The Gaslight Anthem, Alex Rosamilia ci parla del nuovo album “Get Hurt”

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Il nuovo disco dei Gaslight Anthem è tra i più attesi della stagione e finalmente sarà disponibile in Italia il 2 settembre. Si intitola “Get Hurt” ed è una vera svolta nella carriera della formazione del New Jersey e abbiamo avuto l’occasione di farci raccontare da Alex Rosamilia, il chitarrista dei Gaslight, cosa si cela dietro questo grande album.

“Get Hurt” è qualcosa di totalmente nuovo rispetto al resto della vostra discografia, vi siete messi davvero in gioco. Una scelta o una necessità?
Senza dubbio una scelta! Abbiamo deciso di fare qualcosa di assolutamente diverso, volevamo andare quanto più lontano fosse possibile per noi, lontano dal nostro ambiente sicuro. E penso sinceramente che abbia funzionato, abbiamo messo insieme qualcosa di sorprendente, soprattutto per noi, perchè non avremmo mai pensato due o tre anni fa che saremmo riusciti ad essere dei musicisti abbastanza maturi da poter ottenere questo risultato.

Sì, il risultato è assolutamente sorprendente. Eppure, nonostante l’audacia di volersi rinnovare, nel disco trovano spazio tanto i brani lenti quanto quelli potenti e aggressivi. Quindi avete cercato in qualche modo di mantenere un equilibrio?
A dire il vero no, penso che l’equilibrio sia arrivato da sè. Non ci siamo mai messi a pensare “vogliamo essere più aggresivi” o “vogliamo qualche brano lento in più”. L’unica cosa importante era per noi capire fino a che punto potevamo spingerci e per la prima volta abbiamo cercato di mettere da parte tutto ciò che non era unicamente nostro. Intatti abbiamo deciso di non inserire alcuna cover questa volta. Omaggi, citazioni, insomma ci siamo capiti, tutti quelle cose che ci piacciono tanto ma che dovevano necessariamente essere messe da parte in un momento così delicato per la nostra crescita artistica.

Questo è il secondo disco che pubblicate con una major. Il passaggio da un’etichetta indipendente ad un colosso discografico come la Universal ha anche contribuito in qualche modo a cambiare il vostro sound?
Dipende da come si vuole interpretare la domanda. La vera differenza sta nella possibilità di diffondere ancora di più il nostro sound, raggiungere un pubblico più ampio, creare più interesse intorno alla band. Però vedi, se per diffondere il nostro sound avessimo dovuto cambiarlo, allora che senso avrebbe avuto? Spesso capita alle band di adeguarsi a quello che i discografici hanno in mente per loro e spesso funziona per entrambi. Nel nostro caso però ci hanno dato qualche consiglio, proposto qualche idea, ma non hanno mai calcato la mano, non ci hanno mai costretti a fare nulla. E alla fine il cambiamento è stato nostro.

Effettivamente con gli omaggi e le citazioni non vi siete mai risparmiati. Adoro il modo in cui inserisci il riff di “Push” dei The Cure nella vostra “Old White Lincoln”, si incastra perfettamente. A tal proposito, cosa ha significato per te la band di Robert Smith?
Ti ringrazio. I The Cure sono una band eccezionale, la mia preferita. Di sicuro è la band per la quale ancora oggi impazzisco come se fossi un bambino. Diciamo che avevo in testa quest’idea secondo cui non sottolineavo abbastanza il mio essere fan e un giorno quel riff è venuto fuori. Non ero sicuro che si inserisse bene in quella canzone, non l’ho deciso a priori, l’ho semplicemente fatto e Brian era lì e ha pensato anche lui che fosse buono, perciò abbiamo deciso di riproporlo ancora. Mi piace, è bello che venga notato!

Parliamo dell’Italia. Cosa pensi del nostro pubblico? Siete pronti per tornare?
Siete sempre fantastici! Sfortunamente non siamo mai riusciti a uscire da Milano. Abbiamo anche suonato un paio di volte a Brescia in estate, ma ci siamo spostati davvero poco. Io personalmente sono molto attratto dai vostri paesaggi e dalle vostre città. Mia sorella ha vissuto per un periodo in Italia, ma io non sono mai riuscito a visitarla come avrei voluto. Devo dire che anche con gli altri c’è il forte desiderio di suonare in posti diversi, magari al sud! Ci divertiamo sempre molto, è una delle costanti per noi quando suoniamo dal vivo. E con voi ha sempre funzionato tutto alla perfezione, proprio per questo siamo anche curiosi di spingerci un po’ più in là. Speriamo di non dover attendere ancora molto! Intanto a novembre saremo di nuovo a Milano e siamo davvero felici di rivedervi.

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