Connect with us

Interviste

Area Covid-19: Rugo

Published

on

Si intitola “Nuvola” il nuovissimo pezzo del giovane cantautore pisano Rugo, pubblicato lo scorso 5 maggio. In occasione dell’uscita del video del singolo, abbiamo avuto l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con l’artista che ci ha raccontato nel dettaglio la sua carriera e la sua vita in un momento così delicato.

Ciao Francesco, benvenuto in Area Covid-19. Sei uno dei primi giovanissimi che ospito nel mio salotto virtuale. Sono rimasta molto colpita dal tuo singolo “Nuvole”. Ti va di parlarci del tuo progetto?
Ciao, grazie dell’invito! Il progetto Rugo nasce nel 2016, con alcuni pezzi registrati in camera con un computer ormai deceduto. Da queste demo viene poi estrapolato il primo EP “Panta Rei” registrato presso L’Hard Rec Production. Faccio musica italiana, generalmente classificabile come pop e da sempre mi piace definirla la Muzic Italien. Nel 2016 ho partecipato alla creazione del mediometraggio “Alba, una fiaba romantica” prodotto
da The Hat production, con due colonne sonore, L’asfalto e Teseo, nel 2017 la canzone “Co(i)librì” dell’EP “Panta Rei”, è stata scelta come colonna sonora dall’associazione 120g per il film “Tuscanyness”. Durante tutto questo tempo, ho continuato a scrivere e a fare qualche live in giro, adesso sto lavorando alla costruzione del nuovo album, che verrà registrato al 360 Music Factory di Livorno, in co-produzione con Pachetti e Ciulla. Sempre con Ciulla ho co-prodotto il mio ultimo brano uscito il 5 maggio 2020 “Nuvola”, registrato in casa e mixato da Fabio Cosci durante questa quarantena. Ad oggi ho anche una band, Ale, Nic e Pad sono diventati i miei compagni di avventura, senza di loro sarebbe impossibile portare live il progetto. Anche Francesca, di MENO_WAREHOUSE, crede nel progetto e mi aiuta a portarlo avanti.

Quanto c’è di autobiografico nei tuoi testi e quanto invece contano le influenze in un giovane artista?
La maggior parte dei brani sono autobiografici, pochissime volte riesco ad inventarmi una storia da zero, e quando ci riesco finisce sempre che parlo in modo velato di qualcosa che mi è successo. Penso che questo sia anche dovuto alla modalità con cui ho sempre scritto fino ad ora, di getto. Non riesco a mettermi seduto e dire: “adesso scrivo una canzone”. Ho il cellulare pieno di note vocali, di pensieri e di melodie che spesso si tramutano nel pezzo finale. Per quanto riguarda le influenze musicali penso siano importanti, non solo per i giovani artisti ma per tutti quanti, è però anche vero che al momento non ascolto troppa roba nuova, ma piuttosto torno indietro, con un orecchio diverso.

Come hai trascorso questo periodo? Quanto il coronavirus ha condizionato le tue giornate? E il tuo pensiero a riguardo? 
Questo periodo l’ho trascorso in casa, vivo solo da ormai due anni, in una casa in “quasi campagna”, le giornate sono diventate improvvisamente bianche, tutte uguali. Poi però come sempre, un po’ per necessità un po’ per indole ho iniziato ad organizzare questo tempo vuoto e alla fine posso dire di sentirmi fortunato, ho un tetto ed un giardino. Il virus ha cambiato il modo di vivere e di vedere molte cose, almeno per un po’ dovremo abituarci a questa nuova vita, non so dire come sarà, se peggiore o migliore della precedente, di sicuro sarà diversa e vorrei riuscire a pensare solo agli aspetti positivi.

Cosa ti è mancato di più e cosa invece questo periodo ti ha portato?
La cosa che mi è mancata di più durante questo periodo di quarantena è il contatto con le persone, mi piace molto uscire, conoscere gente e parlare. In questo periodo ho avuto l’opportunità di pensare tanto, di scoprire nuovi aspetti di me e anche fare “le cose di sempre” in una diversa modalità mi ha stimolato molto. Questo periodo mi ha portato “Nuvola” ed un paio di ciabatte nuove.

Tutti stiamo aspettando il ritorno ai live. Quale pensi possa essere una delle soluzioni per ridare l’artista al suo pubblico? Cosa ne pensi delle dirette streaming che al momento sembrano l’unica soluzione per restare vicini anche se distanti?
La dimensione live è quella più vera. Il contatto diretto con il pubblico è qualcosa di magico, anche solo il poter pensare di riuscire a trasmettere qualcosa è una sensazione indescrivibile. Per questo ed anche per la mia timidezza, le dirette streaming non mi hanno “rapito”, capisco che sia l’unica soluzione per veicolare il proprio lavoro e per sentirsi vicini al pubblico, ma parlare davanti ad un cellulare non lo sento ancora naturale. Qualcuno parla di drive-in ma la verità è che io ad un concerto in macchina non so se ci andrei mai.

Cosa auguri e ti auguri per domani?
Auguro a tutti la forza di essere ottimisti. Come dicevano a Gianni : “L’ottimismo è il profumo della vita!”.

 

DISCHI