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Interviste

Martina Beltrami racconta se stessa nel singolo Per Dirti Che (mi spiace)

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Dal 27 maggio è disponibile il nuovo singolo di Martina Beltrami, Per Dirti Che (Mi Spiace). La cantante ventenne ha partecipato alla scorsa edizione di Amici, dove è entrata nella squadra di Gaia.

Al di là della partecipazione al programma, al quale è stata iscritta dal fratello, Martina ha tre singoli all’attivo su Spotify (Ti Vengo a Cercare, Luci Accese e l’ultimo Per Dirti Che) e sta preparando un album. Sempre a proposito di Spotify Beltrami è uno dei volti italiani della campagna Unlike Any Other, iniziativa a favore degli artisti appartenenti alla comunità lgbtqia+.
Un traguardo importante per l’artista che porta avanti un percorso di sensibilizzazione e conoscenza in quanto rappresentante della comunità.

Martina si specializza nelle ballad pop, distinguendosi come penna molto fine dalla scrittura intimista e autobiografica. Parla di vissuto, di esperienze e di cose viste e provate sulla propria pelle.
Un nome molto interessante nella scena pop italiana odierna, che nell’intervista ci parla di lei, del nuovo singolo e dei suoi progetti futuri.

È uscito il tuo ultimo singolo Per Dirti Che (Mi Spiace). Quanto ci hai lavorato? Di chi parla? Vuoi parlarcene un po’?

Per Dirti Che nasce in un periodo abbastanza breve di tempo, è stato piuttosto spontaneo. Stavo ascoltando una base che ho trovato a caso su YouTube e aveva qualcosa che mi ha colpita, quindi ho deciso di scriverci sopra delle parole iniziali ovviamente modificate durante la produzione. Non è stato molto programmato come pezzo. Come si può intuire dal titolo parla di una storia – che è la mia – dove cerco in parole abbastanza semplici di dire a questa persona che mi dispiace. A volte le parole più semplici sono le più difficili da dire, e per questo ho scelto di comunicare un messaggio nel modo più semplice possibile, ossia con una canzone.

Il tuo primo singolo, Luci Accese, è uscito circa un anno fa. Quanto ti senti cambiata da allora?

Credo di essere abbastanza cambiata da quel momento sia a livello creativo e artistico che a livello caratteriale, magari non proprio cambiata però sicuramente ho fatto un percorso. Sono partita da autodidatta e ora vivo di musica, sono immersa nel suo mondo e nelle sue dinamiche e nei suoi processi. Credo di aver fatto un bel percorso di crescita.

Hai partecipato all’edizione 2020 di Amici. Quanto ha influito sulla tua carriera e sulla tua visione della musica? Come hai vissuto quest’esperienza?

Guarda, sono andata ad Amici senza nessuna aspettativa, anzi non era nemmeno in programma che io partecipassi, fondamentalmente mi ha lanciato mio fratello. Sono sempre stata spettatrice e quindi è stato sicuramente molto strano vivere in prima persona qualcosa che hai sempre visto da fuori. Riguardo al percorso artistico mi ha messo le basi per tutto, se non avessi partecipato probabilmente non ne staremmo parlando adesso. Forse non avrei avuto il coraggio di approcciarmi alla musica, starei ancora facendo quello che facevo prima.

E cosa facevi prima?

Lavoravo in un negozio di giocattoli, in un Centro Gioco Educativo. Mi trovavo molto bene. Non era il lavoro dei miei sogni, ma comunque mi trovavo molto bene. Mi piaceva, era una pacchia.

Sei uno dei volti italiani della campagna di Spotify Unlike Any Other, dedicata agli artisti appartenenti alla comunità lgbtqia+. Com’è successo? Come ti fa sentire?

È una responsabilità molto grande. Quando mi è stato proposto sono stata molto molto felice, mi sento di poter rappresentare una parte di questa grande comunità, però appunto si tratta di una grandissima responsabilità, so che dovrò sensibilizzare e parlare alle persone delle varie sessualità, della diversità dei gusti, bisogna far passare alle persone il messaggio che non tutto ciò che non conosci sia anomalo o sbagliato. Anche alle persone più grandi, che magari sono cresciute con un’altra mentalità.

Pensi che ci sia ancora tanto lavoro da fare da questo punto di vista? Nello sdoganare determinati limiti?

Sì, devo dire che credo ci sia ancora molto lavoro da fare. Per me questo traguardo è stata una grandissima vittoria. Purtroppo non si possono cambiare radicalmente le persone da un giorno all’altro, ma sicuramente stiamo facendo progressi.

Al momento hai all’attivo su Spotify tre singoli e so che stai mettendo le basi per un disco. Puoi spoilerare qualcosa?

In realtà l’album sarebbe dovuto uscire all’inizio dell’anno, solo che per una serie di cose (covid compreso) è slittato più avanti. Al momento non ci sono collaborazioni, è un lavoro che ho deciso di fare da sola, è in preparazione da molto tempo. Saranno una decina di tracce, spero ovviamente che possano piacere, e ci sarà molto della mia storia.

Quindi parecchio autobiografico.

Sì, parla di storie vissute, esperienze passate. C’è molto di me.

Durante la tua fase di produzione hai avuto delle ispirazioni? Dei punti di riferimento, degli ascolti particolari?

Ho i miei artisti e li ascolto in loop, che può essere anche sbagliato sotto certi punti di vista… ascolto tanto Adele, Beyoncé, Sia, in Italia i Negramaro, sono sempre stato sul mondo ballad e pop “triste”. È il mio habitat.

https://www.martinabeltrami.net

[email protected]

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