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Piero Pelù: Il Giubileo Rock a Padova

Una notte di pura energia, tra classici dei Litfiba e inni di ribellione
L’Hall di Padova è ancora un braciere ardente, l’eco del Giubileo Rock di Piero Pelù risuona nelle orecchie e nel cuore. Ieri sera, “el Diablo” è tornato a ruggire, e che ruggito! Un’esplosione di energia pura, un rito collettivo che ha celebrato quarant’anni di rock’n’roll, di rabbia e di passione.
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Ero lì, in mezzo alla folla, un veterano di mille battaglie, un reduce di concerti leggendari. Ero con tanti altri pronti a ripercorrere un cammino iniziato negli anni ’80, quando i Litfiba erano solo una promessa, un urlo underground che scuoteva le fondamenta del rock italiano.
Piero, con le sue cuffie anti-acufene, simbolo di una lotta personale che non lo ha mai domato, ha infiammato il palco con la stessa furia di un tempo.
“Lo spettacolo” ha aperto le danze, un pugno nello stomaco che ha subito messo in chiaro le cose: questo non è un concerto celebrativo, è una dichiarazione di guerra al tempo, all’omologazione, all’indifferenza. Ma il pubblico era ancora molto sornione. Dai Piero!
La scaletta è un viaggio nel tempo, un susseguirsi di gemme che hanno segnato la storia del rock italico. Dai brani di “Desaparecido“(1985), con il loro sound new wave che ha fatto scuola, alle bordate di “El Diablo“(1990), con quel mix esplosivo di rock latino e passioni viscerali. E poi “Spirito“(1994), l’album che ha segnato la svolta grunge dei Litfiba, e “Né buoni né cattivi“(2000), il debutto solista di Piero, un’opera che ha saputo mescolare generi e suoni con una freschezza sorprendente.
I Bandidos, la sua band, hanno creato un muro di suono che sostiene la voce graffiante di Piero, ancora capace di incantare e provocare. E poi c’è Antonio Aiazzi, il compagno di mille avventure, che con le sue tastiere ha riportato in vita i suoni epici dei Litfiba. Ho fatto anche una foto con lui a fine concerto!
Piero non si risparmia, corre, salta, urla, si inginocchia davanti al pubblico, lo incita alla ribellione. Legge manifesti femministi, denuncia le ingiustizie, attacca i tiranni di ogni risma. “Io ci sarò“, grida, e noi siamo lì con lui, pronti a seguirlo in questa battaglia senza fine. Con tutto il nostro entusiasmo. Il pubblico finalmente è caldo e recettivo.
“Bomba boomerang“, “Gigante“, “Toro Loco“: ogni canzone è un’emozione intensa, un messaggio che arriva dritto al cuore. E poi i bis, con “Proibito” e “Gioconda“, due classici che hanno infiammato l’Hall, trasformandolo in un’arena di pura energia rock. Piero ci benedice tutti, raccontando scherzosamente che è stato autorizzato direttamente dal Vaticano. Quindi fino al suo prossimo concerto siamo apposto.
Mentre esco, con la maglietta sudata e la voce rauca, penso a quanto sia fortunato ad aver vissuto questa notte. Piero Pelù è un’icona, un simbolo di un rock che non si arrende, che continua a lottare per un mondo più giusto. E noi, i suoi fan, siamo lì con lui, pronti a seguirlo in questa crociata senza fine.
Il Ritorno del Diablo Tour 2025 è appena iniziato e già si preannuncia leggendario. Piero Pelù è tornato, il rock italiano è vivo. E noi, con il cuore in gola, aspettiamo già il prossimo capitolo di questa saga rock’n’roll.