Per una sera è sembrato davvero di trovarsi nella Los Angeles anni 80 e non nel minuscolo Musicdrome di Milano. Merito degli Hardcore Superstar e delle loro ultime due uscite discografiche che han fatto gridare al miracolo tanto quanto il loro pazzesco esordio di ormai otto anni or sono. Va detto che il locale non era adatto ad un pubblico davvero numeroso quale quello che ha affollato via Paravia parecchie ore prima dello spettacolo, né sarà più pensabile far esibire il gruppo in un luogo che non sia almeno l’Alcatraz. Tutto ciò non può che far enormemente piacere a chi, come me, ha temuto per parecchi mesi che gli Hardcore si sciogliessero a causa di qualche problema incontrato dopo l’enorme successo che aveva colto un po’ tutti di sorpresa e che li aveva visti calcare palchi prestigiosi come quello degli AC/DC.
La scaletta ha privilegiato, come era immaginabile, gli ultimi due album, quelli della rinascita e del ritorno a quel genere che ha fatto la fortuna di Crue e Guns, ai quali i nostri non hanno mai nascosto di trarre ispirazione continua. Lo show inizia con l’opener del nuovo album, quella “Need No Company” che scuote un pubblico che comunque non ha bisogno di stimoli…poi arrivano a raffica quasi tutte le canzoni dell’ultima fatica e ci rendiamo conto dello stato di grazia dei quattro: ritornelli irresistibili, riff da far impallidire ed un’energia contagiosa. E’ però quando fanno il loro ingresso i pezzi del precedente, omonimo, capolavoro che l’atmosfera si fa incandescente: “Bag On Your Head”, “Kick Up The Upper Class” e “We Don’t Celebrate Sundays” non temono confronti con nessuno e il piccolo Musicdrome pare saltare in aria. Conclusione di rito con la splendida “Liberation”, dall’album di debutto, che chiude degnamente una serata da ricordare.
L.G.