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Interviste

Mar, la musica è il suo superpotere da uomo normale e ce lo mostra nel suo nuovo singolo I Mostri Non Esistono

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A pochi mesi dal singolo di debutto Collezionisti di Pioggia, MAR torna con un nuovo singolo I Mostri Non Esistono (Trident Music/Polydor) disponibile in streaming e digital download da venerdì 5 febbraio.

Mar ha sempre sognato di avere un superpotere e con i suoi brani non c’è nulla che non possa fare, non c’è cattivo che non possa sconfiggere o male contro il quale non possa combattere, né bene che non possaodiare o confine che non possa valicare. La musica è il suo superpotere da uomo normale. Nel suo mondo artistico piuttosto onirico, Mar sa che sin da bambini le fiabe cercano di convincerci strenuamente che i mostri non esistono, eppure l’uomo nero è sempre dietro l’angolo e ti porta via se nonvai a letto e stai in silenzio. E invece i mostri esistono, solo che non ce lo spiega nessuno; possono essereumani e parte della nostra vita e si celano dietro la freddezza e il vuoto degli occhi dichi dovrebbe amarci eproteggercie invece non lo fa.

Super poteri, parliamo di super poteri. A parte la musica che super potere vorresti avere? Tutte le risposte sono valide!

Sono sempre stato patito di quei personaggi che i super poteri li possiedono un po’ tutti all’occorrenza, ma non so perché nei fumetti di solito sono solo i cattivi che li rubano ai buoni. Per cui, dovendo scegliere, ed escludendo quelli più ovvi come volare o il teletrasporto, direi il controllo del tempo. A volte fermare tutto e godersi un attimo le piccole cose per me vorrebbe dire tanto, zittire il mondo un secondo solo, rimanere nella mia bolla di momenti belli e fermarmi a guardare un tramonto, pensare a cose leggere tra le braccia di chi amo, non avrebbe prezzo. Ah e poi ovviamente rifarei verifiche di scuola ed esami dell’università sapendo tutte le risposte, dai chi non lo farebbe?

In I mostri non esistono parli dei mostri umani, quelli che invece esistono davvero, ma ne parli in modo sottinteso. In quel mondo, i mostri non esistono. E’ un modo per difendersi, un sistema di autodifesa, o è più una reazione, un costruirsi un mondo in cui essere al sicuro?

Ad un certo punto ti dicono o scopri malamente che babbo natale non esiste -spero di non rovinare l’infanzia di nessuno con questa rivelazione- e da lì ti chiedi su quante cose i tuoi ti abbiano mentito: sono i miei veri genitori, sono un alieno inviato sulla terra, perché esisto? Insomma, un dramma. Ma poi scopri anche che non esistono goblin e streghe, e che nei film sono solo attori, “uomini mascherati”. Non esistono mostri, ma persone. Eppure, i tuoi incontri, anche quelli voluti dal caso, dalla natura, come con i genitori, possono farti male; e cavolo quante volte hai paura di quelle facce di plastica sui volti della gente e avresti tanto bisogno di un mostro sotto il letto con cui parlare? Dire che i mostri non esistono è un po’ mettersi dei buoni occhiali sul mondo, prepararsi a combatterne i lati oscuri e restare in piedi a qualunque costo, cercando di essere la versione migliore di te e di qualunque mostro.

Credo sia profondamente legittimo volersi creare uno spazio sicuro, per restare in tema, in cui mettere da parte paura e ansia e respirare un po’. Credo sia giusto. La musica è questo, per te?

La musica è uno spazio sicuro, ma anche tremendamente pericoloso. E’ il posto in cui sono più me stesso di qualunque altro, ed avere il coraggio di essere se stessi, sinceri al cento per cento, affrontando le proprie fragilità a viso aperto richiede tanta determinazione, e poi si somma sempre la paura di non essere compresi. Ma non c’è nulla di più bello di questo essere sul ciglio delle emozioni quando scrivi canzoni, perché non puoi mentire a te o ad altri, se vuoi che ti capiscano e capirti a tua volta devi essere sincero e nulla mi fa sentire più libero e al sicuro di una canzone scritta a cuore aperto.

Dire che “i mostri non esistono” a un bambino, secondo me, non è giusto: i mostri esistono, e se combatti li puoi vincere. E’ questo che ti ha spinto a scrivere questo pezzo?

Esattamente. E’ diverso chiudere un bambino in una bolla e non permettergli di sbucciarsi le ginocchia rispetto ad essere lì a tendergli la mano ogni volta che cade a terra. Si può cadere, ti puoi sporcare, puoi avere “pensieri cattivi”. Devi conoscere il mondo, capendo anche il senso delle emozioni contrastanti che spesso fin da bambini pervadono ciascuno di noi. Perché partendo da lì puoi lottare anche con te stesso per rendere il mondo un posto per tutti, in cui, sapendo dei mostri, puoi cercare di combatterli, indossando quella parte di umanità che si basa su forme d’amore sincere, sul bene comune, creando bolle di bene e sapone che piano piano volando sulle facce cattive delle cose e scoppiando qua e là possano lavare via le brutture di questo mondo e magari anche interrompere il ciclo di dolore, che spesso anime ferite non riescono ad interrompere, perché di questi mostri non sapevano niente.

Domanda tecnica: la copertina del singolo è bellissima. Ci puoi raccontare qualcosa in più? L’idea di base è tua?

Qui viene la mia parte preferita dell’arte. Io amo che le persone con cui lavoro e che si occupano di altri aspetti che possono accompagnare l’uscita di un brano, mettano in gioco la loro arte contaminata dalla mia. Il modo migliore per leggere gli altri sapori delle canzoni che scrivo, che magari nemmeno io sentivo, è dare campo libero: “ascolta la canzone e falla tua”. Così poi capisci se quello che volevi dire è stato compreso e crei un piccolo mondo attorno alla canzone che usa tutte le forme d’arte che la possono accompagnare al loro massimo livello. Vengono fuori cose meravigliose, come la copertina. Poi ovviamente alle bozze iniziali aggiungo suggerimenti sui dettagli, e su aspetti che vorrei evidenziare.

Ultima domanda: immagina che la pandemia sia finita, e che ti dicano che puoi suonare dove vuoi. Dove vai?

Anni fa sono andato a Wembley al concerto dei Coldplay. Mi hai detto che a fine pandemia mi dicono che posso suonare dove voglio, quindi colgo l’occasione e ti dico che se fosse veramente così non sarebbe male come posto. Però voglio restare umile, sarebbe bello andare nei teatri, ma in generale ovunque ci sia bisogno anche della mia musica per dimenticarsi questo brutto periodo.

Grazie!

Grazie a te.

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