Si è appena conclusa la prima edizione del Firenze Rocks, che ha visto oggi, 25 giugno 2017, esibirsi sul palco della kermesse tenutasi alla Visarno Arena pesi massimi del calibro di System of a Down e Prophets of Rage.
Inutile dire che le previsioni sull’estensione delle nuvole di polvere durante il set dei Prophets of Rage sono state ben ottimiste: lo scalpitare di quasi 80mila piedi ha avuto un effetto davvero devastante. La super band composta da membri di Rage Against the Machine, Cypress Hill e Public Enemy ha fatto esattamente ciò che ci si aspettava facesse, ovvero far saltare e cantare a squarciagola tutti con i successi dei RATM (dico solo “Guerrilla Radio”), medley di singoli storici dei Public Enemy e dei Cypress Hill, suonati con un Tom Morello in grande spolvero, insieme ai suoi compagni del main act e ai rapper Chuck D, DJ Lord e B-Real.
Certo, impossibile sostituire un frontman come Zack De La Rocha, e alla lunga l’effetto cover band inizia a farsi sentire prepotentemente, ma è con i pezzi inediti (anzi, il pezzo, “Unfuck the World”) che i PoR tirano fuori le loro molteplici personalità. E noi aspettiamo con trepidante attesa il primo omonimo disco del supergruppo. La chicca della performance è l’apparizione sul palco di Serj Tankian, che esegue insieme alla band una cover di “Like a Stone”, uno dei maggiori successi degli Audioslave (per chi avesse vissuto su un altro pianeta negli ultimi venti anni, si tratta della band formata da Chris Cornell con Tim Commerford, Brad Wilk e Tom Morello).
Il set dura un’ora e quindici, tanto che i POR si meritano il titolo di co-headliner dei System of a Down, senza troppi se e ma, dato che gli headliner stessi sono rimasti sul palco per poco tempo in più rispetto ai colleghi.
Prophets of Rage, la scaletta del concerto
Prophets of Rage (Public Enemy cover)
Testify (Rage Against the Machine cover)
Take the Power Back (Rage Against the Machine cover)
Guerrilla Radio (Rage Against the Machine cover)
Unfuck The World
Bombtrack (Rage Against the Machine cover)
Fight the Power (Public Enemy cover)
Hand on the Pump / Can’t Truss It / Insane in the Brain / Bring the Noise / Jump Around
Sleep Now in the Fire (Rage Against the Machine cover) (with snippet of Audioslave’s “Cochise”)
Like a Stone (Audioslave cover) (con Serj Tankian alla voce)
Know Your Enemy (Rage Against the Machine cover)
Bullet in the Head (Rage Against the Machine cover)
How I Could Just Kill a Man (Cypress Hill cover)
Bulls on Parade (Rage Against the Machine cover)
Killing in the Name (Rage Against the Machine cover)
L’arduo compito di chiudere questo primo Firenze Rocks spetta ai System of a Down, che da sempre radunano folle oceaniche, ma raramente come oggi: il colpo d’occhio della Visarno Arena era davvero impressionante.
Chi ha avuto modo di vedere in passato i SOAD sa bene cosa aspettarsi. Non solo perché è dal 2005 che i Nostri non pubblicano un disco, e per ovvi motivi il repertorio sarà sempre lo stesso di dodici anni fa. Ma anche perché alla formazione di origine armena piace vincere facile, senza uscire dal seminato. E i fan, che spesso e volentieri sovrastano sia le voci del frontman Serj Tankian che del chitarrista Daron Malakian (tanto che in “Chop Suey” siamo stati in molti a chiederci “ma hanno cantato o no”?), sono ben contenti che succeda così. Nota di merito per l’impianto luci delle grandi occasioni e per la scenografia, essenzialmente spoglia, ma elegante e ad effetto con una serie di maxischermi che si spostavano per comporre forme geometriche sempre diverse.
Tornando al già citato Tankian, spiace notare che la voce non sia più quella di una volta, complice anche uno stile tutto diverso nel cantare, ancora più teatrale (se possibile, dati i precedenti da solista) e a volte un po’ troppo forzato, e l’utilizzo di effetti non sempre molto azzeccati.
La scaletta, ovviamente, ha esplorato la discografia dei System nel dettaglio, proponendo ventotto pezzi in rapida successione senza pause, bis o simili (eccezion fatta per la dichiarazione d’amore del buon Serj all’Italia, il suo Paese preferito al mondo per la gente, la musica, la lingua e il cibo, soprattutto). Partendo da “Suite-Pee”, passando per “Psycho”, fino ad arrivare a “Sugar”, Tankian, Malakian, Odadjian e Dolmayan pestano per un’ora e venti tra sing-along continuo e botte da orbi sotto palco. Ora, è evidente che il quartetto non abbia alcuna intenzione di sfornare un nuovo lavoro, avendo trovato il modo per campare e per non scontentare i fedelissimi, ma qualche rinfrescata alla scaletta ci starebbe bene. Ma sicuramente mi sbaglierò e il prossimo anno daranno alle stampe il disco della vita.
System of a Down, la scaletta del concerto
Soldier Side – Intro
Suite-Pee
Prison Song
Violent Pornography
Aerials
Mind
Mr. Jack
DDevil
Needles
Deer Dance
Radio/Video
Hypnotize
Dreaming
Pictures
Highway Song
Darts
Bounce
Suggestions
Psycho
Chop Suey!
Lost in Hollywood
Question!
Lonely Day
Kill Rock ‘n Roll
B.Y.O.B.
Roulette
Toxicity
Sugar