I Bastille, gruppo pop rock rivelazione del 2013, si sono esibiti il 23 novembre 2013 all’Alcatraz di Milano, in uno stupefacente e anticipato sold out. Come previsto la chilometrica coda davanti al locale milanese è per lo più formata da fan teenager pseudo alternativi. Puntualissimi, alle 19.30 salgono sul palco i To Kill a King, band emergente con sonorità rock/folk che scalda adeguatamente la platea prima dell’arrivo degli headliner.
Con un po’ di ritardo, Dan Smith e compagni entrano in scena e si inizia con “Bad Blood”. A parte la temperatura, che sembra aver raggiunto nuovi picchi, e l’acustica non proprio perfetta, il concerto procede bene e il pubblico è decisamente caldo. Dan è carismatico, sa stare sul palco e non delude troppo le aspettative. Tra le canzoni spunta “The Draw”, traccia tratta da “All This Bad Blood”, riedizione prossima all’uscita del loro album di debutto. Il resto della scaletta è sostanzialmente la tracklist di “Bad Blood” (anche perché c’è solo quello da cui attingere), ad eccezione di “Oblivion”, unico brano inspiegabilmente scartato nonostante l’esplicita richiesta dei fan che intonano cori a riguardo. Nel momento top della serata le luci si spengono e dopo un attimo di suspance esce un Dan incappucciato che, sulle note di “Flaws”, inizia una folle corsa in mezzo al pubblico.
Dopo una brevissima finta uscita, torna sul palco e ancora stremato dalla corsa inizia l’encore con “Get Home”. Continua con una “Of the night” che riempie le orecchie del pubblico che, guidato dalle sonorità dance della canzone, si scatena a dovere. Ne manca una al termine. Tra gli applausi, vengono chiamati sul palco i To Kill a King per il gran finale: “Pompeii”. Imprevedibile eh? La frenesia della folla cresce ancora e si solleva il martellante coro “eeeoeoeeoeeeoeeo“, mentre i quattro londinesi possono finalmente sciogliere le briglie portando un’atmosfera da ultimo giorno di scuola sul palco. Con la preziosa hit-ammazza-classifica danno il meglio di sé, infiammando il pubblico e sfumando il finale in un boato di applausi.
Dopo poco più di un’ora di concerto si spengono le luci, il pubblico è accontentato, nessun coro finale, nessuna riverenza, tutti se ne vanno contenti o quasi. La band inglese è agli inizi e si vede, il concerto-sveltina è stato sicuramente all’altezza del target di pubblico presente e al repertorio limitato della band. Ma sorge spontaneo un dubbio atroce che getta qualche ombra sul futuro concerto al Forum di Assago, previsto per il 22 marzo 2014: una durata così breve potrà bastare per un palazzetto? Crescete bene che ripasso.
Andrea Marchetti