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Intervista a Giorgieness: “Maledetta, la mia nuova sfida”

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Si intitola “Maledetta” il nuovo singolo di Giorgieness, uscito lo scorso 28 maggio. Prodotto da Ramiro Levy (voce e chitarra della band brasiliana Selton), Marco Olivi (Ghemon, Ex Otago), e Davide Napoleone (Michele Bravi, Booda, Gaia Gozzi), il brano consacra la nuova fase artistica di Giorgia D’Eraclea, anima e voce del progetto nato nel 2011. “Maledetta” è il primo dei singoli che anticiperanno il terzo album della cantautrice, in uscita il prossimo autunno. Abbiamo raggiunto Giorgieness, che ci ha raccontato qualche dettaglio in più sul suo nuovo progetto.

Ciao Giorgia, come stai? Come hai vissuto questo ultimo periodo? Vuoi raccontarci il tuo percorso negli ultimi mesi?
In casa, come tutti, non sono ancora tornata al 100% alla vita reale, mi ci vuole un po’. Detto questo, ho approfittato della quarantena per preparare l’uscita di “Maledetta”, per questo motivo credo di averla accusata meno, ho sempre avuto molto da fare. Non ho scritto molto, devo essere sincera, quando vivi periodi così forti c’è spesso bisogno di tempo per processarli. In generale sto ascoltando molto, studiando, cercando di capire e cercando di ampliare la mia visione del mondo uscendo da quelle che sono le cose che conosco.

Ho ascoltato il tuo ultimo singolo “Maledetta”, ti va di raccontarci del tuo progetto e riesci a darci qualche anticipazione sul futuro prossimo?
Da quando ho cominciato ad “essere Giorgieness” ho sempre cercato di seguire il flusso creativo del momento, concentrandomi tantissimo sulla scrittura, quella basilare, chitarra/voce o piano/voce che sia. Nel tempo però ho imparato ad usare – in modo molto basic – i programmi audio e ad oggi mi piace dare già una chiave di arrangiamento ai pezzi in fase di scrittura. Questo ovviamente ti da ancora più libertà di esplorare mondi sonori diversi e questa volta ho avuto quasi due anni per capire dove volevo andare. Ci sarà un album in autunno, ma ci sentiremo sicuramente prima di allora.

In realtà ho letto tante cose e tutte diverse sul tuo singolo, ma mi piacerebbe dare proprio a te la parola per cercar di entrar ancor di più (se possibile) nel tuo mondo.
“Maledetta” credo si descriva da sola, è un pezzo con più chiavi di lettura: può essere una considerazione sui rapporti a due o ancora una chiacchierata onesta con se stessi. Musicalmente inizio da sola e finisco con un coro, cantato dalle due persone che più sono state cruciali in questa lunga fase di cambiamento in cui non nego di essermi sentita spesso molto sola. Davide e Ramiro sono stati davvero fondamentali in questo percorso. Ci tenevo che fossero loro a sostenere la voce sul finale. “Maledetta” è il primo passo verso il sound che verrà ma non spoilera ancora tutto!

Anche il video che accompagna il pezzo è stato girato nel periodo di lockdown mostrandoci i tuoi “spazi personali”. Ci vuoi raccontare anche di come è nata l’idea di fare entrare in casa tua il pubblico, seppur in maniera virtuale?
La mia prima idea era il contrario, entrare io nelle case di altri con un video che avrebbero riprodotto sui loro device e poi ripreso nuovamente. La cosa era troppo macchinosa e parlando col regista, Silvano Richini, mi ha suggerito di fatto di fare il contrario e ha costruito questo surrogato di casa mia in cartone. Con la mia musica alla fine racconto la mia vita, seppur filtrata, e sui social ho scelto quale parte mostrare e quale tenere per me. La mia casa, la mia vita, sono tutte in quel video e anche se è strano riguardarlo e pensarci in questo modo, credo sia un molto emozionale. E poi la costiera amalfitana regala cento punti a qualunque cosa, credo!

E a proposito di pubblico, molte sono le proteste ma soprattutto i dibattiti su come tornare alla normalità. La musica è il settore che soffre ancora maggiormente per l’assenza dei live. In questi giorni sembra che qualcosa torni a muoversi. Qual è la tua posizione a riguardo?
Io sono del partito che si suona sempre, nei limiti del possibile. Personalmente credo e spero che l’estate mi vedrà sui palchi. Non nella mia condizione ottimale, come pensavo di tornare nel 2020 cioè con una formazione completa e un live elettrico, ma per questo temo ci sia da aspettare e nonostante mi dispiaccia molto non poter regalare un live di quel livello, sono felice che la prospettiva sia comunque lavorare e allora sapete cosa? Chitarra in spalla e si parte. Penso che ognuno di noi – musicisti – stia affrontando la cosa a modo suo e secondo quelle che sono le sue convinzioni, non mi sento di dire che ci sia un giusto e uno sbagliato. Però ecco, sono stata a vedere Samuel dei Subsonica in quello che avrebbe dovuto essere un secret concert qualche sera fa. Purtroppo pioveva a dirotto e noi come pubblico eravamo sulle balconate del cortile interno di un hotel, distanziati e con mascherina. Nonostante la pioggia, hanno aspettato fino all’ultimo e nonostante l’acqua ci hanno suonato due canzoni che mi hanno fatto rendere conto di due cose: quanto mi mancasse la musica dal vivo e quanto stimi chi vive la musica così, ancora dopo tutti quegli anni.

Parlare di fasi mi sembra ormai un concetto passato ed io voglio pensare al futuro. Come sarà il futuro di Giorgia? 
In studio e sui palchi spero! Un po’ come è stato il mio passato e spero sia il futuro anche quello più lontano. Ad oggi, anche prima del covid, avere la possibilità di fare dei dischi e dei tour non è una cosa scontata e voglio davvero continui a essere il mio lavoro. Anche se una capatina in costiera…

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