Raphael Gualazzi, a Sanremo nasce una stella

sanremo 2011

Sanremo non c’entra, certo se Raphael Gualazzi vincesse tra i giovani al Festival se lo sarebbe ampiamente meritato. Però qui si può dire che è nata una stella: in questa grande vetrina si sta mettendo in mostra alla grande il talento di questo giovane pianista jazz. Prima della conferenza stampa Raphael ha organizzato un minilive con il trombettista Fabrizio Bosso, qui al Palafiori, e ha confermato tutta la sua classe trascinante.

Qui a Sanremo sei stato molto applaudito, sia dal pubblico sia dalla critica. Avresti immaginato un’accoglienza tanto calorosa (che ti sei meritato) nei tuoi confronti?
Sono molto lusingato, questa è una conseguenza positiva del mio mestiere di musicista e mi fa molto piacere.

Ti hanno paragonato a Fred Buscaglione e ad altri artisti che fanno parte del tuo stesso filone musicale. Ti dispiace di non essere stato identificato immediatamente con una tua personalità distinta?
E’ comprensibile, credo, che questo accada. Sono lusingato di tutti gli accostamenti che si possono fare.

I jazzisti difficilmente in Italia riescono a imporsi. Quali difficoltà hai incontrato tu nella tua carriera?
In realtà dappertutto il jazz, a volte, è considerato di nicchia. Era nato come musica molto popolare, poi si è evoluta; a mio avviso è una musica bellissima che esprime libertà e improvvisazione e si merita la dimensione della popolarità, anche indipendentemente dal mio progetto.

Come ti sei avvicinato al jazz?
Ci sono stati diversi momenti: un amico musicista mi ha fatto scoprire le biografie dei bluesman, e poi mi ha fatto ascoltare dei dischi che mi sono molto piaciuti. Dopo il conservatorio ho voluto fondere certe melodie blues con quello che avevo studiato per ore al pianoforte. Amo contaminazioni e collaborazioni.

Presentaci il tuo album, “Reality and Fantasy”.
Nel mio disco trovate questo antipasto sanremese, “Follia d’Amore”, e poi nel menù servo brani di diversi generi. La mia matrice musicale è lo stride-piano, uno stile pianistico nato negli Stati Uniti negli anni ‘10 e sviluppatosi fino agli anni ‘ 40: questa è la della mia musica, tradizione mescolata a influenze innovative. Il jazz per me è una musica piacevole, ballabile, l’ho sempre contaminato con altro.

Francesca Binfarè

Lascia un commento