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Interviste

Rovere, le regole di un successo esplosivo

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Un successo generazionale, iniziato nel 2019 e fin da subito capace di conquistare diverse generazioni, quelle nata davanti alla TV con peter pan e bim bum bam e quelle alle prese, da adolescenti, con lo smartphone, le notifiche che non arrivano, le pene d’amore ai tempi del “tadb”.

È sotto il segno di questa continua ascesa che i rovere aprono un nuovo capitolo musicale. E mentre si raddoppia la data all’Estragon di Bologna il 30 e 31 marzo, esce il video musicale del loro ultimo singolo dal titolo lupo.

“Il nostro nuovo singolo, lupo, racconta di come a volte si tenda a chiudersi sulla difensiva, evitando i problemi, illudendosi che la vita possa scorrere come una fiaba.Riuscire ad accettarsi come lupi senza venire sommersi dai sensi di colpa è difficile e riuscire a cambiare sembra impossibile, alla fine della storia vorremmo tutti essere Cappuccetto Rosso.”

Quello dei rovere diventa così un viaggio alla ricerca del proprio posto nellUniverso,tra la sicurezza del passato, rappresentata dalle fiabe e dalle citazioni ‘90s, e il diventare adulti, scrutando dalla finestra le vite e le sfide dei propri genitori. Un viaggio che presto svelerà la sua destinazione finale.

Voi siete stati la mia ultima intervista del 2019, dove si parlava del “fantastico” 2020 che si sarebbe aperto davanti a noi, ignari di tutto. E rivedendo l’intervista si stava parlando del fatto che (a detta di Nelson) avevate avuto “un sacco di culo” nel farvi scoprire, e di quando sareste diventati famosi: senza considerare il 2020, si può dire che in un anno siete riusciti a farlo.
Adesso mi metti in imbarazzo… guarda, noi non ci siamo mai considerati famosi, ma soprattutto perché questo periodo qua ha messo un “muro” col pubblico, con cui è rimasta un’interazione prettamente social, però quando fai musica è importante avere contatto diretto con le persone. Abbiamo fatto diverse canzoni, l’ultima è lupo, uscita la settimana scorsa; quando esce un singolo festeggi, se c’è la possibilità presenti il singolo in giro per l’Italia, suoni in giro, anche per renderti conto del feedback del pubblico e per avvicinare il pubblico alla band umanamente. Purtroppo la situazione rimane un po’ uguale.

Bhe ora avete la possibilità di esibirvi in locali più grandi di prima, e quando la scorsa estate ho visti all’Arena del Sole a Bologna sono rimasto shockato in positivo dall’amore folle che vi dimostrano i vostri fan.
Sì, poi era anche una situazione particolare perché nella nostra città non avevamo mai suonato col pubblico seduto. La prima volta temevamo un po’ questa cosa perché siamo caciaroni, ci piace saltare e far casino, fare il tutto con un pubblico seduto è più difficile: però hanno compensato cantando tantissimo, la carica ce l’hanno trasmessa molto e mi sembra di averne ridata parecchia.

Mi ricordo che, come con molte altre band, c’era un po’ questa sorta di “imbarazzo”, mettere le mascherine, far avvicinare o no i fan, era un po’ surreale quest’estate.
Certo, però meglio che niente. Ci godiamo anche questo, per noi vedere i fan è importante, avere un contatto è molto molto importante. Quando avevamo fatto uscire “Mappamondo” l’anno scorso, nonostante fosse andata bene, senza contatto diretto sembrava quasi che il pezzo non fosse nemmeno uscito. Soprattutto quando vieni da un 2019 dove hai fatto più di 60 concerti suonando in realtà praticamente dieci canzoni.

Nel 2019 poi, ne parlavo con Nelson, siete andati avanti senza album, con singoli su singoli.
In realtà non è stata una scelta strategica, siamo partiti nel senso più letterale dell’indie, pubblicavamo i pezzi direttamente su Spotify, facevamo noi la copertina, zero budget, siamo andati avanti così finché il progetto non ha iniziato a prendere forma, lì abbiamo poi iniziato a strutturarlo. Il primo disco è assurdo proprio per questo, le canzoni sono sconnesse, sono molto diverse tra loro. Tra la scrittura delle canzoni e la pubblicazione del disco sono passati quasi due anni.

Siete poi passati da tre a cinque, da un ménage à trois a un quintetto.
Sì, siamo partiti in tre ma poi abbiamo sempre suonato in cinque, abbiamo praticamente girato l’Italia insieme, ci vedevamo come mai prima, tutti i giorni, sono cose che ti legano in un modo tale da farti dire “condividiamo questo percorso da qui in poi”.

Rivedendo il confronto tra le ultime canzoni e quelle di quasi due anni fa, collegate alla nostra ultima intervista, si riesce a percepire un innalzamento di livello e un messaggio in realtà un po’ più serio, più maturo.
Indubbiamente abbiamo lavorato tanto, in questi anni l’obbiettivo era quello di voler alzare l’asticella considerando che il feedback era buono. Ci siamo fatti aiutare, abbiamo avuto il grande supporto di Riccardo Zanotti dei Pinguini che ci ha fatto un po’ da “papà”, lui in questo è bravissimo. Siamo arrivati in questo mondo in punta di piedi, volevamo solo fare musica, lui e il nostro manager ci hanno aiutati molto in questo processo.

Il messaggio di lupo non è più quell’amore dei ventenni, vedo un po’ di disillusione da trentenni. Non è che mi diventate troppo seri?
Assolutamente no. Il colore che si voleva dare a questa canzone doveva rappresentarci un po’ emotivamente, anche quella dei genitori che fingono di amarsi da vent’anni, è un’immagine che, come molte altre, inizi a vedere intorno a te crescendo. Ci piaceva quest’idea di paragonare questo testo un po’ più serio col lupo, con le fiabe, dove tutto è perfetto, ma nella realtà poi non è così. Ci sono alti e bassi. In realtà si vuole dare un concetto positivo del lupo, che è sempre il cattivo, ma il testo dice “il lupo sono ancora io”, ci si sente spesso colpevolizzati spesso per mancanza di esperienza magari. È bello che si dica va bene così, senza colpevolizzare nessuno per non essere riusciti a gestire una situazione nuova. Ogni tanto bisogna sbattere la testa, anche e soprattutto in amore.

Siccome hai parlato di contatto con i fan e occasioni mancate per avere questo contatto, mi piacerebbe in chiusura che lasciassi un messaggio, una sorta di pensiero, rivolto ai vostri fan per l’inizio di questo nuovo anno.
Sinceramente noi stiamo aspettando questo 2022 da tanto tempo, vuol dire ricominciare a fare le cose che quest’anno non abbiamo fatto. Quando provi così tante emozioni in un anno, come è stato nel 2019, provi così tanta pura felicità che questi due anni senza queste cose li hanno resi più difficili, più faticosi anche a livello personale. Il disco ci ha dato tanta speranza, vogliamo riprenderci la nostra vita di prima, tornare a provare le emozioni che ci sono state tolte in questi ultimi due anni.

Ad accompagnare il singolo e il nuovo disco ci sarà il già annunciato tour primaverile 2022, in collaborazione con Magellano ConcertiEcco le date. Su Bologna si raddoppia, a grande richiesta, l’appuntamento all’Estragon.
10/03 Ciampino (RM) – ORION
11/03 Firenze – VIPER
16/03 Torino – HIROSHIMA MON AMOUR

17/03 Milano – ALCATRAZ
24/03 Nonantola – VOX CLUB
25/03 Padova – HALL
30/03 Bologna – ESTRAGON
31/03 Bologna – ESTRAGON

01/04 Perugia – AFTERLIFE
15/04 Modugno (BA)
 – DEMODÈ

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