spesso fanno ancora cose di qualità. Il problema è che non si vuole più investire sui giovani, o meglio, si investe solo sul materiale sicuro che poi la tv erige a capolavoro. Non ho niente contro Marco Carta o altri usciti vincitori da certi programmi, è tutto il sistema di informazione a non funzionare. Se alla gente fai sentire Larry Carlton probabilmente poi va anche a comprarli i dischi, anzi sicuramente. Un tempo la tv e la radio avevano persone che si occupavano di musica che innanzitutto l’amavano. Oggi anche le radio sono solo intrattenimento. Noi siamo un paese d’arte e abbiamo sempre esportato cultura. Dobbiamo tornare a ricoprire quel ruolo.
Electric Jam è un disco molto suonato, molto chitarristico…
E’ vero, sono tornato un po’ indietro nel tempo…Lo stile è logicamente sempre il mio, con le acciaccature della chitarra che riprendono lo stile legato alla musica napoletana e il mio tipico cantato. Volevo tornare a suonare un po’ e sono contento del risultato.
A proposito, quando ti sentiremo in album solo strumentale?
Quante volte ho voluto farlo non sto nemmeno a dirtelo! Quando sarò libero da obblighi contrattuali sicuramente lo troverete nei negozi…
Come si svolgerà il tour? Uscirai anche dall’Italia?
Sì, il tour sarà diviso in due parti e gireremo anche l’Europa. La prima parte sarà nei palazzetti, poi torneremo nei teatri in seguito.
Ma nessun concerto negli spazi aperti?
Certo che sì, in estate ne farò diversi tra cui uno a Napoli che stiamo organizzando in questi giorni!
Come è nata la collaborazione con J Ax? Dopo i concerti del ’95 con Pat Metheny non avete più fatto nulla del genere. Pensi si possa ripetere l’esperienza?
Con J Ax è nato tutto dopo aver cantato insieme ad un mio concerto a Milano l’ultima volta che ci sono stato. E’ un ragazzo in gamba, gli ho detto se voleva scrivere qualcosa su una musica che avevo pensato e lui ha fatto un ottimo lavoro. Con Pat l’amore è infinito, ma è sempre difficile conciliare gli impegni di entrambi. Ad ogni modo, ogni collaborazione nasce spontaneamente, non sono cose che puoi programmare a tavolino.
Luca Garrò