Teho Teardo & Blixa Bargeld Still Smiling

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Sfogliando le pagine di una rivista musicale mi imbattei, mesi or sono, in un nome che – come spesso accade – non avevo mai sentito nominare; per carità, può accadere: la tuttologia non fa parte di questo mondo. Il fatto è che questo signore di nome Teho Teardo (musicista, compositore, produttore) dispone di un curriculum invidiabile e sorprendente: dall’industrial dei suoi Meathead, nei primi anni ’90, è arrivato a lavorare con Lydia Lunch e i Placebo e oggi è uno dei più ricercati autori di colonne sonore e musiche cinematografiche (vd. Il Divo e Diaz fra gli altri).

Logico, dunque, che non appena abbia notato il suo volto accanto ad un altro mostro sacro come Blixa Bargeld (che spero non abbia bisogno di presentazioni) la mia curiosità sia schizzata alle stelle: sapevo che non mi sarei trovato davanti ad un prodotto Industrial, ma la mia preparazione non è stata sufficiente a recepire Still Smiling senza essere sorpreso e ammaliato dai dodici gioiellini che compongono questo disco. Il brano di apertura è molto appropriato: si intitola Mi scusi: Bargeld canta in italiano – l’aspetto linguistico è un tratto fondamentale per comprendere la dimensione europea del lavoro – e con grande charme strappa un sorriso all’ascoltatore introducendolo –  a sua insaputa, quasi, e senza traumi – nelle atmosfere di un cd che presto acquista la presunta spettralità di un paesaggio novecentesco, d’altri tempi: Come up and see me, d’una dolenza dolcissima, pone in quadro la partitura che struttura il disco: classica ed elettronica danzano assieme in un connubio che raramente trova un esito così poetico: vale per le ritmiche, glaciali; per le orditure armoniche, d’un’espressività intensa e sentita, affidata in particolare agli archi del Balanescu Quartet e di Martina Bertoni, violoncellista eclettica nell’approccio allo strumento.

Una stratificazione sonora da manuale anche nelle sue movenze, perfetta nel supportare la profonda voce di Blixa, magnetico e teatrale con la sua posata incisività – poche volte la lingua tedesca è riuscita ad essere così intima. Il canovaccio, apparentemente semplice, viene eseguito con variazioni sul tema in Buntametalldiebe, Nocturnalie, A Quiet Life – già nella colonna sonora di Una vita tranquilla, e qui in una nuova versione –; e non manca qualche momento più disteso come Alone with the moon (dal repertorio dei Tiger Lilies), o più oscuro come l’omonima Still Smiling; mentre in What if…? o Axolotl si intravedono, in filigrana, le origini rumoristiche alla base della carriera dei due maestri. Un lavoro d’eccellenza, estremamente levigato e sapientemente strutturato, che serba e all’ascolto sprigiona la grandeur dell’esperienza di Teardo e Bargeld, in maniera misurata, equilibrata e implacabile.

Cristian Ciccone

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