Rancore e Fast Animals and Slow Kids, le foto e il report del concerto al Flowers Festival del 9 luglio 2019

Il 9 luglio 2019 il Flowers Festival di Collegno, in provincia di Torino, fa il giro di boa e conclude la prima metà del suo cartellone con una serata speciale per una combo di co-headliner d’eccezione: Rancore e i Fast Animals and Slow Kids. Prima di loro Giancane, che si prende il pubblico del Flowers con le sue ansie e i suoi disagi, pestando come un eroe del punk.

Rancore sale sul palco che c’è ancora luce e parte con “Arlecchino”, prezioso singolo di “Musica Per Bambini”, e sembra di rivedere Caparezza con la sua “Cover”: i riferimenti culturali sono talmente tanti che l’artista sceglie di far scorrere delle immagini didascaliche sul ledwall. Ogni verso richiama un fumetto, un romanzo, un saggio o un’opera d’arte. Ma è solo uno dei tanti testi che più che letti e interpretati andrebbero parafrasati, mentre canta con una velocità e una pulizia d’esecuzione tali che verrebbe da scomodare i mostri sacri del genere.

Il rapper ermetico romano è esplosivo, nei movimenti, nei testi, nel flow. Prosegue promuovendo la sua ultima release ma non trascura il resto del repertorio, duettando con Giancane sulla loro “Ipocondria” e onorando il suo proficuo sodalizio DJ Myke (su “S.U.N.S.H.I.N.E.”, come sempre, viene giù tutto).

Si divora il palco come il miglior performer di tradizione hardcore, accompagnato dalla sua fedele orQuestra. È un’immagine nitida in un mondo dell’hip hop tricolore ormai bulimico, pieno di rapper e di parodie degli stessi. Rancore, al secolo Tarek Iurcich, è una scheggia impazzita che sta fuori da ogni script ma che sa anche essere un grande intrattenitore.

L’impressione è che queste siano anche le prove generali per un futuro di live più imponenti, perché lo show messo in piedi da Rancore e dall’orQuestra è molto più ricco, strutturato e pensato della maggior parte delle performance dei loro colleghi.

Tocca infine ai Fast Animals and Slow Kids, da Perugia. Tornano a Torino con la stessa voglia di spaccare i culi dell’ultima volta, ma con un disco in più sul groppone, e il pubblico del Flowers li accoglie con il dovuto frastuono.

La band sta bene, suona meglio di sempre e ha ormai realizzato di aver coronato il sogno di vivere di musica. Questo vuol dire che, nel momento in cui ci si accorge di come il fuoco interiore di questi ragazzi non si sia affievolito neanche un po’, bisogna prendere atto del fatto che questi sono i FASK. Non è solo la fame degli inizi, non è solo la grinta dei vent’anni o la perseveranza di chi vuole raggiungere i proprio obiettivi. Loro sono così. Si mangiano il palco perché è quello che sanno fare meglio e perché è il loro modo di intendere la musica. Forse è per questo che il pubblico di fedelissimi fan della prima ora non manca mai di rispondere all’appello e allo stesso tempo la famiglia si allarga.

Se al Parco della Certosa ci sono anche tanti nuovi fan, in aggiunta a quelli che puntualmente mandano sold out l’Hiroshima Mon Amour di Torino da ormai qualche anno, forse è merito del nuovo disco: “Animali Notturni“. Il lavoro della maturità, che ha permesso ad Aimone e soci di raggiungere qualche cuore in più.

Chi aveva riserve sulla resa live dei nuovi pezzi, meno aggressivi e grezzi rispetto alle precedenti produzioni, deve comunque ricredersi. Rientra tutto nel grande disegno, nel percorso che ha portato i FASK a diventare anno dopo anno la voce di una generazione di ragazzi italiani che crede ancora nella musica. Quella nata in uno scantinato, che si lega alle persone e ai loro ricordi. Quella delle chitarre, del crowd surfing e delle parole urlate al cielo. Quella dei Fast Animals and Slow Kids, da Perugia.

Fotografie a cura di Franco Rodi