È pomeriggio, il tardo pomeriggio di uno dei primi giorni d’estate, quel momento in cui il sole si avvicina all’orizzonte spargendo dietro di sé gli ultimi raggi caldi nella luce rossastra che precede il tramonto. Dirigiamo gli occhi verso al sole socchiudendo pigramente le palpebre e assaporando il momento.
Questa è l’immagine nitidissima che suggerisce il primo ascolto di “This Old Dog”, nuovo album del cantautore canadese Mac DeMarco, uscito il 5 maggio.
La dolcezza degli accordi di chitarra ci trascina in un limbo ovatattato, dove il sole splende. Il groove pigro e ammiccante delle linee di basso fa ciondolare lentamente la testa. Se però scaviamo oltre lo strato superficiale e ci immergiamo sotto il pelo dell’apparenza ascoltando con attenzione le parole delle canzoni, ci si para davanti una scena diversa: è tarda mattinata e ci siamo appena svegliati con la testa pesante, la stanza ci vortica attorno. Seduti per terra, al centro di un tappeto di bicchieri vuoti, ci chiediamo cos’è successo ieri sera. Ci alziamo, ci guardiamo allo specchio e ci chiediamo se a ventisette anni non sia meglio smettere di fare cazzate.
Quello di Mac DeMarco è un album di crescita e maturazione, di chi a ventisette anni si guarda allo specchio, si accorge di essere vicino ai trenta e di assomigliare sempre di più ai propri genitori. Il primo pezzo dell’album, “My Old Man”, apre la strada al tema del confronto con il padre. È questo il momento in cui il cantautore si specchia e ritrova i lineamenti del genitore sul suo volto; è un rapporto complicato quello dell’artista con la figura paterna, uomo alcolista e violento, da cui si separa quando è ancora un bambino. Brani come “On the Level”, “Moonlight on the River”, “Watching Him Fade Away” riflettono sulla sua presenza-assenza, sull’inevitabile somiglianza che li avvicinerà in futuro.
Un Mac DeMarco inaspettato si presenta in “This Old Dog” quindi, un ventisettenne pacato e riflessivo, un saggio che dispensa consigli, come in “A Wolf Who Wears Sheep Clothes”. Nascosta dietro alle atmosfere sognanti e ai riverberi a tratti psichedelici, si nasconde la consapevolezza profonda di chi ritiene opportuno avvicinarsi con i piedi alla terra e tenerceli ben saldi. I sogni svaniscono in “Dreams from Yesterday”, è ora di pensare alla realtà e non a come sarebbe potuta essere, canta “Baby You’re Out”.
Quest’ultimo album ha un sapore agrodolce, ha la leggerezza dei vent’anni e la consapevolezza dei trenta. È un disco di crescita e di passaggio, in bilico tra il Mac DeMarco che balla nudo e ubriaco marcio sul palco e quello che improvvisa un lento con la sua ragazza davanti alla folla.
“This Old Dog” è un hangover in bilico tra la pace dei sensi e il “da domani non bevo più”. Mac DeMarco ci lascia in sospeso con una scrollata di spalle, davanti al sole che tramonta.