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Cristiano Godano presenta l’album solista “Stammi accanto”: «Ho scoperto il valore della speranza»

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Cristiano Godano - Foto ufficio stampa Parole e Dintorni

Si intitola “Stammi accanto” il nuovo album solista di Cristiano Godano, 8 tracce inedite, con la partecipazione di Samuele Bersani nel brano “Dentro la ferita”, in uscita venerdì 4 aprile, insieme al singolo “Eppure so”. Secondo lavoro solista di Godano, dopo 30 anni di carriera come frontman e autore dei Marlene Kuntz, l’album, prodotto insieme a Luca Rossi, esprime una delicata tensione tra fragilità e speranza, conflitto interiore e ricerca di un orizzonte di senso, introspezione poetica e quiete contemplativa. Un lavoro intenso, ma ammantato di una leggerezza matura e consapevole, con il quale Godano, recentissimo vincitore della targa Gran Torino del Premio Buscaglione 2025 assegnata ogni anno a un cantautore che con la sua carriera artistica ha profondamente influenzato la musica italiana, riconferma il suo solido talento di songwriter.

Dall’esordio in solitaria con “Mi ero perso il cuore”, suonato in oltre 200 live in tutta Italia e arrivato finalista alle Targhe Tenco, sono passati ben 5 anni, ma “Stammi accanto” è un album che affonda le sue radici in un momento non troppo distante da quello. Le 8 canzoni che lo compongono, infatti, sono nate nel periodo immediatamente successivo al lockdown e prima della scoperta del vaccino contro il Covid. Rimasto lì a decantare per tutto questo tempo, “Stammi accanto” è oggi pronto per prendere il volo e aiutarci, complice, a cercare di trovare di nuovo quel filo di speranza, che è il primo presupposto alla resistenza in un periodo così carico di turbamenti ed inquietudini.

«Queste canzoni sono state scritte dopo la prima difficilissima estate, quando abbiamo iniziato a suonare contingentati», ci ha raccontato Cristiano Godano. «Quando in autunno il Covid ha ricominciato a venire fuori, io ho iniziato a scrivere queste canzoni. Il vaccino stava per essere scoperto e l’umanità stava iniziando a trovare la sua speranza personale. C’era il forte desiderio di uscire da questo incubo, le canzoni dell’album nascono in quel contesto e la cupezza dannata di “Mi ero perso il cuore”, qui, è un po’ mitigata. Per certi versi mi piace giustificare il collegamento tra i due dischi nel senso dell’evoluzione: qui c’è l’intimità, la vulnerabilità, la riflessività, ma con un’attitudine diversa, perché, come tutta l’umanità, anch’io cercavo di uscirne in qualche modo e avevo assolutamente bisogno di creare. Queste canzoni sono il frutto di quel desiderio, ma non sono connesse con il covid a livello di ispirazione, è solo una questione del contesto temporale in cui sono state fatte».

Il contesto spaziale, poi, ci porta sull’Appennino Tosco-Emilano, nello studio di Luca Rossi degli Ustmamò. Lì, con l’apporto in fase di arrangiamento di altri tre musicisti, ossia Vittorio Cosma, Simone Filippi e Ezio Bonicelli (questi ultimi, insieme a Luca Rossi, sono i musicisti che hanno costruito la bellissima avventura degli Üstmamò, negli anni ’90, e che ora suonano live coi CCCP), “Stammi accanto” ha preso la sua forma definitiva. «Con questo disco ho anticipato un’esperienza che, poi, coi Marlene ho vissuto nelle tre residenze, che ci hanno fatto fare il disco “Karma Clima”», ha spiegato Godano. «Io, però, ero già reduce da un’esperienza precedente, perché questo disco è stato registrato in questo luogo fantastico di montagna, dell’Appennino Tosco-Emiliano, dove abita Luca Rossi, ma anche Ferretti, Zamboni, da dove provengono proprio CCCP e Ustmamò».

«Non è irrilevante far notare che il periodo era particolare», ha aggiunto. «C’era ancora l’onda lunga del Covid, si usciva ancora con circospezione, c’erano ancora le mascherine, forse, c’era ancora il timore di mescolarsi con gli altri e io, in quel contesto lì, solo soletto al mattino giravo per questi luoghi. Ricordo il fiume, che c’era sotto il luogo dove dormivo tutte le sere. Tutto questo non può non avere influenzato la nostra attitudine e sicuramente si è riversata nel modo di suonare».

Una maniera netta, leggera, elegante, che si discosta dalla cupezza di “Mi ero perso il cuore”, pur rappresentandone una naturale evoluzione. «C’è una pulizia di suono diverso e sono felice che venga notata questa cosa. È l’esito della mia personale maturazione, che ho potuto condividere con Luca, che è un musicista di particolare sensibilità e questo ci ha portato a suonare così. Semplicemente, queste canzoni sono l’esito del suonare insieme, di mescolare le nostre sensibilità, del dare valore e far fiorire il songwriting di queste canzoni, che sono state presentate da me a lui nella loro nuda essenza, chitarra e voce, poi insieme le abbiamo abbellite».

Lavoro poetico e al contempo artigianale, “Stammi accanto” è nato così e tra i testi delle 8 canzoni che lo compongono, lascia scorrere il senso di un valore della speranza ritrovato. «Mi piace l’immagine dello stare accanto e ritorna nella title track, una canzone che parla di un amore sfinito, e anche in un’altra canzone del disco, “Ti parlerò”. Quindi mi è sembrata un’affermazione a cui tengo in modo particolare», ha detto Godano. «Quello che mi piace molto dell’immagine dello stare accanto ha a che fare anche con ciò che stiamo vivendo di questi tempi. Il mondo non è nel suo momento migliore, ci sono difficoltà grosse, che ci mettono paura, ansia. Stiamo nominando la parola guerra troppe volte ogni giorno e in “Stare accanto” è come se auspicassi in maniera istintiva una comunità di persone tutte consapevoli di quello che ci sta accadendo: stiamoci accanto e cerchiamo di resistere con la speranza».

Cristiano Godano - Foto ufficio stampa Parole e Dintorni

“Speranza” è una parola che torna spesso in questo lavoro, anche nel ritornello di “Eppure so”, il singolo di lancio dell’album: «Sperare insieme, sperare per non farsi tramortire dalla paura e dall’angoscia. Ecco, mi sembra un buon auspicio per la resistenza. Credo di aver scoperto il valore della speranza, è l’unico modo per non rimanere annichiliti nella paura. “Eppure so” è quello, la descrizione di un sogno ad occhi aperti e quel sogno l’ho fatto, sì, indubbiamente da solo». Lui, d’altro canto, è notoriamente un solitario. «Sto molto bene con me stesso e ho affinato tutte le strategie per portare avanti la faccenda con soddisfazione», ha continuato. «Questo non vuol dire che sono un misantropo, un musone o che in compagnia, se sono in buona, no sono un cazzone, anzi so essere un ottimo cazzone».

Qui, a fargli compagnia, troviamo Samuele Bersani in “Dentro la ferita”, un brano reso particolarmente incisivo dalla puntuale espressività dei due cantautori, incontratisi, questa volta, sul terreno comune del tema dell’ansia. «C’è il timore di doversi rassegnare, ma anche il desiderio di rendere fruttuosa, formativa l’esperienza del confronto con il dolore», ha confessato Godano. «La canzone infondo gira attorno al tema dell’ansia e viene raccontato il modo che ho utilizzato per gestire questo confronto, che oggi, per fortuna, non mi riguarda più, ma che apparteneva a quel periodo, in cui credo che tutti abbiamo sperimentato elementi ansiogeni. Io li ho raccontati a mio modo e ho condiviso quest’esperienza con Samuele, che tempo addietro ha scritto testi importanti girando attorno a certi argomenti. Considero il suo intervento un bel completamento della mia vocalità, insieme abbiamo affrontato in modo franco e lucido il tema, che potrebbe essere rischioso».

In “Stammi accanto” c’è una componente aerea, che fa da contraltare alla natura contingente delle cose, da un lato con un’attitudine più nichilista, come in “Cerco il nulla” o “Vacuità”, dall’altro verso l’elevazione, la vita, l’amore, come nella title track o “Nel respiro dell’aria”, che riporta subito alla mente “Nuotando nell’aria” dei Marlene Kuntz: «Me ne rendo conto, ma non vorrei che qualcuno facesse dei collegamenti maliziosi, mi è sfuggita», ha spiegato Godano. «Però, ecco, questa proiezione nell’aria dei miei tentativi di fuga dalle contingenze, mi sembra essere un leitmotiv, così come il sogno, la poesia e la bellezza».

E l’amore? Il concetto torna più volte tra le pieghe del disco. «È ineludibile, forse, necessario ed è l’unico mistero nella mia attuale dimensione di disincanto pessimistico nei riguardi del senso dell’esistenza», ha continuato. «Ho una sensazione molto razionale, che mi impedisce gli slanci spirituali, ma l’amore è quella frattura, che mi impedisce di essere sicuro del mio pessimismo. Per un certo periodo gli algoritmi mi hanno proposto scene della natura, che guardavo con molta attenzione e vedevo fra gli animali l’amore. Ho visto interagire con amore una tigre e un cane. Quindi, c’è nell’aria qualcosa di ancora imperscrutabile per me, che mi restituisce il sapore di una sospensione, di un mistero».

Ad aprile, Cristiano Godano poterà “Stammi Accanto” in giro per l’Italia, accompagnato dai Guano Padano, con un tour di 5 date: l’8 aprile al Monk di Roma, il 12 al The Factory di Verona, il 13 al Locomotiv di Bologna, il 16 alla Santeria Toscana 31 di Milano e il 17 all’Hiroshima Mon Amour di Torino. «Questo è un disco senza tempo anche in questo senso, i suoi arrangiamenti prediligono la musica, è tutto suonato e non vedo l’ora di suonarlo dal vivo», ha concluso Godano. «Finalmente i miei pezzi li posso portare in giro con una band e i Guano Padano mi hanno dato la sensazione di riuscire a coronare questo sogno, c’è una magnifica aderenza con le mie aspirazioni e i miei desideri. Il sound è avvolgente, è quella cosa lì di cui avevo bisogno e non vedo l’ora di condividere queste emozioni così complete».

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