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Interviste

Federico Spinas, sveliamo chi è il nuovo volto della scena urban italiana

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Federico Spinas è giovane, bello, fa sport estremi, sfila per le più prestigiose case di moda, gira il mondo e sembra avere tutto quello che un ventenne possa desiderare dalla vita. Ma a quanto pare non è così.

Da pochi giorni Federico Spinas ha esordito con il suo primo singolo “NIKE V2” (Sony Music – Epic Records Italy), feat. Ossée!, ed prodotto da un team internazionale che include il tedesco CrypticNami, produttore, sound designer e cantautore multiplatino di Capoverde che ha collaborato con artisti del calibro di Ariana Grande, Bryson Tiller, Amine, YBN Cordae, RUSS, Earthgang, e la cantautrice e produttrice canadese Teddi Jones.

Ho voluto conoscerlo per capire la persona dietro il personaggio, per comprendere la sostanza dietro una vita apparentemente privilegiata e senza ostacoli. Ne è valsa la pena, perchè ocn la sua musica, Federico Spinas vuole rompere le barriere della lingua, grazie alla forza del sound e delle sue melodie, che trasmettono perfettamente ciò che desidera comunicare.

Ciao Fede, mi fa davvero molto piacere fare questa chiacchierata con te. Sono curioso di sapere come un modello della tua fama ha deciso di mettersi a fare rap. Dall’esterno potrebbe sembrare la classica storia di un ragazzo che ha tutto facilmente.
No ma infatti sfatiamo subito questo mito. Più che rap io direi musica in generale comunque, io in realtà faccio musica da tutta la mia vita. Sono stato influenzato da tantissimi generi musicali fin da quando ero piccolissimo. Quando avevo circa 5/6 anni ho iniziato a fare surf e mi ricordo che mia madre mi portava in macchina negli spot e ogni viaggio avevamo un disco diverso, mia madre ha sempre ascoltato musica di tutti i tipi quindi magari un giorno avevamo Bob Marley un altro giorno avevamo i Red Hot Chili Peppers, i Nirvana, un po’ tutti i generi. Mi ricordo che se uno mi chiedeva “che lavoro vuoi fare da grande?” io rispondevo “voglio suonare in una band rock” e se mi dicevano “ no ma un vero sogno che vuoi fare veramente” io dicevo “giocare in NBA”. Non ho mai avuto il sogno di fare il dottore o l’avvocato, ho sempre avuto sogni un po’ irrealizzabili e uno dei primi è stato quello di suonare in una band rock. 

Ho letto in giro che hai anche provato a suonare qualche strumento.
Ho iniziato a suonare la chitarra con scarsissimi risultati. Subito dopo mi sono iscritto al conservatorio per provare con chitarra o percussioni, alla prima non mi hanno preso e a percussioni mi hanno preso ma eravamo troppo pochi e son finito a fare clarinetto che era un po’ prendere o lasciare perché o fai quello oppure ti scegli un’altra scuola media.
Clarinetto è uno strumento che ho amato e odiato nel senso che comunque l’ho apprezzato tantissimo perché è uno strumento fighissimo, però è davvero molto complicato.
A parte gli strumenti, il periodo del conservatorio mi è comunque servito tantissimo perchè mi ha dato le basi per capire la musica e per farmi una cultura musicale che poi mi sono ritrovato più avanti.

E quando hai cominciato ad approcciarti al mondo della musica?
Andando più avanti poi ho iniziato il liceo, il primo anno di liceo ho mollato il conservatorio e ho conosciuto il mio attuale migliore amico con il quale abbiamo iniziato a fare la musica elettronica, lui produceva con la prima versione di FL studio una delle prime versioni di FL studio e abbiamo iniziato a fare EDM, progressive house un po’ quella roba che andava in quel periodo, abbiamo iniziato a suonare a fare DJ, abbiamo suonato a qualche piccolo festival in Sardegna, qualche club ecc… e abbiamo fatto un po’ di pezzi che erano usciti in quel periodo, ho vinto un paio di contest. Tra i due io ero quello che componeva le melodie e lui era l’omino nerd del computer, ed è stato fondamentale per capire i programmi che poi solo ora ho scoperto che mi sarebbero serviti a qualcosa. 

Però questo primo tentativo mi sembra non abbia avuto seguito.
Quando ho finito il liceo Antonio, il mio migliore amico, è finito a fare l’università e io ho iniziato a lavorare, a girare il mondo per fare appunto il modello e quindi ci siamo un po’ distaccati l’uno dall’altro e un po’ dalla musica, fino a 2 anni fa che mi trovavo in uno studio a Milano con degli amici che sono belli inseriti nell’ambiente pop italiano e mi ricordo che mi hanno convinto a registrare qualcosa, così per scherzo. Mi sono gasato tantissimo e il giorno dopo ero in studio di nuovo fino a quando non ho comprato tutto il setup. Anche quando sono in giro per il mondo per fare altro, ho sempre una valigia in più nella quale ho tutto l’occorrente per mettermi a lavorare alla mia musica. Di sicuro il mio lavoro di modello mi ha dato l’opportunità di conoscere tante persone in vari Paesi con le quali sono nate connessioni e collaborazioni molto interessanti. 

Beh è stato un giro bello lungo per arrivare fin qui…
Esatto! Alla fine siamo arrivati a “Nike V2” che è il pezzo uscito adesso a gennaio 2021. Mi ricordo che ho scritto il pezzo di getto in circa 20 minuti stavo chiuso a Milano nel mio B&B da una settimana a fare musica h24 in down mentale per svariate cose che erano successe nella mia vita privata. Tra i vari lockdown un po’ tutti credo in quel periodo fossimo in uno stato mentale un po’ alterato. Mi ricordo che stavo cucinando e ho sentito il beat del pezzo inviatomi da Criptic, uno dei miei produttori, e ho iniziato a canticchiare il pezzo. 
Al momento non ho l’abitudine di scrivere, ma mi metto al microfono e registro frase dopo frase. Sicuramente con il tempo imparerò a lavorare in maniera diversa.

Inoltre hai fatto uscire subito anche il video.
Nella produzione sono tutti super giovani, perché io credo molto nella sinergia e nella creatività dei miei coetanei e nel poter interagire con tante persone che hanno tante idee. Mi è piaciuto un sacco poter decidere il mood da dare al video, i colori, l’atmosfera e tutto il resto. C’è anche il fatto che quando scrivo un pezzo mi si creano subito delle immagini in mente che fanno da visual alla musica.

Sicuramente poi la tua esperienza nella moda ti avrà aiutato, nel corso degli anni, a sviluppare un certo senso estetico.
Beh certo, moda e musica sono strettamente connesse, la moda influenza la musica e viceversa. La realtà è che entrambe vivono in me e sono parte della mia vita. Per me è fondamentale poter spaziare in più mondi per dare sfogo a tutti i lati della mia personalità. Non sono fatto per le convenzioni e le scelte facili. Anche quando ho iniziato a fare il modello mi sono presentato con la testa rasata e l’apparecchio ai denti e a quel tempo ancora non esisteva un modello del genere. 

Ti sei trovato nel posto giusto nel momento giusto.
Anche con la musica non mi aspetto di essere capito subito perché so che sto portando un qualcosa di mio però se in futuro ci saranno degli altri, altri 10 ragazzi che capiranno cosa voglio dire e riusciranno a farlo anche loro per me il risultato è raggiunto: poter portare dell’innovazione, qualcosa di nuovo, rompere un po’ le barriere sociali.  

Voglio fare una domanda un po’ cattivella. Tu hai deciso di approcciarti ad un genere urban che, convenzionalmente, racconta un vissuto molto street e spesso difficile, e agli occhi di chi non ti conosce, può sembrare che la tua vita sia stata piena di lussi e agi. 
Io sono cresciuto in Sardegna a Cagliari che è un posto fighissimo. Una città come Cagliari ti da la possibilità di entrare in contatto con persone provenienti da tutte le realtà. Non è una metropoli dove “strada” significa quasi sempre un ambiente malfamato. Fin da piccolo ho avuto la possibilità di vivere le strade di Cagliari dove convivono e giocano senza problemi i figli delle famiglie più agiate con quelli di quelle che vengono da estrazioni più umili senza distinzioni e si sta tutti insieme in un gruppo unico. Si rompono le barriere sociali per cui ognuno ha il suo trascorso e io sono il primo a dire che non puoi raccontare nelle canzoni un vissuto che non ti appartiene. Sicuramente dai miei social può sembrare che io abbia avuto una vita privilegiata, ma in realtà io ho costruito la mia carriera andando via di casa a 17 anni con 200€ in tasca per ritrovarmi a Milano con un sogno e ho avuto la fortuna di trovare un lavoro che ero bravo a fare e che mi ha consentito di girare il mondo, farmi una cultura, potermi mantenere e crearmi da 0 un percorso, una vita e io per questo ringrazio veramente il cielo ogni giorno, però me lo sono sudato. 

La mia domanda era volutamente provocatoria perché volevo darti l’opportunità di far conoscere cose della tua vita che magari non saltano all’occhio. 
Diciamo che riesco a scollegare la mia vita privata da quella sui social. I miei canali social non servono per farmi sembrare figo o ricco, ma per trasmettere un messaggio positivo e spensierato e per far conoscere le mie varie passioni e gli sport che pratico.

Tornando al discorso della musica, mi è sembrato di capire che stai componendo un sacco, quindi immagino che nel tuo futuro ci sia già l’idea di un album…
Non possiamo ancora dire niente però ci sono in cantiere svariati progetti e vedremo che succede nei prossimi mesi.

Come immagini il tuo primo live?
Secondo me è ancora molto presto, ho ancora tanto da imparare e devo crescere tanto e ogni cosa ha il suo tempo e non voglio bruciare le tappe. Tutti hanno un’immagine di quello che sognano ma magari quello che sognano non corrisponde alla realtà, quindi io sono una persona con i piedi molto per terra e voglio vivere questo percorso dal giorno 1 con umiltà e  assaporando ogni cosa che succede nel momento in cui avviene. Il giorno che succederà ti chiamerò e ti dirò com’è stato.

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