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The Heavy Countdown #116: Heaven Shall Burn, Myrkur, Tonight We Stand

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Heaven Shall Burn – Of Truth and Sacrifice
Alla voce qualità nel dizionario dei sinonimi e dei contrari dovrebbero mettere una foto degli Heaven Shall Burn. In effetti, la formazione tedesca non ci ha mai fatto ascoltare nulla che non fosse di ottimo livello, e con il mastodontico “Of Truth and Sacrifice”, i Nostri continuano a veleggiare nelle acque sicure della loro tecnica ineccepibile. Quasi 100 minuti di metalcore brutale e diretto, di cui almeno i primi 50 sono assolutamente da ascoltare e ricordare per gli amanti del genere (prendete “Eradicate”, “Protector” e “My Heart and the Ocean”), e in cui non mancano chicche (leggi alla voce “La Résistance” con il suo sapore electro-industrial retrò).

Myrkur – Folkesange
Diciamo la verità, che Myrkur non fosse nuova alle suggestioni del folk è un dato di fatto, ma “Folkesange”, rappresenta un ritorno alle proprie origini e alle tradizioni della propria terra natia. Una scelta dettata non solo da una sensibilità innata, ma anche dalla nascita del primogenito dell’artista, che l’ha portata a un periodo di stop e isolamento. Isolamento, appunto. Una parola che in questi giorni ci fa compagnia, anche troppa se vogliamo. Ma che a proposito del nuovo lavoro dell’eterea cantante, calza a pennello. Basta ascoltare le evocative “Leaves of Yggdrasil” o “House Carpenter” e chiudere gli occhi per volare in cima a un fiordo, o nel più profondo di una foresta, e sentire la tiepida carezza del sole accompagnata dai brividi di una brezza frizzante. Ne avremmo davvero bisogno.

Wall Of Palemhor – D.R.A.M.A.C.O.R.E.
Un buon mix tra melodic death metal di stampo classico e metalcore moderno quello dei nostrani Wall of Palemhor, giunti all’esordio ufficiale con “D.R.A.M.A.C.O.R.E.”. Con l’arrivo in line-up di Andrea Medioli alla chitarra e soprattutto di Davide Gorlini alla voce, il combo è riuscito finalmente a sviluppare le già buone idee presenti nell’EP “Obscura” (2015) in un’opera solida e piacevole, in cui aggressione frontale e melodia convivono in un’invidiabile armonia (“You Worth” e “Worms Inside”).

The Oblyvion – Amygdala
Altra band tedesca, ma con decisamente meno anni ed esperienza sulle spalle rispetto ai più anziani e blasonati colleghi citati qualche paragrafo più in alto. I The Oblyvion, arrivati al debutto discografico, sfornano un buon full-length di stampo melodic death moderno, che non disdegna l’uso dell’elettronica quando serve (“New Messiah” o “Helios”). È vero che c’è bisogno ancora di un bel lavoro di lima, soprattutto sul cantato clean, ma nel complesso “Amygdala” è un disco che si lascia ascoltare senza annoiare, il che è una grande qualità di questi tempi.

Tonight We Stand – New World Disorder
I Tonight We Stand, giovane formazione veneziana, hanno recentemente dato alle stampe il primissimo album in carriera, “New World Disorder”. Oltre ad avere un titolo che ben si addice all’attuale periodo storico, l’opera numero uno dei Tonight We Stand parte da una robusta base metalcore, che non disdegna strutture old school e inserti orchestrali, ma neanche un amore per la sperimentazione a tratti un po’ spinto (“Hollowgrams” con il suo rap e le tastiere è l’esempio più lampante di questo ultimo aspetto), il tutto mixato da Lucas D’Angelo dei Betraying The Martyrs.

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