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Ha ancora senso parlare di Musica nel 2020?

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Circa 3 anni fa, quando postai l’ultimo pezzo a mia firma su MA, in un passaggio scrissi “nessuna decisione potrebbe potenzialmente essere definitiva“. Una frase che venne messa solamente per simulare chissà quali incredibili piani segreti e nascosti ai più. Una tendenza diffusissima, aumentata a dismisura e diventata pratica irrinunciabile per i protagonisti di alcune ottime pagine (ideali però dai 40 anni in su) tra cui anche Io, professione mitomane. Dovessero crearne una dedicata ai giornalisti musicali (anche per quelli che credono di esserlo) si potrebbe aprire uno spazio temporale che risucchierebbe anni di evoluzione (?) digitale in un batter d’occhio.

Considerazioni superflue a parte, quella frase di cui sopra si è rivelata incredibilmente profetica, ma non certo nel modo in cui pensavo, tre anni fa, potesse esserlo. Fatto sta che a fine 2020 posso tornare a blaterare (anche) qui sopra senza troppi problemi. E quale migliore situazione per fare il punto in ambito musicale su un anno funesto (e anche bisesto)?

Per maggiori e filosofici approfondimenti vi rimando alla pagina 2020 di Musicologia, nostro gigantesco spin-off storico, sociale, culturale sugli ultimi 60 anni (!) di Storia della Musica. Per i miei invece è sufficiente scrollare l’elenco di quelle uscite che, rigorosamente divise per macrogeneri, hanno in qualche modo segnato l’anno appena trascorso.

Nulla in realtà è stato così epocale o significativo da meritare approfondimenti infiniti: la pratica di esaltare a dismisura album normalissimi è stata la norma negli ultimi 5 anni, un lustro che ha da un lato affidato allo streaming la completa sopravvivenza della discografia, discografia che ha da tempo abbandonato il talent scouting per assecondare la produzione industriale di pezzi identici tra loro che possano totalizzare milioni di streaming nel minor tempo possibile. Dall’altro ha ancora di più ghettizzato determinati generi e ascolti, in cui i gruppi che ancora oggi osano suonare (per esempio) rock, sono spesso rimasti in bilico tra l’esigenza artistica (basilare) di esprimersi senza compromessi, e la necessità di sfornare brani nuovi a ripetizione per avere numeriche necessarie al sostentamento dei gruppi stessi.

Che la conversione “1300 stream premium = una copia di album fisico in Italia, negli States 1250 riproduzioni in streaming premium e 3750 gratuite = 1 copia fisica” potesse fare più danni della grandine era stato chiaro da subito a chi avesse qualche anno in più sulle spalle. Che la questione sia ulteriormente sfuggita di mano negli ultimi due anni è parimenti evidente, soprattutto una volta che è salita in superficie anche la questione remunerativa: per guadagnare su Spotify 4.300 dollari al lordo delle tasse servono 1 milione di streaming. Se a questa deriva ci affiancate il blocco obbligato dell’industria dei live avrete il quadro completo della situazione.

Vero, molti artisti hanno anche altre fonti di sostentamento (prevalentemente streaming con altri nomi differenti da Spotify) e accordi diretti che garantiscono guadagni ulteriori. Ma a voi davvero piace l’idea di un mercato che, nel giro di un paio d’anni, sarà dominato da solo il 2% di tutti gli artisti e band che fanno musica nel mondo?
Più che altro mi auguro che questo (tutt’altro che surreale) scenario venga compreso dal 98% di artisti rimanenti. Che sia Bandcamp la risposta, piuttosto che il ritorno dei fan club in cui i supporter ti finanziano ogni mese allo stesso modo in cui finanziano Netflix, non lo posso sapere. Ma è palese che, soprattutto in assenza di live, la strada sia segnata ora molto più che in passato.
Sui live poi servirebbe aprire un capitolo a parte, entrando in questioni più ampie relative al tema “Assembramenti” (cosa che, profeticamente, affrontai qui qualche mese fa) oltre che in affari scientifici e riguardanti la medicina da cui mi tengo debitamente distante. Mi limito solo a dire che Springsteen, qualche mese fa, disse che sarebbe stato un miracolo perdere solo due anni di tour (2020 e 2021) nella situazione sanitaria attuale. E i live in streaming a pagamento? Funzionerebbero sicuramente bene per il 2% di cui sopra. Ma mai nella misura in cui, anche per quel 2%, funzionerebbe in modo decisamente più importante un tour anche ridotto di 20 date.

Tornando al concreto, queste sono le emissioni su cui si è maggiormente parlato nel 2020: la selezione per l’ultimo anno che considereremo in Musicologia (per approfondimenti leggete qui), oltre all’elenco degli artisti più ascoltati (o meglio, passati in sottofondo mentre milioni di persone facevano le prove per i balletti su TikTok, chattavano o scrivevano frasi sconnesse su Instagram) su Spotify e varie altre chart.
In coda ciò che ho ascoltato e apprezzato io maggiormente nel 2020 giusto per appagare quel discorso su Io, professione mitomane di cui sopra.

Sì insomma una marea di roba, spesso accatastata o ascoltata poche volte, sintomo della bulimia totalmente senza senso che attanaglia il biz di questi tempi. Ma che rappresenta in piccola parte la mole di lavoro che un qualsiasi critico musicale dovrebbe quanto meno sobbarcarsi per essere al passo coi (brutti) tempi che stiamo vivendo. Scegliete quel che preferite.
E no, non c’è Famoso. Di questo argomento di puro marketing parleremo forse un’altra volta.

I 40 ALBUM CHE HANNO SEGNATO IL 2020 (Musicologia)

AC/DC – Power Up
Actress – Karma & Desire
Bob Dylan – Rough and Rowdy Ways
Bruce Springsteen – Letter to You
Bush – The Kingdom
Childish Gambino – 3.15.20
Code Orange – Underneath
Dardust – SAD Storm And Drugs
Deftones – Ohms
Diodato – Che vita meravigliosa
Dua Lipa – Future Nostalgia
Fiona Apple – Fetch The Bolt Cutters
Five Finger Death Punch – F8
Francesco Gabbani – Viceversa
Ghali – Dna
Ghemon – Scritto nelle stelle
Gue Pequeno – Mr. Fini
Haim – Women in Music Pt. III
Haken – Virus
Halsey – Manic
Idles – Ultra Mono
Lil Uzi Vert – Eternal Atake
Major Lazer – Music is the Weapon
Nazar – Guerrilla
Perfume Genius – Set My Heart on Fire Immediately
Phoebe Bridgers – Punisher
Pinguini Tattici Nucleari – Fuori dall’hype – Ringo Starr
Populous – W
Protomartyr – Ultimate Success Today
Róisín Murphy – Róisín Machine
Run The Jewels – RTJ4
Samuele Bersani – Cinema Samuele
Slait – Bloody Vinyl 3
Sylosis – Cycle of Suffering
Taylor Swift – Folklore
Tedua – Vita vera mixtape
The Weeknd – After Hours
Within The Ruins – Black Heart
Yungblud – Weird!
Zen Circus – L’ultima casa accogliente

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SPOTIFY – ITALIA
– artisti più ascoltati
1. tha Supreme
2. Sfera Ebbasta
3. Marracash
4. Guè Pequeno
5. Geolier
– artiste più ascoltate
1. Elodie
2. Dua Lipa
3. Billie Eilish
4. Ana Mena
5. Elisa

SPOTIFY – MONDO
– artisti più ascoltati
1. Bad Bunny
2. Drake
3. J Balvin
4. Juice WRLD
5. The Weeknd
– artiste più ascoltate
1. Billie Eilish
2. Taylor Swift
3. Ariana Grande
4. Dua Lipa
5. Halsey

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ALTRI ALBUM MAINSTREAM (di vari generi) CHE POTRESTE CONSIDERARE
Algiers – There Is No Year
Ariana Grande – Positions
Charlie XCX – How I’m Feeling Now
Ellie Goulding – Brightest Blue
Eminem – Music to Be Murdered By – Side B
Fleet Foxes – Shore
Grimes – Miss Anthropocene
Kesha – High Road
Khruangbin – Mordechai
Kylie Minogue – Disco
Matt Berninger – Serpentine Prison
Miley Cyrus – Plastic Hearts
Nicole Atkins – Italian Ice
Norah Jones – Pick Me Up From The Floor
Roddy Rich – Please Excuse Me For Being Antisocial
Sam Smith – Love Goes
Sault – Untitled (Black Is)
Sufjan Stevens – The Ascension
Tame Impala – The Slow Rush
The 1975 – Notes On A Conditional Form
Tricky – Fall to Pieces
Tunes of Negation – Like The Stars Forever And Ever
Woodkid – S16
YoungBoy Never Broke Again – Top

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ALTRI ALBUM ITALIANI DA SEGNALARE
Bnkr44 – 44. Deluxe
Brunori SAS – Cip!
Calibro 35 – Momentum
Colapesce & Dimartino – I mortali
Eugenio in via di Gioia – Tsunami
Frah Quintale – Banzai (Lato blu)
Gemitaiz – QVC9
Giorgio Canali – Venti
Joan Thiele – Operazione oro
Lucio Corsi – Cosa faremo da grandi
Populous – W
Psicologi – Millennium Bug
Speranza – L’ultimo a morire

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GLI ALBUM ROCK DEL 2020
AC/DC – Power Up
Biffy Clyro – A Celebration of Endings
Black Stone Cherry – The Human Condition
Bob Dylan – Rough and Rowdy Ways
Bob Mould – Blue Hearts
Bon Jovi – 2020
Bring Me The Horizon – Post Human: Survival Horror
Bruce Springsteen – Letter to You
Bush – The Kingdom
Corey Taylor – CMFT
Deep Purple – Whoosh!
Deftones – Ohms
Fontaines DC – A Hero’s Death
Green Day – Father of All Motherfuckers
Idles – Ultra Mono
Nothing But Thieves – Moral Panic
Ozzy Osbourne – Ordinary Man
Pearl Jam – Gigaton
Poppy – I Disagree
Puscifer – Existential Reckoning
Smashing Pumpkins – Cyr
Stone Temple Pilots – Perdida
The Strokes – The New Abnormal
The Struts – Strange Days
Yungblud – Weird!

ALTRI ALBUM HARD&HEAVY DA SEGNALARE
Alpha Wolf – A Quiet Place to Die
August Burns Red – Guardians
Bury Tomorrow – Cannibal
Deeds of Flesh – Nucleus
Enter Shikari – Nothing Is True & Everything Is Possible
Ghostkid – s/t
Giobia – Plasmatic Idol
Good Tiger – Raised in a Doomsday Cult
Intronaut – Fluid Existential Inversions
Lamb of God – s/t
Loathe – I Let It in and It Took Everything
Paradise Lost – Obsidian
Sevendust – Blood & Stone
Sharptooth – Transitional Forms
Suicide Silence – Become the Hunter
Testament – Titans of Creation
Tigerwine – Nothing Is for You

IL MIO “POLLO” 2020 E RELATIVA PLAYLIST

10 ALBUM DEL 2020
1 – Within The Ruins – Black Heart
2 – Boston Manor – Glue
3 – Sylosis – Cycle of Suffering
4 – Daniel Tompkins – Ruins
5 – Bush – The Kingdom
6 – August Burns Red – Guardians
7 – Protest The Hero – Palimpsest
8 – Bleed From Within – Fracture
9 – Trivium – What The Dead Men Say
10 – 10 Years – Deja-Vu

PEZZI DA ASCOLTARE A PRIORI NELLA PLAYLIST
1 – Afterglow – Drifting
2 – Psycroptic – The Watcher of All
3 – Aviations – Nineties Nine Ties
4 – Corey Taylor – European Tour Bus Bathroom Song
5 – Softspoken – Sleight of Hand

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