Bob Dylan e Mark Knopfler. Due nomi in un certo senso vicini eppure lontani, simili ma diversi. Il primo è la leggenda della musica pop per eccellenza, il cantautore candidato al Nobel che ha riscattato ed elevato un intero modo di fare Arte e con essa intere generazioni, fedi e speranze. Il secondo è il chitarrista capace di tutto ma mai aggressivo, perfetto e mai presuntuoso, di estremo gusto e di infinita discrezione. Dylan e Knopfler rappresentano il Genio e il Talento, la Voce e lo Strumento, l’Arte e la Tecnica, la Follia e la Ragione.
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Questa premessa aiuti a comprendere l’assoluta importanza di questo evento, imperdibile e totale quanto il sold-out che lo ha caratterizzato nella data romana. Inizia chiaramente Mark Knopfler, che fu amico di Dyaln (è vero e giusto ricordarlo), ma anche suo acerrimo nemico quando si scontrarono per gli arrangiamenti nelle fasi di produzione del bellissimo “Infidels” (album di Bob prodotto anche da Mark). Volete sapere quanti pezzi son stati suonati in totale di questo album dei due? Nessuno ovviamente! Inizia Mark Knopfler, con la sua band, sfoggiando l’eleganza della sua produzione solistica; al pubblico concede solo due pezzi dei Dire Straits: “Brothers in Arms” e il bis “So Far Away”.
Quella parte di pubblico rimasta delusa non sa cosa l’aspetta…
Entra Bob Dylan con cappello da cow-boy (come il Bob del 2001, album “Love and Theft”), pizzetto e baffi, voce sgraziata e a tratti meravigliosamente nasale. Apre le danze con l’ironica “Leopard Skin Pill-Box Hat”, dedicata alla stessa ragazza di “Like a Rolling Stone” e appare gasato per il chitarrista aggiunto (Mark Knopfler!). Mark rimane per un altro brano, la bellissima “Don’t think Twice, It’s All Right”, un pezzo che può vantare cover di Johnny Cash ed Elvis Presley e che, forse per Suze Rotolo (scomparsa di recente, ndr), Bob esegue sempre nei suoi concerti nella Città Eterna. Si fa come al solito di tutto per storpiare, sconvolgere e giocare anche con pezzi immortali quali “Desolation Row”, “Ballad of a Thin Man”, “Highway 61 Revisited”, “All Along The Watchtower” e “Like a Rolling Stone”. Nel finale una sorpresa per il pur freddo e ingrato pubblico romano: una “Blowin’ in The Wind” versione blues.
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Ed è come vedere Dante leggere di Paolo e Francesca o Omero invocare la Musa…
Quelle stesse persone che si chiesero lì per lì “Ma che canzone è?”, troveranno tra qualche decennio il fiato per vantarsi dicendo: “Io quella canzone l’ho sentita dal vivo! Cantata da Dylan in persona!”.
[youtube d9cFLWjpXUo nolink]Setlist Mark Knopfler:
What It Is – Cleaning My Gun – Sailing to Philadelphia – Hill Farmer’s Blues – Privateering – Song for Sonny Liston – Haul Away – Marbletown – Brothers in Arms (Dire Straits song) – Speedway at Nazareth – So Far Away (Dire Straits song)
Setlist Bob Dylan:
Leopard-Skin Pill-Box Hat – Don’t Think Twice, It’s All Right – Things Have Changed – Spirit On The Water – Honest With Me – The Lonesome Death Of Hattie Carroll – Ballad Of Hollis Brown – Desolation Row – Highway 61 Revisited – Forgetful Heart – Thunder On The Mountain – Ballad Of A Thin Man – . All Along The Watchtower – Like A Rolling Stone
Encore
Blowin’ In The Wind
Paolo Bianchi