Gli Arch Enemy si sono esibiti mercoledì 17 gennaio 2018 all’Alcatraz di Milano. La band scandinava torna in Italia per promuovere l’ultimo studio album “Will To Power”, uscito lo scorso settembre e che li ha consolidati come uno dei nomi più caldi del death metal melodico di stampo europeo. Di seguito, il report e le foto del concerto.
Agli Arch Enemy l’Italia piace, e il sentimento è decisamente reciproco: dopo la tappa estiva di Udine la scorsa estate, la band di Amott ha fatto scalo all’Alcatraz di Milano, regalando quattr’ore e mezza di musica insieme a Jinjer, Wintersun e Tribulation.
Jinjer: aprono la serata quand’è ancora pomeriggio, il che sicuramente li penalizza sul piano dell’affluenza. Molta gente è ancora al lavoro, altri sono per strada, ma i presenti riescono ugualmente ad accogliere calorosamente la band, che si fregia di una bella performance, offrendo un’apertura di carattere.
Tribulation: il loro sound non collima con il mood della serata, per cui risultano un po’ fuori dal contesto che ci si aspetta in quest’appuntamento. La loro esibizione, tuttavia, suscita interesse nel pubblico, che li acclama con grande fervore, riservando loro una intensa ovazione al termine del loro spettacolo.
Wintersun: salgono sul palco a un orario più congeniale; l’Alcatraz si sta riempiendo e la folla si carica sotto gli incitamenti del frontman, Jari Mäenpää, autore di una performance canora impressionante, caratterizzata da uno scream potente e pieno, e da una verve trascinante. Sorriso sulle labbra, Mäenpää incita il pubblico in un’ora di metal martellante, forte anche della prestazione titanica alla batteria da parte di un incontenibile Kai Hahto.
Arch Enemy: non è la loro prima volta a Milano, ma l’Alcatraz è comunque gremito, il pubblico urlante accoglie la band, che con la proverbiale grinta esplode sul palco attraverso pezzi classici come “Ravenous”, “Bloodstained Cross”, “War Eternal”, e brani del nuovo “Will To Power”: “Blood In The Water”, “The Eagle Flies Alone”, “Reason To Believe”. Un’altra serata in cui Alissa White – Gluz salta on stage senza requie, ruggendo indemoniata e aizzando un pubblico infiammato. Amott e Loomis sfoderano assoli da brividi alle chitarre, mentre D’Angelo e Erlandsson martellano sulla sezione ritmica come forsennati.
Novanta minuti di metal rabbioso di grandissima caratura, come ci si aspetta ogni volta che Amott e co. salgono sul palco: dedizione e passione che si esprime attraverso esecuzioni strumentali chirurgiche e performance canore da brividi, e che viene ripagata dalla folla urlante e inneggiante i nomi dei componenti.
Ancora una volta il pubblico metallaro tricolore si è riunito ad accogliere i ragazzi di Amott con calore e affetto. L’attenzione al proprio pubblico è una caratteristica che contraddistingue questa band, la quale mostra a ogni appuntamento cura per i particolari sia dal punto di vista musicale che scenico. Un contrattempo tecnico che interrompe lo show non inficia minimamente l’esito della serata, condotta con personalità ed esperienza da parte di tutti i membri.
La soluzione di anticipare gli orari dei concerti sta prendendo sempre più piede, e porta a discussioni. Da un lato il piacere di assistere a un live a un orario più consono, dall’altro la penalizzazione per i gruppi spalla, i quali, trovandosi in orario di ufficio, godono di un pubblico ancor più esiguo. Seppur, a dispetto di altre date, Milano non abbia registrato un sold out, alla fine vi è andata molto vicino, offrendo una cornice di tutto rispetto per questi grandissimi artisti, che hanno regalato ai presenti un’altra serata memorabile.
Gli Arch Enemy proseguiranno il proprio tour europeo nel Nord Europa, per poi proseguire in Giappone. Niente riposo per questi ragazzi, che macinano dischi e chilometri con costanza e dedizione ammirevoli.
Le foto del concerto a cura di Mairo Cinquetti