Marilyn Manson Milano 11 luglio 2012

Marilyn Manson Milano 11 luglio 2012

Marilyn Manson si è esibito in concerto mercoledì 11 luglio 2012 all’Ippodromo del Galoppo di Milano, nell’ambito della rassegna Milano City Sound. Difficile descrivere lo spettacolo in poche parole. Certo è che il Reverendo, dopo un periodo di appannamento, sta risalendo la china in modo più che evidente. L’ultimo album, “Born Villain“, è il migliore da molti anni a questa parte, e persino dal vivo Brian Warner e la sua nuova band stanno riacquistando carisma, credibilità e forza d’impatto. Se nella tappa precedente in Veneto la partenza era stata bruciante, ma non altrettanto il proseguimento dello show, in quel di Milano Manson e compagni hanno allestito qualcosa di difficilmente criticabile, sia nell’esecuzione tecnica sia nella capacità di coinvolgere il pubblico. Entrati in scena con qualche minuto di ritardo, e penalizzati all’inizio da suoni piuttosto bassi e non perfettamente equalizzati, i Nostri hanno però scaricato sin da subito quintali d’adrenalina con la micidiale doppietta costituita da “Hey, Cruel World…” (dall’ultimo disco) e “Disposable Teens” (da “Holy Wood“, classic album del 2000); in particolare, è spiccata fin dall’inizio la buona vena vocale di Marilyn, che nel susseguirsi delle canzoni interpretate in serata è sì sceso un poco, ma ha saputo resistere fino all’ultimo grazie ad un’ugola parzialmente risanata.

Rispetto ai concerti immediatamente precedenti, la scaletta, probabilmente a causa del lieve ritardo, è stata decurtata in un paio di punti, ma tutto ciò non ha inficiato per la riuscita finale della rappresentazione, che si è dipanata senza grossi cedimenti per sessanta minuti abbondanti, di fronte a tre – quattromila fan decisamente partecipi e più che soddisfatti (pochi ragazzini, il pubblico era piuttosto costituito da trentenni e oltre, quasi tutti seguaci di vecchia data dell’artista americano) . Scaletta, si diceva, che ha presentato alcune canzoni tratte dall’ultima fatica, fra cui si è segnalata soprattutto “Pistol Whipped“, ideale dal vivo, ma che ha comunque privilegiato i grandi classici del contemporaneo re dello shock rock. “mOBSCENE” ha scatenato il pogo nelle prime file, mentre “Coma White/Coma Black” ha enfatizzato la componente scenica della band e del suo incontrastato frontman. Per una delle due encore, la title – track di “Antichrist Superstar” (1996), Warner rispolvererà il podio, per meglio arringare la folla e sottolineare i gesti del folle; tuttavia, a parte il consueto apparato visivo, in questo concerto ad esser privilegiata è sempre stata la componente sonora, segno, come già più sopra si affermava, di un ritrovato smalto sonoro. Prova ne è stata la conclusione, affidata ad un’atterrente versione di “The Beautiful People“, spietata nella sua marziale meccanicità. Infine, comune alle altre setlist ma comunque da citare, la chicca dell’introduzione a “The Dope Show“, costituita dal remix psichedelico/sabbathiano di “The Dope Hat“, presente in “Smells Like Children” (1995) e intitolato “Diary Of A Dope Fiend“. Unico appunto: poco più di un’ora di concerto è davvero un po’ poco.

Setlist: Intro: Suspiria (Goblin song) – Hey, Cruel World… – Disposable Teens – The Love Song – No Reflection – mOBSCENE – The Dope Show (With “Diary of a Dope Fiend” intro) – Rock Is Dead – Personal Jesus (Depeche Mode cover) – Pistol Whipped – Coma White / Coma Black – Irresponsible Hate Anthem – Sweet Dreams (Are Made of This) (Eurythmics cover) – Encore: Antichrist Superstar – The Beautiful People

Stefano Masnaghetti

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